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«Il cancro è un dono». Così David Buggi, una notte, ha incontrato Dio

DAVID CANCRO TESTIMONIANZA

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 20/09/17

Il 17 enne è volato in cielo dopo una terribile malattia. Ma nonostante le sofferenze ha raggiunto una incredibile pace interiore

Quando si vive il cancro come un “dono” e si ritiene che le proprie sofferenze facciano parte del disegno di Dio, ci si ritrova di fronte ad una persona veramente speciale.

Se poi quella persona è un ragazzo di soli 17 anni, affetto da tumore maligno alle ossa molto aggressivo, con una soglia di dolore massima, che lo logora in meno di un anno, allora l’esempio diventa qualcosa di raro e straordinario.

Alcuni mesi fa, David Buggi è volato in cielo a Roma. Si è battuto come un leone contro l’osteosarcoma che lo ha aggredito sin dalla prima diagnosi, avvenuta un anno fa. Nessuno scampo, solo tanta sofferenza, tanto dolore. Ma lui ha sfidato la malattia come pochi. Trasformandola in un’incredibile prova d’amore verso Dio.

DAVIDE BUGGI
Famiglia Buggi

Le prime sofferenze

David proviene da una famiglia che lo ha educato ai valori cattolici. Ha sempre frequentato la messa, la catechesi. E’ un ragazzo molto sveglio, in gamba. Fa sport, esce con gli amici. La sua è una vita assolutamente normale. Poi a 16 anni inizia ad avvertire un indolenzimento ad una gamba. Ma pensa che sia dovuto alla troppa attività sportiva che pratica in quel periodo. I dolori aumentano col trascorrere dei giorni. La notte fatica a dormire e gli anti dolorifici provocano un effetto quasi nullo.

Una diagnosi senza uscita

Allora decide di fare alcuni esami e i medici non riescono a tracciare una diagnosi. Davide dentro di sé sapeva che al suo fianco c’era Dio, a prescindere da quello che gli stava capitando. Ne avvertiva la presenza, aveva come la sensazione che ci fosse costantemente qualcuno accanto a lui pronto a supportarlo.

Dopo aver ripetuto le analisi, e sostenuto una serie di visite, arriva la triste sentenza. Il ragazzo ha un osteosarcoma, un tumore maligno alle ossa che sta lacerando il nervo sciatico. La famiglia è abbattuta, lui però prova a combattere il cancro con il sorriso. Nelle sue giornate non manca mai la preghiera. Invoca il Signore sperando che si possa curare.

D’altro canto il 70 per cento delle persone affette da quel tipo di tumore guarisce. Ma le batoste arrivano una dopo l’altra: gli viene diagnosticata una metastasi al polmone. La strada inizia a farsi in salita.

“Affida la malattia al Signore”

Allora David chiede aiuto a dei sacerdoti su come affrontare la difficile battaglia che l’aspetta. Uno di questi gli dice: affida in toto la malattia al Signore. E gli chiede di fare un atto di fede. La paura della morte inizia a subentrare, e il ragazzo è scettico su quello che gli consiglia il prete. Lui vuole vivere, ma se i piani di Dio sono diversi? La domanda che lo tormenta. Il sacerdote che dialoga con lui gli ricorda più volte le sofferenza di Gesù prima della morte in croce.

La paura di morire e l’ancora del Rosario

Una notte in ospedale, tra una terapia e l’altra, David non riesce a prendere sonno. Avverte la voglia di pregare. Sono le tre del mattino. Allora decide spontaneamente di recitare il rosario. In quel momento, come racconta lui a stesso, inizia a provare una sensazione unica, indescrivibile. Una gioia immensa che lo fa abbandonare a se stesso, mista ad una tristezza che lui ha sempre definito, paradossalmente, “positiva”. «Un po’ come si è innamorati con le farfalle nello stomaco», spiega ai suoi amici.

Un’emozione che non si può descrivere

Più David recita il rosario, più l’emozione è forte e inizia a piangere. Piange per mezz’ora.

