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La differenza che rende grandi i tuoi piccoli gesti

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Shutterstock / Tatevosian Yana

padre Carlos Padilla - pubblicato il 07/07/17

Vivere in unione con Gesù

Come sarà stato Gesù nell’intimità? Me lo immagino molto bene. Forse di notte, dopo una giornata piena di gente, avrà parlato con grande tenerezza. Come in quel giorno difficile in cui dopo essersi donato completamente e aver curato tante persone ha detto ai dodici apostoli che loro e Lui erano la stessa cosa:

“Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa” (Mt 10, 40-42).

È un miracolo. Chi accoglie uno di loro accoglie Gesù. Gesù li esorta, dice che sarà sempre con loro, che fanno parte di Lui. Che non sono soli. Che Egli è sempre accanto a loro. Non si sono mai separati da quando li ha scelti. Ha riscattato ciascuno dove si trovava, in mare, al banco degli esattori, in montagna, sotto un fico.

Quello che dice loro è davvero grande. Mi immagino il loro stupore e la loro gioia. Sono così uniti a Lui che la loro vita e la sua sono la stessa cosa. Loro sono Gesù. Si appartengono a vicenda e per sempre. Egli appartiene loro. Parlano in suo nome. Agiscono in suo nome.

Mi colpisce il fatto di pensare che Gesù è in me e agisce nello stesso modo nella mia vita. Mi commuove pensare che faccio tutto in suo nome. Quel mistero che rivivo in ogni sacramento mi aiuta a prendere coscienza dell’immenso mistero che accarezzano le mie mani. Mi ha sempre aiutato molto a vivere la mia vocazione.

Io lo seguo, ma non sono lontano da Lui, perché Egli mi dice che è sempre con me. Che è nelle mie mani e nella mia voce. Che vive nel mio amore. Questo mi dà grande pace. Gesù mi dice che se lo seguo verrà con me. E mi esorta ad amare. A non trattenere niente per me. A confidare nella sua presenza che guarisce. Gesù mi dice che dare tutto mi farà trovare la vita.

E ora dice qualcosa di più, Dio dà sempre di più. Mi chiede di non temere. Perché alla fine del cammino neanche un bicchier d’acqua resterà senza ricompensa.

Dio supera sempre la misura del mio amore. Non conta, non misura quello che do e quello che faccio. In Lui non c’è un premio giusto. Nel suo amore c’è una misericordia infinita che si effonde su ciascuno. Vivere così è rendere realtà quello che vivo nel Santuario ogni giorno: “Nulla senza di te, nulla senza di noi”.

È la vita in alleanza d’amore con Maria. Io offro un bicchier d’acqua. Un po’ d’acqua all’assetato. Maria mi chiede di mettere a disposizione il mio bicchiere d’acqua. Io lo faccio. Quella è la mia parte piccola e fragile. Ma è necessario farlo. Metto a disposizione l’acqua. Niente senza la mia dedizione. Solo così è possibile che il mio cuore si ampli.

Dio è un mare infinito che trabocca. Questa è la sua tenerezza, questa è la sua promessa. Questa è la vita con Gesù. L’amore non è simmetrico. È totalmente asimmetrico. Dona in modo sproporzionato. L’amore vero è così.

Io scelgo nuovamente Lui. Voglio camminare al suo fianco. Voglio vivere in base a Lui e prendere la mia vita com’è. Do in base a quello che vivo. Chiedo a Gesù di aiutarmi a saper donare il mio piccolo bicchiere d’acqua fresca a chi ha sete. Di non farmi dimenticare che questa è la mia vita, la mia vocazione. Offrire bicchieri d’acqua. Piccoli e apparentemente insignificanti.

Sembra che io non faccia nulla. Ed è vero. È insignificante. Ma lo faccio sempre in suo nome come Egli mi chiede di fare. Do ciò che ho, ma in nome di Gesù.

È il mistero della mia dedizione che Gesù moltiplica e rende feconda. La sua misericordia trabocca nel mio amore così limitato e povero. Mi colpisce sempre. Vivo legato a Lui e la mia vita si ingrandisce.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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