Il padre tornò a Caranal e passò la notte nell’auto. La mattina seguente si svegliò presto, arrivò sul luogo dove lo aveva lasciato la notte precedente.
“Camminai 50 metri e lo incontrai sul lato destro della carreggiata, totalmente straziato”, continuò il padre.
“Lo trovai pancia in su, quando provai a muovere il corpo fuoriuscì parte della materia cerebrale. Dovetti avvolgerlo nella mia stola, con le cose dell’eucarestia.”, raccontò il testimone.
Secondo lui il vescovo fu assassinato un’ora dopo essersi separati.
“Il primo colpo fu alla schiena e gli fratturarono il braccio destro, uno sparo al fianco e l’altro in faccia, con un’arma lunga, dicono gli esperti”, spiegò Muñoz.
Non aveva più l’anello episcopale, glielo avevano portato via e la catena del pettorale era rotta in più parti.
Dopo aver pregato un momento ricoperse il corpo con dei rami, poiché il sole si stava alzando e non voleva che qualcuno lo vedesse così. Tornò a Caranal a cercare l’ispettore di polizia, siccome non c’era, la giunta comunale si occupò del corpo. Il cadavere del vescovo fu portato in un fuori strada fino ad Esmeralda. Lì, nel centro di assistenza del luogo, il corpo del vescovo venne pulito e un elicottero militare lo portò a Arauca.
Riguardo le ragioni dell’omicidio, padre Helmer assicura che a monsignor Jaramillo lo consideravano complice della Mannesmann (la multinazionale che costruì l’oleodotto Caño Limón-Coveñas), e che i preti ottenevano i guadagni dalle opere realizzate da questa impresa, ma anche che amministrasse i soldi che il Governo destinava ai professori attraverso il programma Educación Contratada e che lo addoloravano le morti dei soldati ma non quelle delle altre persone.
“La beatificazione di monsignor Jaramillo porterà molte benedizioni per Arauca, anche per coloro che lo criticarono – che non furono pochi– gli stessi che grazie a documenti e informazioni spinsero la guerriglia contro di lui”, concluse padre Helmer.
*Della redazione politica del quotidiano della Colombia El Tiempo
Traduzione dallo spagnolo di Silvia Pizio.