Alcuni resoconti dicono che durante la visione Papa Leone XIII fosse “pallido e spaventato”Nel 1886 Papa Leone XIII stabilì quelle che in seguito sarebbero diventate note come “Preci leonine” dopo la Messa, che includono la ben nota Preghiera a San Michele. Non si dispone di molti dati certi sull’origine di questa preghiera, ma numerosi storici credono che Papa Leone abbia avuto una profonda visione che ha condotto alla sua elaborazione.
Secondo Kevin Symonds, autore di Pope Leo XIII and the Prayer to St. Michael, la visione si sarebbe verificata tra il 1884 e il 1886 e avrebbe avuto luogo durante la celebrazione della Messa. Vari resoconti riferiscono che Papa Leone cambiò visibilmente espressione durante la visione, e uno afferma che il suo volto era “pallido e spaventato”.
Un cardinale che conosceva il segretario particolare del Papa spiegò che “Papa Leone XIII ebbe davvero una visione degli spiriti demoniaci, che si stavano radunando nella Città Eterna (Roma). Da quella esperienza… deriva la preghiera che volle venisse recitata da tutta la Chiesa”.
Col tempo iniziarono ad apparire alcune “infiorettature” relative a questa visione, affermando che Papa Leone fu testimone di una conversazione tra Gesù e Satana. La leggenda popolare arriva a registrare anche il dialogo tra i due, che in genere viene riferito come segue:
Satana dice a Gesù: “Posso distruggere la tua Chiesa”.
Gesù replica: “Davvero? Allora fallo”.
Satan: “Per farlo ho bisogno di più tempo e di più potere”.
Gesù: “Quando tempo? Quanto potere?”Satana: “Tra i 75 e i 100 anni, e un potere superiore su chi si offrirà al mio servizio”.
Gesù: “Hai il tempo, avrai il potere. Fanne ciò che vuoi”.
Questa conversazione ricorda il prologo del libro di Giobbe, in cui Satana chiede a Dio – e riceve – il permesso di tentare la fede del giusto Giobbe. Ad ogni modo, se il dialogo è diventato una parte fondamentale della “leggenda popolare”, non ha forti basi storiche.
Qualunque cosa sia accaduta durante la visione di Leone XIII, sembra certo che abbia avuto davvero una visione e che ciò che vide non fosse piacevole. Lo spinse a comporre rapidamente la Preghiera a San Michele, e a richiederne l’utilizzo alla fine delle Messe. Il Papa visse in un’epoca particolarmente turbolenta, e credeva che la preghiera fosse necessaria per diradare l’oscurità che incombeva sul mondo. Una preghiera più lunga a San Michele, a volte nota come preghiera di esorcismo anche se non era intesa per essere usata nei rituali di esorcismo, venne approvata dal Papa tre anni dopo in due versioni, una per il clero e un’altra per la preghiera individuale dei laici.
San Michele Arcangelo è sempre stato noto come potente intercessore contro il male, soprattutto visto che nel libro della Rivelazione viene ricordato dicendo: “Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme ai suoi angeli, ma non prevalse e non vi fu più posto per loro in cielo” (Ap 12, 7-9). Basandosi su questo episodio della Scrittura, San Michele viene spesso rappresentato nell’arte mentre spinge una lancia o una spada dentro Satana, spesso rappresentato come un serpente o un drago.
Da quando è stata composta da Papa Leone XIII, la Preghiera a San Michele è stata una delle basi della preghiera cattolica, e viene raccomandata da molti esorcisti a chiunque debba combattere la presenza del male nella propria vita. Eccone il testo:
San Michele Arcangelo,
difendici nella battaglia:
sii tu nostro sostegno contro la perfidia e le insidie del diavolo.
Che Dio eserciti il suo dominio su di lui, te ne preghiamo supplichevoli.
E tu, o principe della milizia celeste, con la potenza divina,
ricaccia nell’Inferno satana e gli altri spiriti maligni
i quali errano nel mondo per perdere le anime.
Amen.
[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]