Dalla mediazione tra Santos e la guerriglia alla beatificazione di Jaramillo e Ramirez
Solcherà l’oceano Atlantico, percorrendo 19.650 chilometri, per recarsi in un solo Paese. La Colombia è l’unica meta del prossimo pellegrinaggio internazionale di papa Francesco. In genere, nel dover percorrere una simile distanza, il Pontefice abbina più nazioni. Stavolta non l’ha fatto.
Il viaggio è da mercoledì 6 a lunedì 11 settembre e toccherà le città di Bogotà-Villavicencio-Medellín-Cartagena. Il Papa atterra a Bogotà alle 23.30 ora italiana (ore 16.30 locali) dopo 12 ore di volo.
PERCHE’ VA IN COLOMBIA?
Bergoglio va – lo ha detto più volte – per accompagnare la Colombia nel primo passo verso la pace. Una pace troppo a lungo impensabile e impensata. La guerra tra governo e guerriglia delle Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia (Farc) è senza soste.
Alle spalle, il Paese latinoamericano ha un dolore mai sopito per un conflitto che ha provocato in mezzo secolo almeno 260 mila morti, più di 60 mila dispersi e 7 milioni di sfollati e profughi. Si tratta di stime, perché probabilmente le cifre esatte non le sapremo mai (Radio Vaticana, 6 settembre).
Per questo al centro della visita ci sarà una forte chiamata alla responsabilità e allo stesso tempo l’impegno ad accompagnare la riconciliazione tra le parti.
«Mi aspetto che il Papa, per grazia dello Spirito santo e con la sua esperienza pastorale, raggiunga con un messaggio di pace e riconciliazione il cuore di tutti i colombiani»: Guzmán Carriquiry, segretario della Pontificia Commissione per l’America Latina.
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