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L’unica cosa che fanno i bravi genitori che danneggia i figli

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Altor Granda - cc

María Verónica Degwitz - pubblicato il 07/07/17

La sfida è trovare quel punto d'equilibrio tra l'essere abbastanza vicini senza soffocare i propri figli ed essere sufficientemente lontani senza abbandonarli

I genitori iperprotettivi sono diventati un pilastro della genitorialità moderna: i bambini sono ormai il centro della vita familiare, e i genitori hanno perso l’equilibrio tra tempo ed energia da dedicare loro. L’aumento delle attività educative e atletiche ha portato i genitori a concentrarsi eccessivamente sugli impegni e sui successi dei figli. Potremmo pensare che una società centrata sui figli sia positiva a lungo termine, ma constatiamo con preoccupazione che stiamo allevando figli eccessivamente dipendenti dai loro genitori e mal preparati a una vita indipendente.


PADRE FIGLIO PINOCCHIO

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Raggiungere l’equilibrio nella genitorialità è difficile, ma può essere riassunto come il fatto di essere sufficientemente vicini senza soffocare ed essere sufficientemente lontani senza abbandonare. Uno degli aspetti importanti di cui dobbiamo tener conto per raggiungere questo equilibrio è la risoluzione dei problemi: ogni volta che facciamo per un bambino qualcosa che potrebbe fare da solo lo stiamo danneggiando. Ogni volta che lo “salviamo” un po’, svolgendo il compito che lui ha dimenticato, o ogni volta che rimuoviamo un ostacolo dal suo cammino gli stiamo rubando la capacità di crescere a livello di carattere, personalità e indipendenza. Il compito di un genitore è rendere i figli capaci di affrontare la vita, dando loro gli strumenti per poter lavorare e stando al loro fianco per rialzarli ogni volta che cadono. Ma se cerchiamo di evitare che cadano non saranno mai in grado di affrontare l’esperienza e di affrontare la soddisfazione di superarsi. L’altra faccia della medaglia è l’abbandono: i genitori che sono talmente preoccupati per la propria vita da convincersi che i figli non hanno bisogno di loro, che è bene che camminino da soli. Sono semplicemente genitori assenti.

La cosa più preoccupante di questo tipi di genitori non è che non siano lì per mostrare la via da percorrere o per fornire gli strumenti necessari, ma la mancanza di affetto, il senso di abbandono e lo scarso senso di appartenenza che questi bambini possono provare. Spesso questo tipo di educazione produce figli aggressivi.

In tutti gli aspetti della vita familiare è importante l’equilibrio. Uno degli aspetti che dobbiamo proteggere più da vicino è il modello di genitorialità che usiamo e il tempo e l’energia che dedichiamo ai nostri figli.

Quando educhiamo, dobbiamo chiederci se pensiamo a ciò che è oggettivamente positivo per il bambino. Sappiamo che lo stiamo educando per il futuro? Stiamo aiutando i nostri figli a diventare autosufficienti, liberi e indipendenti? Non è questione di soffocarli o abbandonarli, ma di accompagnarli perché crescano sentendosi amati e protetti in un ambiente sano nel quale sappiamo qual è il loro posto.




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[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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