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L’abbazia della Madonna della Scala, una tappa verso il cielo

ABBAZIA LA SCALA NOCI

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Credere - pubblicato il 22/09/17

Un cuore pulsante di spiritualità e cultura con le sue proposte di ritiri e il laboratorio di restauro di libri antichi

di Nicola Lavacca

L’abbazia della Madonna della Scala, immersa nel verde della Murgia barese e avamposto del territorio di Noci circondato dai caratteristici trulli, dà un senso di pace e serenità che apre il cuore alla speranza. I monaci accolgono con fraternità tutti quelli che vogliono ascoltare la parola di Dio, che chiedono una parola di conforto o che desiderano compiere un percorso spirituale per brevi periodi.

L’abbazia, che appartiene alla congregazione sublacense, è l’unico monastero benedettino maschile in Puglia. Fu fondata nel 1930 dall’abate Emanuele Caronti il quale poté edificare l’intero complesso sui terreni donati dalla contessa Laura Lenti, una benefattrice che aveva ereditato dal papà Oronzo l’intera proprietà, compresa una grande villa con annesso giardino.

Quella amena collina a 500 metri di altitudine, distante quasi 5 chilometri da Noci, risulta indicata già dall’antica cartografia con la denominazione “Madonna della Scala”. Lì, infatti, da secoli sorgeva una chiesina romanica, oggi inglobata nella nuova grande abbazia, i cui lavori cominciarono nel 1952 e terminarono due anni dopo. Per quella chiesina il pittore fiorentino Ernesto Bellandi, su commissione di Oronzo Lenti, dipinse nel 1900 una tela su cui riprodusse l’effigie della Madonna, collocata ai piedi di una scala che sale verso il cielo, con in braccio Gesù Bambino nell’atto di farle una carezza. Un’opera d’arte che ora si trova nella cappella interna del monastero, mentre nella chiesa abbaziale esiste un mosaico che riproduce la tela con alcune varianti. L’immagine indica il ruolo che ha Maria nel farsi “scala” verso il Paradiso per chi si affida a lei.

VITA DI COMUNITÀ
Nel monastero 15 monaci e un oblato regolare, guidati dal padre abate don Giustino Pege, conducono una vita di comunione ispirata al celebre motto benedettino ora et labora. «La nostra esperienza di fede è caratterizzata dalla piena condivisione», sottolinea padre Giustino, di origini padovane, arrivato nel monastero il 20 febbraio scorso. «Da religiosi viviamo la famiglia nel senso più pieno del termine, in un mondo dove le relazioni tra gli uomini sono spesso instabili. E qui diamo a tutti la possibilità di ritrovare nella preghiera e nel confronto lo spirito evangelico, la serenità d’animo, l’amore verso il prossimo».

LITURGIA AFFASCINANTE
La chiesa abbaziale, che si ispira a movenze neoromaniche, è aperta a tutti i fedeli che giungono per raccogliersi in preghiera silenziosa, per prendere parte alla Messa o per partecipare al canto della Liturgia delle ore celebrata dai monaci. Nella quiete di un panorama incontaminato, la liturgia della Parola e le celebrazioni assumono un tono di particolare raccoglimento.

L’influsso spirituale dell’abbazia raggiunge non solo i paesi e le diocesi più vicine, ma un po’ tutto il territorio pugliese. «Non siamo una parrocchia né un santuario», dice il padre abate, «tuttavia, l’atmosfera in cui si svolge la nostra vita attrae molte persone che si accostano al monastero per approfondire o riscoprire il proprio rapporto con Dio. I monaci sono disponibili per confessioni e colloqui personali».

Il monastero è uno scrigno ricco non solo di storia, ma anche di bellezze naturali, circondato da una pineta e da circa quindici ettari di terreno adibito a uliveto e alberi da frutta, vegetazione boschiva e pascolo. Fanno parte del patrimonio anche delle masserie affidate ad alcuni allevatori e coltivatori.

PREGHIERA E LAVORO
La quotidianità della vita monastica viene scandita dalla preghiera (sette volte al giorno, secondo la regola benedettina) e dal laborioso incedere di diverse attività
. Don Giulio, da 38 anni in comunità, è il responsabile della biblioteca (aperta al pubblico) dove sono catalogati ben 61 mila testi e volumi di scienze religiose e teologia, con un fondo speciale dedicato alla cultura e storia del Mezzogiorno d’Italia. L’archivio storico è nelle mani di don Gennaro Antonio che custodisce con cura e dedizione anche i documenti della famiglia Lenti, quelli della Democrazia cristiana di Noci, dischi e spartiti musicali.

Ma il fiore all’occhiello è il laboratorio per il restauro conservativo e il recupero di libri antichi, di pergamene e manoscritti. Un lavoro di cesello, come si faceva un tempo, che don Luigi svolge con passione da ben 52 anni insieme al direttore don Pasquale e a don Giacomo. Nel segno della continuità è stata inoltre creata la casa editrice “La Scala” che realizza pubblicazioni religiose, tra cui una rivista trimestrale di spiritualità – anch’essa intitolata La Scala – diffusa in Italia e all’estero. La casa editrice ha pubblicato nel corso degli anni quasi tutti gli scritti dell’abate e liturgista Mariano Magrassi (1930-2004), per un ventennio vescovo di Bari-Bitonto.

All’interno del chiostro, oltre alla parte strettamente riservata ai monaci, è situata un’ala distinta in cui sono presenti circa trenta stanze destinate agli ospiti di sesso maschile. La vicina villa Lenti, circondata da un bel parco, è ora adibita a foresteria esterna per donne, gruppi di vario tipo e famiglie; può mettere a disposizione oltre venti posti letto, una suggestiva cappella e alcune salette per incontri. «Diamo ospitalità ai fratelli che vogliono pregare nel silenzio, che hanno bisogno di contemplazione, di lasciarsi alle spalle ansia e preoccupazioni, di scavare nel profondo del loro animo», conclude don Giustino. «È il momento più intenso per ascoltare Dio che ti parla al cuore e per riflettere sulla propria vita».

ORGANIZZARE LA VISITA
L’abbazia della Madonna della Scala di Noci (Bari) si raggiunge in auto percorrendo la statale 100 Bari-Taranto e poi la provinciale 239 Gioia del Colle- Noci. Dopo circa 11 chilometri, svincolo a destra per l’abbazia, che è collegata a Noci anche da un servizio pubblico, ogni giorno, con corse alle ore 8.30, 11, 16, 17 e 18. La chiesa è aperta dalle 8 alle 13 e dalle 16 alle 20. Messe: domenica e festivi alle 9, 11 e 18.30. Feriali: 18.30. Il monastero non è visitabile dai turisti. Si può accedere all’interno solo per fruire della biblioteca.

RITIRI E CONTATTI
Periodicamente vengono organizzati ritiri spirituali e giornate di ospitalità. Per tutte le informazioni il centralino (portineria) è attivo dal lunedì al venerdì: dalle 8.15 alle 12; dalle 16.45 alle 18.15; dalle 19.15 alle 19.45. Sabato: 8.15 – 11.45; 16.45 – 19.30. Domenica: 8.15 – 10.45; 18 – 19.30 Tel. 080/49.75.839 (anche fax); 080/49.75.838; 346/02.35.123; 346/02.23.452. www.abbazialascala.it.

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