C’è stato un periodo in cui l’idolatria era la norma. Con l’avvento del cristianesimo, la religione dell’unico Dio ha influenzato individui, culture e Nazioni. Quell’epoca è ormai passata. Negli ultimi decenni ci siamo spostati verso quella che molti almeno in Occidente chiamano “era post-cristiana”.
Tom Gilson ci mette in guardia dall’usare questa definizione: “Un termine come ‘post-cristiano’ non sarebbe mai stato destinato a durare molto. Le grandi culture non sono note per quello che erano, ma per quello che sono (chi definisce l’Europa medievale post-pagana?) Per qualche decennio ha avuto un senso descrivere la cultura occidentale in termini del cristianesimo che si stava lasciando alle spalle, ma ora una nuova fede ha messo totalmente da parte quella vecchia”.
La “nuova fede” di cui parla Gilson è “l’adorazione di sé”, il rendere idoli noi stessi e i nostri desideri egoisti. Ci sono tanti dèi quanti sono gli esseri umani, e questi dèi entreranno inevitabilmente in conflitto.
“Quando gli dèi lottano tra loro, gli uomini devono morire”. Nel tentativo di “liberarci” dal Dio vivente ci siamo “liberati” nella legge della giungla.
La Chiesa ci offre una guida chiara su quello che ci chiede il Primo Comandamento, per poter vivere con le giuste priorità: dobbiamo al Dio vivente un’adorazione degna. Dobbiamo a Dio vite vissute con fede, speranza e amore. Oggi sedetevi e fate una lista per rispondere a questa domanda: “Se la mia vita fosse davvero formata, informata e trasformata dal Primo Comandamento, come sarebbe diversa da come l’ho vissuta nell’ultimo anno?” Siate onesti, specifici e affidabili – condividete questa lista con il Signore nella preghiera e con un amico in confidenza. Impariamo la lezione da quella bambina malata che sa che non può permettersi di mettere qualcos’altro al primo posto.
[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]