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Drammatica confessione di un ex tossicodipendente

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T.W. con Jean Elizabeth Seah - pubblicato il 13/07/17

Questa storia ci ricorda che la fede non è un'idea, ma l'incontro con un evento
Sono stato tutte le cose meno sante che ci siano. Se Dio può operare attraverso me può farlo con chiunque. Frase attribuita a San Francesco d’Assisi

La mia vita fino a questo momento potrebbe sembrare a molti uno spreco, perfino una cosa ripugnante, ma ora so che è stata redenta ed è in processo di redenzione. A Dio piacendo onorerò Cristo, anche se sono stato tutte le cose meno sante che si possano immaginare.

Sono stato allevato da un padre che lavorava sodo e da una madre affettuosa e vivace in un tranquillo sobborgo del Queensland (Australia), su quattro acri di proprietà rigogliosa. Da quando avevo tre anni ho preso lezioni di danza, cominciando con il jazz per poi proseguire con tip tap con mia madre. Per tutta la vita ho avuto difficoltà a rimanere impegnato in qualcosa, tranne che nella danza.

Purtroppo l’amore per la danza ha contribuito alla mia ostracizzazione a scuola. Gli altri ragazzi erano tipi atletici, che amavano lo sport e la lotta. Non li ho mai capiti, e mi hanno etichettato come gay per il fatto di essere un ballerino.

Essendo stato oggetto di bullismo a scuola e non trovando mai un vero amico ho sofferto di bassa autostima e mi risultava difficile concentrarmi in classe. Le cose sono peggiorate quando la mia famiglia è stata costretta a trasferirsi quando ero adolescente, e nel nuovo ambiente sono stato abusato da un amico di famiglia e introdotto alla droga da una persona che viveva vicino alla scuola di danza.

Nessuno in famiglia sapeva che grande danno potessero fare le droghe e le ho accettate, desideroso di ottenere quella che sembrava l’amicizia della persona che le offriva. Come ha concluso il professor Peter Cohen, direttore del Centro per la Ricerca sulle Droghe di Amsterdam, in base a una ricerca sociologica, le droghe sono una sostituzione dei legami umani:

“…gli esseri umani hanno un profondo bisogno di legarsi e formare collegamenti. È così che otteniamo la nostra soddisfazione. Se non riusciamo a collegarci gli uni agli altri, ci collegheremo a qualsiasi cosa riusciamo a trovare – i giri vorticosi della pallina di una roulette o la puntura di una siringa… Dovremmo smettere di parlare di ‘dipendenza’ in generale, e chiamarla invece ‘legame’. Un dipendente dall’eroina si è legato all’eroina perché non si poteva legare pienamente a nient’altro”. Johann Hari, The Likely Cause of Addiction Has Been Discovered, and It Is Not What You Think, The Huffington Post, 20 gennaio 2015

E così a 19 anni ho iniziato il mio rapporto con le amfetamine, e poi sono passato alle metamfetamine. La mia dipendenza da queste ultime è iniziato in modo innocuo, producendo momenti che mi permettevano di creare splendidi disegni, di esprimere il mio io interiore rifiutato dai miei compagni di scuola. Poi mi sono invischiato sempre di più nelle droghe, e loro hanno inghiottito la mia vita.

I miei genitori hanno vissuto un vero inferno. A volte rimanevo lontano dalle droghe per sei mesi, e allora mi cullavo nell’illusione di riuscire a controllare la situazione – ma non era così, perché avevo da molto ceduto il controllo alla droga. Una volta, dopo essere rimasto sveglio per circa quattro giorni con le metamfetamine, sono tornato a casa in macchina (Dio solo sa come sia riuscito a non uscire di strada) e mi sono mangiato una ciotola di cereali prima di crollare sul divano. La cosa successiva che ricordo è che ero in piedi e dopo aver controllato l’ora sono entrato in panico perché avrei dovuto incontrare un’amica. Ho guidato fino a casa sua, e dopo qualche telefonata frenetica sono riuscito a mettermi in contatto con lei. Anche lei si drogava, ed entrambi non riuscivamo a ricordare quello che avevamo fatto per ben due ore. Mi sono passato le mani tra i capelli e ci ho trovato dei cereali schiacciati. Mi sono chiesto che aspetto dovesse avere il salotto.

Quando sono tornato a casa mia madre era piena di orrore. Mi aveva visto in piedi in salotto mentre mi contorcevo le mani e pronunciavo parole incomprensibili per circa due ore prima di schizzare fuori di casa. Il suo bambino si era trasformato in un mostro.

