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La celiachia non significa “Niente Eucaristia per te!”

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Magdalena Kucova / Shutterstock

Mary Hallan Fiorito - pubblicato il 14/07/17

Avere tre figli con la celiachia ci ha insegnato ad essere cauti ma senza panico

La notizia scioccante è esplosa di recente: Papa Francesco vuole avvelenare i miei figli.

Secondo molti media nazionali e internazionali, il Pontefice ha appena diffuso una dichiarazione che restringe l’uso delle ostie gluten-free (senza glutine) a Messa.

“Il Vaticano mette al bando il pane senza glutine per la Santa Comunione!”, ha gridato la BBC News. L’irlandese Extra ha tenuto fede al proprio nome e ha fatto un passo avanti dicendo che “in base alle nuove regole i celiaci non potranno più ricevere il Corpo di Cristo a Messa”.

Il titolo si riferiva a una lettera circolare ai vescovi diffusa dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti e risalente al 15 giugno.

Il testo non contiene nulla di nuovo, e in effetti il primo paragrafo indica che Papa Francesco ha diffuso la lettera per ricordare che, visto che le ostie e il vino non sono più distribuiti esclusivamente dalle comunità religiose cattoliche, è fondamentale che i vescovi facciano attenzione alla provenienza degli alimenti usati. Un po’ più in basso, la lettera ricorda che “le ostie completamente prive di glutine sono materia invalida per l’Eucaristia. Sono materia valida le ostie parzialmente prive di glutine e tali che sia in esse presente una quantità di glutine sufficiente per ottenere la panificazione senza aggiunta di sostanze estranee e senza ricorrere a procedimenti tali da snaturare il pane”.

La Radio Vaticana ha riferito della diffusione della nota in modo piuttosto routinario il 7 luglio. Facebook e Twitter, com’era prevedibile, sono esplose con la bigotteria più anticattolica che avessi mai visto da un bel po’ di tempo. “È questo il motivo per cui mia figlia… non si sentiva accolta nella Chiesa cattolica, e quindi abbiamo dovuto effettuare un cambiamento”, ha scritto una madre, dicendo che la figlia le aveva detto: “Dio mi ha creata così e per me non essere accolta in questa Chiesa non è giusto”.

“È una vera stupidaggine”, si legge su un post infuocato su Facebook. “Milioni di cattolici sono celiaci, ‘andate avanti e avvelenateli senza problemi’!”

Al di là dell’isteria, la celiachia è una cosa seria. Non è un’allergia o un’intolleranza al glutine, ma un disordine genetico autoimmune scatenato dal consumo di glutine. Se una persona celiaca ne ingerisce accidentalmente perfino una piccola quantità può avere dei disturbi – mal di testa, mal di stomaco, sudori freddi, problemi gastrointestinali – che possono durare per giorni. Non c’è cura per la celiachia, ma chi ne è affetto può minimizzarne i sintomi seguendo una dieta strettamente gluten-free. Se siete i genitori di un bambino celiaco, dovete essere ipervigilanti e fare attenzione a che vostro figlio non assuma glutine accidentalmente, magari quando va a casa di un amichetto o partecipa alla Messa.

Come mamma cattolica che cresce tre figli celiaci lo so fin troppo bene. Vedere un celiaco soffrire dopo aver ingerito del glutine fa capire facilmente perché alcuni siano rimasti tanto colpiti da questi titoli sensazionalisti (ma falsi).

Abbiamo già discusso di come ricevere in sicurezza l’Eucaristia con il nostro pediatra gastroenterologo, anch’egli cattolico. La disciplina eucaristica della Chiesa richiede che le ostie utilizzate per la Comunione siano fatte di grano. Realizzare un’ostia che soddisfi questo requisito ma con un livello sicuro di glutine è stata una sfida, ma ora sono disponibili varie opzioni a basso contenuto di glutine. La più nota è quella elaborata dalle Suore Benedettine di Clyde, Missouri. Secondo il loro sito web, “il dottor Alessio Fasano, direttore del Centro per la Ricerca sulla Celiachia dell’Università del Maryland, [ha testato e] stabilito che la quantità di glutine contenuta in una delle ostie a basso contenuto di glutine delle Suore Benedettine (< .01 percent) era così limitata che una persona affetta da celiachia dovrebbe consumarne 270 al giorno per raggiungere uno stadio pericoloso”.

Il problema non è l’ostia a basso contenuto di glutine. Il pericolo più grande per i miei figli, e per qualsiasi celiaco, è il rischio di contaminazione incrociata. Visto che il glutine è “appiccicoso”, aderisce facilmente alle dita del ministro che tocca un’ostia normale e poi quella a basso contenuto di glutine. “I vostri figli possono assumere più glutine dalle dita di un ministro che non si è lavato le mani di quello che assumeranno con le ostie realizzate appositamente, che hanno un contenuto di glutine estremamente basso”, ci ha avvertiti il nostro medico.

Un secondo pericolo deriva dalla gente che dichiara che visto che l’Ostia eucaristica è la vera Carne di Cristo, i celiaci dovrebbero essere al sicuro mangiando qualsiasi ostia, perché “se si crede davvero alla Presenza Reale, allora il glutine non può far male”. I celiaci hanno già abbastanza problemi senza dover consumare un’ostia con un normale contenuto di glutine per provare la propria fede.

Ciascuno dei miei figli affronta in modo diverso il suo problema nella pratica della fede. A mia figlia maggiore è stata data accidentalmente un’ostia “normale” da un ministro eucaristico distratto, e come risultato è stata talmente male da non alzarsi dal letto per 24 ore. Va a Messa ogni domenica, ma fa raramente la Comunione, a meno non sia assolutamente certa che non ci sia rischio di contaminazione incrociata.

La Chiesa potrebbe affrontare meglio la questione trattando maggiormente il problema dei fedeli affetti da celiachia. Le nostre esperienze hanno spaziato molto in base a dove andiamo a Messa. Alcune parrocchie hanno un calice solo per le persone celiache, altre non hanno nemmeno a disposizione le ostie a basso contenuto di glutine. Alcuni ministri dell’Eucaristia ricevono una formazione per maneggiare in modo adeguato le ostie a basso contenuto di glutine, ma molti no. Alcune parrocchie conservano le ostie in modo adeguato (in un contenitore ermetico, nel freezer), altre no.

Una lamentela comune tra le persone affette da celiachia è il fatto che questa condizione sia conosciuta e compresa molto poco, che spesso non venga diagnosticata e sia difficile attirare l’attenzione sulla sua serietà per chi ne soffre. E allora, se i titoli di questi giorni sono stati una dimostrazione di ignoranza, parzialità o perfino malizia, sono serviti a un utile scopo: negli ultimi giorni ho avuto più conversazioni con sacerdoti, ministri straordinari dell’Eucaristia e altre persone sulla celiachia e la contaminazione incrociata che nei sei mesi precedenti.

Come sempre, Dio fa sì che tutte le cose cooperino insieme per il bene.

Mary Hallan Fiorito è Cardinal Francis George Fellow presso l’Ethics and Public Policy Center di Washington, D.C. È avvocato, commentatrice su questioni che coinvolgono le donne e la Chiesa cattolica e madre di tre bambini affetti da celiachia.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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