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Siamo tutti malati! Ma di cosa?

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Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 21/09/17
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Il commento al Vangelo di oggi di don Luigi Maria EpicocoIn quel tempo, mentre andava via, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori». (Matteo 9, 9-13)

“Non sono i sani che hanno bisogno del medico ma i malati”. Così Gesù liquida le critiche della gente che mal sopportavano questo suo rapporto troppo amicale con peccatori, prostitute e deliquenti vari. Certamente neanche a noi avrebbe lasciati indifferenti questa sua predilezione, ma il vero problema non ce l’ha Gesù ma noi. Se una medicina la si prende quando si è malati, ovviamente quando si sta bene non la si prende. Quindi il problema è capire se siamo malati o meno. Ma malati di cosa? Di una malattia di cui soffriamo tutti: sentirci amati. Quando un uomo non si sente amato non funziona, non è felice, non riesce a diventare se stesso, così molte volte cerca di riempire da solo questo bisogno, e nel far questo combina quei grandi guai che noi chiamiamo peccati. E’ strano ma nella maggioranza delle volte noi pecchiamo nel tentativo di trovare una maniera di essere felici. E’ in questo senso che Gesù ci viene incontro. Egli viene a ristabilire quella salute esistenziale che ci fa riappropriare della nostra vita. Ma finchè io penso di stare bene allora non capirò mai Gesù e non riuscirò mai a farlo sedere alla tavola della mia storia. Per noi Gesù è qualcuno da ammirare, per chi si ritiene peccatore invece Gesù è uno che ti cambia la vita. Matteo non ha ammirato Gesù, lo ha seguito: “Gesù gli disse: Seguimi! Ed egli si alzò e lo seguì”.



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