Doveva tornare laddove era stato dipinta. Cioè a Vilnius, l’attuale capitale della Lituania. E così è stato.
L’immagine di Gesù Misericordioso o della Divina Misericordia con la inscrizione “Gesù, confido in Te” è il quadro fatto su richiesta di Gesù a Santa Faustina Kowalska.
La storia della copia originale di quel dipinto è avvolta nel mistero. Una serie di incredibili casualità (o no?) hanno fatto sì che l’opera restasse intatta, nonostante i continui trasferimenti. Ma che sopratutto dopo decenni tornasse nella “sua” Vilnius.
Già sull’0rigine del quadro aleggia un fatto straordinario. Fu dipinto a Vilnius (che allora era una città appartenente alla Polonia) dall’artista Eugeniusz Kazimirowski, dopo che il suo vicino di casa e direttore spirituale di suor Faustina, don Michał Sopoćko, gli aveva parlato in detto della missione che suor Faustina affermava di aver ricevuto attraverso alcune visioni di Gesù. Era il 1934.
“CHI PUO’ DIPINGERTI BELLO COME SEI?”
Il pittore impiegò circa sei mesi per completare l’opera ordinatagli e sotto la continua presenza e controllo della suora e del prete. Suor Faustina era particolarmente esigente e domandava continuamente correzioni o aggiunte di dettagli, per ottenere un’immagine fedele alla visione.
Una volta Gesù, mentre suor Faustina si lamentava che non era come lei aveva richiesto, le disse: «Chi può dipingerti bello come sei?». Parole che la suora sentì echeggiare all’improvviso, e che favorirono una conclusione più rapida del dipinto (Indagine ai confini del sacro, Tv 2000, 26 aprile).
LA CHIESA DI DON SOPOCKO
La prima collocazione dell’opera finita è stata nella chiesa di San Michele, dopo che, il 4 aprile 1937, si ebbe l’approvazione dell’arcivescovo di Vilnius, Romuald Jałbrzykowski, accanto all’altare maggiore della chiesa. Qui rimase per undici anni; si trattava della stessa chiesa dove don Sopoćko era parroco.
Con l’avvento del regime comunista (la Russia conquistò Vilnius nel 1939), molte chiese furono chiuse. Tra cui quella di San Michele, che nel 1948 venne trasformata in un museo. Iniziarono, così le “tribolazioni” del dipinto.
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LA PRIMA “FUGA” DELLA TELA
L’edificio, quadro (senza cornice) compreso, venne acquistato in gran segreto e illegalmente da un operaio lituano, che svendette l’arredamento del tempio.
Allora due adoratrici della Misericordia Divina (una polacca ed una lituana), consapevoli delle pesanti ritorsioni delle autorità sovietiche, portarono la tela avvolta in un rotolo fuori dalla chiesa (secondo una leggenda, l’acquistarono offrendo vodka e soldi al custode).
Per un certo tempo la tennero nascosta in una soffitta in previsione di eventuali pericoli.
NELL’ARCHIVIO DI SANTO SPIRITO
Nel 1951 le due donne provarono prima ad accordarsi con un uomo per trasferirla in Polonia ma quest’ultimo rinunciò. In seguito spostarono il quadro nella chiesa di Santo Spirito, sempre a Vilnius, dove vennero riposte anche tutte le suppellettili appartenenti alla chiesa svuotata.
Il parroco della chiesa di Santo Spirito, don Jan Ellert, non era interessato a conservare il quadro, né ad esporlo e lo nascose nell’archivio sul retro della chiesa.
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IL “VIAGGIO” IN BIELORUSSIA
Solo nell’anno 1956 un amico di don Sopoćko, don Józef Grasewicz, il quale era tornato a Vilnius dopo qualche anno di reclusione in un campo di lavoro sovietico, decise di ritrovare l’immagine di Gesù Misericordioso. Prima si mise in contatto con don Sopoćko, che si preoccupava tanto perché fino ad allora non riusciva a venire a sapere niente sul destino del dipinto.
Poi continuò le sue “indagini” e risalì al luogo dove era conservato. A quel punto don Grasewicz (che intanto aveva ottenuto il permesso di tornare al lavoro pastorale a Nowa Ruda, nell’attuale Bielorussia), prima di partire da Vilnius chiese al parroco della chiesa di Santo Spirito, don Jan, di donare il quadro alla sua parrocchia. Il parroco lo fece volentieri.
Don Grasewicz portò il quadro a Nowa Ruda e, senza svelare il mistero della sua origine, lo collocò nella chiesa.
LA SCALA TROPPO CORTA