Vivere in unione con Gesù
Come sarà stato Gesù nell’intimità? Me lo immagino molto bene. Forse di notte, dopo una giornata piena di gente, avrà parlato con grande tenerezza. Come in quel giorno difficile in cui dopo essersi donato completamente e aver curato tante persone ha detto ai dodici apostoli che loro e Lui erano la stessa cosa:
“Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa” (Mt 10, 40-42).
È un miracolo. Chi accoglie uno di loro accoglie Gesù. Gesù li esorta, dice che sarà sempre con loro, che fanno parte di Lui. Che non sono soli. Che Egli è sempre accanto a loro. Non si sono mai separati da quando li ha scelti. Ha riscattato ciascuno dove si trovava, in mare, al banco degli esattori, in montagna, sotto un fico.
Quello che dice loro è davvero grande. Mi immagino il loro stupore e la loro gioia. Sono così uniti a Lui che la loro vita e la sua sono la stessa cosa. Loro sono Gesù. Si appartengono a vicenda e per sempre. Egli appartiene loro. Parlano in suo nome. Agiscono in suo nome.
Mi colpisce il fatto di pensare che Gesù è in me e agisce nello stesso modo nella mia vita. Mi commuove pensare che faccio tutto in suo nome. Quel mistero che rivivo in ogni sacramento mi aiuta a prendere coscienza dell’immenso mistero che accarezzano le mie mani. Mi ha sempre aiutato molto a vivere la mia vocazione.