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Miti cattolici da sfatare: si poteva davvero costruire una grande nave con le reliquie della Santa Croce?

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AVA Bitter/Shutterstock

Philip Kosloski - pubblicato il 15/09/17

Nel corso dei secoli gli scettici hanno dubitato dell'autenticità delle reliquie, ma ecco cosa ci dice la storia

Dagli Archivi

Il 14 settembre è la festa dell’Esaltazione della Santa Croce, e celebra la gloria della croce di Cristo, mediante la quale siamo stati salvati. È anche un giorno che commemora il ritrovamento della Vera Croce da parte di Sant’Elena (madre dell’imperatore Costantino) nell’anno 326. Storicamente, il ritrovamento della Vera Croce veniva celebrato il 3 maggio.

Piccole reliquie della croce possono essere trovate nelle grandi cattedrali come nelle chiese più umili, e allo stesso tempo singoli individui ne rivendicavano il possesso. La diffusione di queste reliquie spinse Giovanni Calvino ad affermare che “se tutti i pezzi che si possono trovare venissero riuniti insieme formerebbero una nave enorme”.

Gli scettici moderni si attengono alla dichiarazione di Calvino e affermano che visto che ci sono così tante “reliquie” della Santa Croce Sant’Elena non l’ha mai trovata, e tutte queste reliquie sono semplicemente contraffazioni, pezzi di legno qualunque inseriti in contenitori d’oro.

È vero? Se riunissimo tutte le reliquie della Vera Croce formerebbero una nave di legno capace di rivaleggiare con l’arca di Noè?

Mito o realtà?

In primo luogo, dobbiamo vedere cosa ci dice la storia sul ritrovamento della Vera Croce.

La tradizione (confermata dalle fonti contemporanee di San Giovanni Crisostomo, Sant’Ambrogio, Rufino e Gelasio, solo per citarne alcuni) riferisce che Sant’Elena venne ispirata da Dio a recarsi in Terra Santa alla ricerca della Vera Croce di Gesù Cristo. Dopo la morte di Gesù gli ebrei nascosero la croce in un fossato, coprendola con delle pietre di modo che i primi cristiani non potessero venerarla. Negli anni successivi sullo stesso luogo venne anche costruito un tempio pagano in onore della dea Venere, probabilmente edificato sotto il regno dell’imperatore Adriano.

C’era una manciata di ebrei che sapevano dov’era nascosta la Vera Croce, e si trasmisero l’informazione nel corso dei secoli. Uno di questi, di nome Giuda, si sentì in dovere di dire a Sant’Elena dove fossero sepolte le reliquie della Vera Croce.




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Vennero effettuati degli scavi sul posto e furono trovate tre croci, una che si riteneva fosse la Vera Croce e le altre due dei ladroni crocifissi ai lati di Gesù. Non si sapeva, tuttavia, su quale croce fosse stato crocifisso Gesù, e si decise di portare una donna malata terminale sul posto e di farle toccare ciascuna delle croci. Una di queste guarì miracolosamente la donna, e quindi quella croce venne custodita in una chiesa costruita a Gerusalemme sul Santo Sepolcro, credendo fosse la Vera Croce per via delle sue proprietà soprannaturali.

Poco dopo questo evento, la Vera Croce venne spezzata in due parti principali: la prima rimase a Gerusalemme, l’altra fu inviata a Costantinopoli. Sant’Elena portò anche un pezzo di notevoli dimensioni a Roma, dov’è attualmente custodito nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme. Iniziò anche la frammentazione della Vera Croce, e chiese e individui richiesero delle reliquie, che vennero esposte in chiese e cattedrali di modo che i pellegrini non dovessero andare fino a Gerusalemme per venerarle.

Volendo verificare l’affermazione e vedere se era vero che tutte le reliquie della Vera Croce riuscirebbero a costruire una grande nave, uno studioso francese indipendente di nome Charles Rohault de Fleury ha tracciato ogni reliquia esistente e nel 1870 ha pubblicato uno studio scientifico

intitolato Mémoire sur les instruments de la Passion (Memoria sugli strumenti della Passione).

Dopo aver calcolato il peso della croce che Gesù dovrebbe aver portato, ha stimato che il suo volume avrebbe dovuto essere di 178 decimetri cubi. De Fleury ha poi paragonato quella cifra al volume totale di tutte le reliquie della croce, scoprendo che tutte le reliquie del mondo ammontavano solo a 3, 9 decimetri cubi. Sorpreso, de Fleury ha moltiplicato il numero per 10 per tener conto di qualsiasi reliquia potesse essere stata distrutta o in mano a privati.

Anche così, 39 decimetri cubi non era nemmeno lontanamente vicino al volume originale della croce. Mito sfatato!

Nel corso del tempo sono state tramandate false reliquie della croce, ed è per questo che è importante conoscere la storia di una reliquia in particolare e di disporre della documentazione adeguata che ne verifichi l’autenticità.

Molti miracoli e guarigioni sono stati attribuiti a reliquie della Vera Croce nel corso dei secoli, e attestano il potere duraturo della Croce di Cristo.

Come preghiamo nella Via Crucis, “Ti adoriamo, Cristo, e Ti benediciamo, perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo”.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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