Le cose non hanno fatto che peggiorare. Un conoscente mi ha insegnato come entrare nelle case altrui, rubando qualsiasi cosa riuscissimo a trovare per comprarci la droga. Avevo fallito al liceo e non avevo alcuno scopo nella vita, tranne che il prossimo colpo mi tirasse fuori dalla miseria almeno per un po’.

Poi mia madre si è ammalata di cancro.

Ero stato allevato nella Chiesa unitariana, ma non avevo mai compreso nessuno dei suoi insegnamenti. Nel corso del tempo sono diventato un ateo arrogante e agnostico, ma non al punto da respingere qualsiasi prova di potere superiore mi venisse proposta.

Dopo tre anni di assistenza a mia madre in casa mentre mio padre continuava a lavorare per sostenerci è cresciuta dentro di me la certezza che fosse vicina alla fine della sua vita. Il mio compleanno è il giorno della festa di Santa Monica (come ora so), e avevo la forte sensazione che mia madre sarebbe morta esattamente un mese dopo.

Mia madre ha trascorso la sua ultima settimana di vita nel reparto di cure palliative del QE2 Hospital di Brisbane. Stavo per entrare nella doccia quando mio padre mi ha chiamato dicendo che mamma era morta. Ho ricevuto la notizia con una calma mortale, e sono tornato in bagno. È stato solo quando l’acqua mi è scesa sul corpo che ho sentito il cuore che si spezzava e ho lanciato un grido di dolore primordiale.

Quello è stato l’inizio di una serie di eventi e di segni che mi hanno portato a concludere che debba esistere un potere più elevato. Per i primi mesi mi sono rifiutato di riconoscere questo potere supremo come Dio, ricorrendo invece a definizioni New Age come “universo” e “fonte di energia”.

Ho iniziato a visitare varie Chiese e a leggere la Bibbia circa tre anni e mezzo dopo, e nel frattempo mi sono cimentato in tarocchi, cristalli e meditazioni chakra, un tentativo di comprendere Dio in base alla prospettiva matematica e scientifica. Non sono mai riuscito a trovare una casa in nessuna di quelle Chiese. I servizi pentecostali mi hanno lasciato con una forte emozione che però poi è rapidamente svanita.

L’anno scorso, dopo essere rimasto pulito per un po’, ho fatto visita a un vecchio conoscente e sono ricaduto nella trappola della tossicodipendenza.

È stato questo a portarmi alla fine alla Chiesa cattolica, perché ho deciso di cambiare vita e sono entrato in una struttura proprio dietro una bellissima vecchia chiesa vicino al fiume Brisbane.

Non sarei comunque entrato in una chiesa cattolica se il mio compagno di stanza non avesse detto: “Alla porta dopo c’è del cibo gratis!” La chiesa organizza un servizio di pasti gratis per i senzatetto due volte a settimana. Attraverso quell’opera di misericordia corporale è stata compiuta la più grande opera di misericordia spirituale per me – portarmi dal mio Padre celeste, lontano dal mio passato pieno di peccati.

All’inizio, da protestante ostinato, rifiutavo di rivolgermi ai sacerdoti dicendo “padre”, ma presto ho iniziato a vedere come i cattolici vivessero davvero il Vangelo, e nella mia prima Messa, inginocchiandomi davanti alla Santa Eucaristia, ho trovato finalmente la pace di Cristo, quella pace che il mondo non può dare.

All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva. Nel suo Vangelo Giovanni aveva espresso quest’avvenimento con le seguenti parole: ‘Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui … abbia la vita eterna’ (3, 16) Papa Benedetto XVI, Deus caritas est

Sono stato accolto nella Chiesa cattolica nella Veglia pasquale di quest’anno, e sto solo iniziando a cogliere i suoi gloriosi tesori spirituali. Dio mi ha anche benedetto con un’amorevole nuova famiglia spirituale, in parrocchia, nel Verbum Dei, e offrendomi quello che ritenevo fosse impossibile – un essere umano che mi ama nonostante il mio passato e che vuole condividere una vita con me nonostante le gravi incertezze che si profilano. La nostra unica certezza, dopo tutto, è Dio. Che grazia straordinaria, che ha salvato una persona spezzata come me. Una volta ero perduto, ma ora sono stato ritrovato. Ero cieco ma ora vedo. Proprio come dice il canto Amazing Grace: Amazing Grace! How sweet the sound. That saved a wretch like me! I once was lost, but now I am found.
Was blind but now I see.

Se dovessi incontrare i mercanti di schiavi che mi hanno rapito e perfino quelli che mi hanno torturato, mi inginocchierei e bacerei le loro mani, perché se non fosse accaduto tutto questo oggi non sarei cristiana e religiosa. Santa Giuseppina Bakhita

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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