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Quando Pio XI provò a salvare Sacco e Vanzetti

Sacco e Vanzetti

Boston Public Library

Lucandrea Massaro - Aleteia Italia - pubblicato il 23/08/17

Nel 90esimo della morte dei due connazionali si scopre che anche il Papa cercò di intervenire in loro aiuto

La storia di Sacco e Vanzetti è una ferita aperta per certi aspetti, che continua a fare male perché generata da una ingiustizia. I due – emigrati italiani in America negli anni ’20 del Novecento – finirono sul patibolo per una accusa di duplice omicidio. Il fatto di essere italiani e di simpatie anarchiche non aiutò, e la giustizia americana ignorò la confessione di un portoghese, Celestino Madeiros, e in un clima di caccia alle streghe spedì i due alla sedia elettrica. Anche all’epoca ci furono diverse perplessità, ma il boia non si fermò. Non si fermò neppure davanti alla richiesta, a quanto pare, arrivata da Roma, addirittura da Papa Pio XI che diede impulso al Cardinal Gasparri di attivare l’Arcivescovo di Boston, monsignor O’Connel.

«Card. Gasparri richiede, se possibile, la tua caritatevole intercessione a favore di Sacco Vanzetti / stop / Si prega di rispondere con il telegramma»: questo , invece, ad esempio, il testo ricevuto dall’arcivescovo di Boston cardinale William O’Connell e inviatogli da Paolo Marella della Delegazione apostolica a Washington, che ebbe la pronta risposta di O ’Connell lo stesso giorno, 10 agosto 1927: «Abbiamo già fatto in questa direzione e continueremo così fino a quando vi sarà speranza». Dunque non solo la Santa Sede, Pio XI e il Segretario di Stato, ma anche le gerarchie cattoliche negli Usa si erano mosse, seppure con prudenza, per scongiurare la terribile conclusione della vicenda che vide i due anarchici , dopo aver rifiutato i conforti religiosi di padre Murphy il cappellano del carcere di Charlestown , fulminati sulla sedia elettrica, nonostante le autorevoli richieste di grazia giunte da tutto il mondo (Vatican Insider, 23 agosto).

Un clima troppo duro e odioso perché la diplomazia e la persuasione potessero trovare sponda sulle autorità americane, troppo occupate a fare piazza pulita sui cosiddetti “sovversivi”.

Le pressioni venutesi a creare sul caso che trovava nei due anarchici i capri espiatori di un’ondata repressiva scatenata contro i “sovversivi” dal presidente Usa, Woodrow Wilson, già all’inizio erano troppo grandi e provenienti da troppi ambienti perché si potesse immaginare che l’arcivescovo di Boston potesse fare solo da muto spettatore. E, come confermano i documenti ritrovati, O’ Connell – cui si attribuiscono per lo più parole vaghe sulla fallibilità dei giudizi umani contrapposti alla perfezione della giustizia divina – ne fu subito coinvolto, in “forma privata” come in altre occasioni. Lo provano informazioni raccolte attraverso il reverendo John A. Ryan, direttore del “Department of Social Action of the National Catholic Welfare Council” già nel maggio 1921 dove si parla di Sacco e Vanzetti come del caso dei «two Italian boys» e si manifestano preoccupazioni per l’equità del processo

Questa storia, di pietà e di lavorio diplomatico non andato a buon fine, parla oggi un articolo di Marco Roncalli su Vatican Insider, il supplemento dedicato alla Chiesa cattolica de La Stampa, in occasione dell’anniversario – il 90esimo – della morte dei nostri due connazionali. Una tragedia che – per certi aspetti – sembra ripetersi ancora oggi dove il clima di sospetto, la xenofobia e il razzismo prevalgono sulla comprensione e il Vangelo.

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