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Vuoi vedere bene la realtà? Hai bisogno dell’apporto degli altri

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padre Carlos Padilla - pubblicato il 08/07/17

Vorrei essere più semplice per essere capace di intuire tutto e meravigliarmi

Guardo sempre le cose che accadono nella mia vita da un solo punto di vista, il mio. Guardo tutto con i miei occhi. Lo osservo, lo analizzo, lo interpreto. Quante volte credo che sia l’unico punto di vista possibile! Mi sembra che il mio modo di vedere le cose sia l’unico vero, e non accetto altre interpretazioni possibili di uno stesso fatto.

Condanno o approvo in base al mio cuore. Alla mia storia personale. Al mio modo di essere e di guardare. A volte non è uno sguardo semplice. È contaminato dai miei pregiudizi e dalle opinioni che mi sono formato in precedenza. Non mi sembra che gli altri possano avere una visione più chiara della mia.

Credo che sarebbe bene accettare almeno che possano esserci altri punti di vista su uno stesso fatto. Mi sembra una menzogna ma è la verità. Ci sono altri modi di vedere la vita. Il mio è l’unico valido? No. Ma a volte mi erigo a criterio assoluto di verità.

Il mio modo di vedere le cose sembra oggettivo, mentre quello degli altri non lo è. Penso che sbaglino. Quanto mi farebbe bene aprirmi a quanto c’è di vero nel modo altrui di vedere le cose!

C’è molta verità nascosta negli altri punti di vista. In chi vede la realtà in base al proprio cuore. Quando non coincide con il mio mi costa accettarlo. Ricostruisco i fatti accaduti e creo un film nella mia testa. È così, mi dico, e non accetto correzioni. Non ci sono errori.

Forse non so davvero se è reale tutto ciò che vedo e se è come lo interpreto. È solo il mio modo di guardare la realtà. Il mio modo parziale e soggettivo di giudicarla. I miei occhi vedono solo una parte e perdono i dettagli. Mi manca il complemento di chi mi circonda. Il tutto si forma con l’apporto degli altri.

Giorni fa ho visto un film, Mi primer amor. È la storia di due ragazzi. Tutto inizia quando si conoscono da bambini. Nel prosieguo della pellicola ciascuno racconta la sua parte, il suo modo di vedere la stessa realtà. I due punti di vista si sovrappongono e si completano, e mi mostrano una versione più completa dei fatti. Quello che vedono, quello che pensano vedendo come sono le cose, quello che interpretano, quello che giudicano.

È bello vedere angolazioni e posizioni tanto diverse. Spesso non voglio sapere cosa pensano gli altri. Non voglio accettare il modo in cui vedono la realtà. Impongo la dittatura del mio punto di vista. Credo che quello che penso io sia assoluto. E forse ci sono elementi che non conosco. Una parte invisibile della realtà mi sfugge.

Il padre della protagonista le dice un giorno: “Un dipinto è più della somma delle sue parti. Una mucca di per sé è solo una mucca, un prato di per sé è solo pascolo e fiori, come il sole che filtra tra gli alberi è solo un raggio di luce, ma unisci tutto e otterrai una magia”. “È stato in un giorno come questo che la frase di mio padre sul fatto che una cosa era più della somma delle sue parti si è spostata dalla mia testa al mio cuore”, dice lei.

E allora sorge una domanda: “Il tutto di una persona è più o meno della somma delle sue parti?” Non è facile rispondere. “La gente a volte è meno della somma delle parti”. E questo è triste.

A volte mi soffermo solo sulle parti di una persona. Su qualche aspetto. Mi concentro su quello che mi piace e su quello che non mi piace. Ma non arrivo al tutto. Non c’è magia. Mi sembra che a volte ci siano persone che valgono di meno della somma delle loro parti.

Ma so anche che ci sono persone che valgono molto di più. È qualcosa di magico, di intangibile. Il paesaggio è sempre molto di più della somma di alberi, terra ed erba. È la magia di colui che lo osserva e vede una realtà superiore, irraggiungibile. Qualcosa che non riesco a ridurre a parole. Qualcosa di più grande del mio stesso cuore.

Non è facile vedere il valore del tutto. A volte fallisco nell’intento. Sommo le parti e giudico. Interpreto, resto con la mia parte della realtà. Ma non vedo il tutto. Non lo abbraccio e credo di possedere la verità, quando neanche conosco la totalità.

C’è sempre qualcosa di più che sfugge al mio sguardo e che si vede solo con il cuore. C’è sempre un altro punto di vista. Lo sguardo che complementa il mio. Uno sguardo più profondo che non si ferma ai dettagli.

Vorrei essere più semplice per essere capace di intuire tutto e meravigliarmi. La mia vita sarebbe più bella, e avrei il dono di stupirmi della bellezza che Dio pone davanti ai miei occhi.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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