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Papa Francesco: “Saper ridere di se stessi salva dal narcisismo”

Pope Francis – Profile – Portrait – Close-up

© Antoine Mekary / ALETEIA

Radio Vaticana - pubblicato il 04/09/17

Testimoniare la misericordia uscendo da se stessi, dall’autoreferenzialità e dal narcisismo. E’ uno dei passaggio del discorso a braccio, in spagnolo, di Papa Francesco alla Comunità Cattolica Shalom, i cui membri sono stati ricevuti stamani in udienza in Aula Paolo VI. Un discorso dai toni a volte scherzosi ma ricco di spunti concreti per la vita dei giovani. Circa 4mila i presenti. Prima del suo discorso, le esperienze di alcuni di loro, a cui Francesco risponde.

Quello che il Papa rivolge alla Comunità Cattolica Shalom, fondata 35 anni fa, è soprattutto un invito a testimoniare la misericordia. Voi non potete – ha sollecitato Francesco – solo parlare della misericordia, dovete testimoniarla, condividerla, insegnare uscendo da voi stessi. Bisogna, quindi, annunciare che Dio è buono e che sta aspettando le persone anche nei peggiori momenti della vita. Non a caso è proprio la parabola del Figliol Prodigo, con il Padre che attende il figlio e lo vede venire da lontano, a far capire cosa sia la misericordia.

Il Papa mette, quindi, in guardia i giovani dall’autorefernzialità, dall’essere concentrati su se stessi. La cultura in cui viviamo è molto egoista, ha una grande dose di narcisismo, di contemplazione di se stessi, ignorando gli altri ma il narcisismo produce tristezza perché si vive preoccupati di truccarsi l’anima ogni giorno, di apparire migliori di quello che si è. Non bisogna, invece, guardarsi allo specchio, che inganna, ma guardare gli altri. E dà loro un consiglio: se un giorno volete guardarvi allo specchio, fatelo per ridere di voi stessi. Saper ridere di se stessi, dà allegria e salva dalla tentazione del narcisismo.

Quindi, Francesco si sofferma sul problema della droga, rivolgendosi al ragazzo che è uscito da questo tunnel. La droga è uno degli strumenti che ha la cultura in cui viviamo per dominare, fa vivere senza radici, sradicati dal presente e dal passato, dalla famiglia, dall’amore e da tutto. Vivere in un mondo senza radici, questo è il dramma della droga. Uscire dalla droga, invece, è prendere coscienza che si possono creare cose nuove e belle.

Nel cammino sinodale quindi tutti dobbiamo discernere la vocazione per vedere quello che il Signore ci vuol dire in vista di una missione, cioè dare gratuitamente quello che abbiamo ricevuto. Questo è il forte invito del Papa, perché dare gratuitamente riempie l’anima. Rivolgendosi, infine, ai più anziani della Comunità Shalom, raccomanda il dialogo fra loro e i giovani, che è una delle sfide poste dal mondo. I giovani infatti hanno bisogno di ascoltare gli anziani, così come gli anziani i giovani. Gli anziani non devono essere tenuti in un guardaroba, nascosti, spiega facendo riferimento a quando ha avuto l’esperienza, nel passato, di andare con un gruppo di ragazzi, in una casa di riposo: si suonava la chitarra e dopo iniziava il dialogo, quel dialogo con nonni e anziani che hanno saggezza.

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