Eppure era consapevole di non essere solo in quella stanza: c’era qualcuno altro che stava manifestando tutto il suo amore nei suoi confronti. Una presenza, già avvertita quando ancora non conosceva la diagnosi, chepercepiva sempre con più forza. E’ in quel momento che gli vengono in mente le parole del prete: «Affida la malattia al Signore».

Il contatto con Dio

Alla fine della lunga notte di preghiera, il ragazzo sente la svolta dentro di sé. E’ come se fosse sparita la paura di morire. Da quell’istante, dice a se stesso, qualsiasi cosa accade in merito alla malattia, dovrà essere affrontata con uno spirito nuovo.

David è un uomo diverso. Ha assaggiato l’amore di Dio, e Dio non può che volere solo il meglio per ogni persona. Qualsiasi cosa che coincide con la volontà di Dio, ragiona il ragazzo, è la cosa migliore, nel bene e nel male. 

La pace interiore

Così raggiunge una tranquillità interiore mai avuto prima, grazie alla presenza di Dio che accompagna le sue giornate. David definisce la vita una partita a scacchi perfettamente giocata, dove ogni mossa che avviene si innesta alla perfezione con l’altra. Ha il sorriso stampato sulle labbra e un ottimismo che di spiegabile ha poco, visti i dolori alle ossa, causati dalla violenza del cancro.

Lui, però, si sente pieno di gioia. La sua storia fa il giro del mondo. In tanto pregano per lui nei cinque continenti. Quelle preghiere, dice lui, sono «grazie» che non capitano a tutte le persone. E anche ciò che appare negativo, la malattia, è un “dono”, è qualcosa di positivo.

«Un cancro che può’ ucciderti è un dono». Una frase che ripete spesso a chi lo incontra in ospedale e poi a casa. Sino al giorno in cui le forze lo abbandonano definitivamente e spira sereno. 

“Il diavolo? Non mi farò tentare”

Durante il suo funerale, il parroco ha ricordato il modo in cui David ha affrontato la malattia. Si sono visti spesso nei giorni del decorso clinico e sopratutto nelle ultime settimane quando ormai il tumore aveva avvolto diversi organi vitali. Il ragazzo soffriva molto, faticava a respirare, ma non si è mai lamentato.

Raccontava il parroco di un colloquio simpatico con David poche ore prima che si aggravasse ed entrasse in coma. «Attento che il demonio rimetterà’ dubbi sull’esistenza di DIo». E David replicava sicuro: «Veramente non accadrà». E il prete: «Attento il demonio è sentimentalista… quando andrai in coma la tua anima è vigile… devi rimetterti in piedi». La risposta del ragazzo, mentre boccheggiava, era in un incredibile sorriso.

“Sentire voi è un dono del Signore”

Uno dei suoi gruppi musicali preferiti, la band de “I Reale“, lo ha omaggiato con un post su Facebook. «SPEZZATO dalla malattia, ha DONATO a tutti noi la testimonianza di gioia e fiducia in Dio nonostante il dolore, MANGIATO da tutti noi che continuiamo a portare nel cuore il suo esempio di Santità».

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Con David, proseguono i Reale «ci siamo conosciuti pochi mesi fa, a febbraio dopo una testimonianza. Ma siamo rimasti affascinati dal suo sorriso e dalla forza con cui diceva a tutti i suoi coetanei “se riesco ad essere felice io, perchè non puoi farlo tu?”. Ci siamo scambiati in questi mesi molti messaggi, era un fan della nostra musica e “spacciava” nostri cd a tutti, uno degli ultimi messaggi diceva: “Ale, anche se ci siamo conosciuti da poco e per poco tempo sento di provare un grande affetto per voi, questo per me è un dono del Signore che ci permette di sentirci veramente fratelli anche a distanza! Che Dio vi benedica tutti e possiate sentire quanto veglia sulla vostra vita!”😘».

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