Il 7 settembre era la giornata più carica e pesante del viaggio apostolico in Colombia, con nientemeno che cinque allocuzioni di Papa Francesco. È stata per lui l’occasione di mostrare la prossimità verso l’intero popolo colombiano, mostrando una certa esigenza
Papa Francesco è felice di essere in Colombia. Il passo decisivo verso la fine dei conflitti armati gli dà gioia – cosa che non ha mancato di dichiarare alle autorità del Paese. In quanto Pastore universale, non può che amare questo Paese, che offre «una sintesi cristiana luminosa».
Di più, il vescovo di Roma è particolarmente affezionato alla Colombia e ai colombiani. Per lui si tratta di una “nazione benedetta” dalla ricchezza della «qualità umana dei suoi abitanti», persone dallo «spirito accogliente e buono», e «dotate di tenacia e di coraggio». E quanto ai giovani, il loro entusiasmo tocca il cuore del papa latino-americano.
Eppure, per tutta la giornata Papa Francesco ha dato prova di una certa esigenza nei confronti dei colombiani. Glie l’ha significata direttamente, come pure ai loro vescovi e ai loro leader. Certo, questa esigenza è stata manifestata con attenzione e rispetto, ma è stata decisamente presente. «Il Papa è meno duro di prima», notava uno del suo entourage prima del viaggio.
L’esigenza assoluta del rispetto della vita
Per il Pontefice, gli accordi di pace e i cessate il fuoco con i guerriglieri nel Paese sono un passo positivo ma non sufficiente. Se i colombiani vogliono veramente una società senza violenza, bisogna che la costruiscano sul rispetto della «vita umana, soprattutto di quella più debole e indifesa».
Così, la necessità del rispetto della vita, dal suo concepimento alla fine naturale, è stata ripetuta da Papa Francesco in non meno di tre dei suoi interventi. Come pure l’attenzione verso le famiglie e il matrimonio, «che unisce l’uomo e la donna». Un passo non anodino: la Colombia è un Paese molto cattolico – 94% di battezzati! – ma che permette, per esempio, l’eutanasia e il “matrimonio” omosessuale.
Se i colombiani vogliono dire addio alle «fitte tenebre che minacciano e distruggono la vita», bisogna costruire risolutamente una società fondata sui “principi evangelici”. In quanto tali principi costituiscono già «una dimensione significativa del tessuto sociale colombiano». Dopo sessant’anni di lotte armate, i colombiani devono pure «ricominciare a considerarsi fratelli».
Lasciarsi “schiaffeggiare” dalle sofferenze altrui
La speranza della Colombia, dice Papa Francesco, sta nella gioventù. Sono i giovani che sono capaci «di sentire il dolore di quanti hanno sofferto», e anche di lasciarsi «schiaffeggiare» da tali sofferenze. Il successore di Pietro ha un’esigenza anche verso di loro: devono insegnare a perdonare e a «guarire il nostro cuore».
Ai vescovi colombiani il Papa ha domandato di badare a essere dei padri per i loro preti. Una richiesta che ha applicato anche a sé stesso per il popolo colombiano: un amore paterno che non ricusa di essere esigente verso i figli.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]