Cosa diciamo?
Prima di iniziare a pregare, è una buona idea fermarsi per un attimo e chiedere allo Spirito Santo di donarci le parole da pronunciare in quel dato contesto. Continuo ad essere stupito dalle parole che escono dalle mie labbra quando mi permetto di essere guidato dallo Spirito Santo, anche se la mia preghiera è fatta solo di qualche parola. Aiuta anche valutare rapidamente, nel miglior modo possibile, a che punto del suo cammino di fede si trova la persona. Questo aiuterà a determinare quanto possiamo pregare per lei prima che inizi a sentirsi a disagio (pregando in modo breve e semplice non si sbaglia mai).
Più che essere una preghiera, le nostre parole possono essere anche una fonte di conforto e di forza per la persona per la quale stiamo pregando. Un ottimo modo per pregare con qualcuno è trarre ispirazione da un punto di empatia. Ad esempio, se una persona ha appena perso qualcuno di caro, mettetevi nei suoi panni. Cerca sicuramente conforto. Cerca forza emotiva e/o mentale per affronta il suo dolore. Sta cercando di trovare un senso a tutte le emozioni che prova. Parlate delle varie dimensioni della situazione e pregate per ciascuna di quelle necessità in modo chiaro e semplice, chiedendo al Signore di portare la Sua presenza in ogni area.
Ad esempio: “Signore, prego per Joe mentre affronta la morte di suo padre. Donagli la forza di cui ha bisogno per portare il peso della sua tristezza e del suo dolore. Ti ringrazio, o Dio, per il dono che suo padre è stato nella sua vita. Aiuta Joe a volgersi a Te in questo momento. Signore, ti preghiamo di riempire il cuore di Joe con la Tua pace e la Tua presenza, di modo che il suo cuore, ora pieno di dolore, possa essere invece pieno di Te”.
Anche se qualcuno malato vi chiede di pregare per lui è facile essere empatici con lui. Dalla malattia derivano la debolezza fisica, la frustrazione, l’impazienza, il desiderio di guarigione…
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Cosa pensiamo?
Quando preghiamo con qualcuno, la base della nostra preghiera dovrebbe essere l’umiltà e dovremmo elevare la mente e il cuore a Dio (CCC, n. 2559). Quello che succede alla fine quando preghiamo con qualcuno riguarda Dio e la persona stessa. Non è il momento in cui siamo noi a dover brillare cercando di pronunciare belle parole che attirino l’attenzione su di noi piuttosto che su Dio. Bisognerebbe concentrarsi su Dio, sul Suo potere e sul Suo amore, e sulla guarigione emotiva/fisica che Gli stiamo chiedendo di mettere in atto. Gesù ci ha chiesto di rivolgerci al Padre in Suo nome, ed è quello che dovremmo fare: chiedere al Padre di aiutare la persona che è in difficoltà nel nome di Gesù.
Per riuscire a pregare con qualcuno in modo spontaneo ed essendo a nostro agio dobbiamo preparare continuamente il nostro cuore (e approntare uno scudo contro i tanti rifiuti che potremo ricevere di fronte alle nostre offerte di preghiera). Se vogliamo sviluppare questa disciplina è fondamentale mantenere una vita di preghiera regolare. Se pregare con qualcuno è un’attività guidata dallo Spirito Santo, dobbiamo lavorarci per essere in grado di crescere nella fiducia e nella competenza. Il nostro cuore dev’essere sintonizzato su Dio, di modo che pregando con qualcuno possiamo essere guidati da Lui e non dalla nostra saggezza.