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Pensieri sull’amore di Papa Benedetto XVI

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia Italia - pubblicato il 28/06/17
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Per Ratzinger rinunciare a questo sentimento è come amputare un organo vitale

L’amore e Papa Benedetto XVI. Un rapporto tutt’altro che assente o incompleto. E che riserva… incredibili sorprese.

Maria Giuseppina Buonanno e Luca Caruso in “Benedetto XVI. Immagini di una vita” (edizioni San Paolo) raccontano un Joseph Ratzinger che ha affrontato questo tema in diverse occasioni.

“NON SCENDO IN DETTAGLI PRIVATI”

Prima di essere ordinato sacerdote, il 29 giugno 1951, Ratzinger affronta le domande sul futuro della sua vita: s’interroga sul sacerdozio, sulla scelta che sta per compiere, sul cammino da seguire. Si interroga su tutto, anche sull’amore.

Ragionando su questo sentimento, Papa Benedetto ne ha sfiorato la dimensione intima. «Non voglio scendere in dettagli privati, ma ne sono stato comunque toccato, in diverse dimensioni e forme», ha confidato.

AFFRONTATO CON SEMPLICITA’

L’amore è sempre stato al centro della sua ricerca teologica.

«Nelle sue opere, Ratzinger ha saputo parlare al cuore dell’uomo. Ha affrontato con sapienza e semplicità temi come la felicità e l’amore», ha sottolineato Pierluca Azzaro, traduttore dell’Opera omnia del Papa emerito, dal tedesco in italiano.

LA RINUNCIA DELL’AMORE

«I suoi scritti – scrive Azzaro – sono ricchi di immagini che accompagnano riflessioni teologiche e filosofiche. Così, considerando il desiderio dell’amore, Ratzinger afferma che l’uomo lo cerca e, a volte, non trovandolo, ci rinuncia. E paragona questa rinuncia all’amputazione di un organo vitale. Oppure, riflette sull’innamorato che ama pronunciare il nome della persona amata e lo accosta a chi invoca Dio cercandone vicinanza e legame».



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“SI COMMUOVE, FREME DI COMPASSIONE”

E la prima Enciclica di Benedetto XVI, Deus caritas est, pubblicata nel 2005, riguarda proprio l’amore, nel segno di Cristo.

Lo scopo era quello di mostrare all’umanità la novità sconvolgente dell’amore di Dio, la sua passione per l’uomo, «centro della fede cristiana». Dio «ama personalmente» la sua creatura – scrive il Papa: «si commuove … freme di compassione», è amore che non abbandona mai anche quando è tradito, «è amore che perdona» ed «è talmente grande da rivolgere Dio contro se stesso, il suo amore contro la giustizia».

È «il mistero della Croce: Dio ama tanto l’uomo che facendosi uomo Egli stesso lo segue fin nella morte e in questo modo riconcilia giustizia e amore».  Noi abbiamo creduto «all’amore appassionato di Dio» – scrive ancora il Papa. E  questo vuol dire che «all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva» (Radio Vaticana, 2006).

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FONDAMENTALE PER LA VITA

In “Benedetto XVI, Ultime conversazioni“, a cura di Peter Seewald, il giornalista gli chiede: «Dove è l’amore nella sua vita? L’ha sentito, l’ha provato?»

E Ratzinger replica in modo sopraffino. Ecco le sue parole: «Se non lo si sente non se ne può’ nemmeno parlare. Io l’ho sentito prima in casa, da mio padre, mia madre, i miei fratelli. E poi, insomma, non voglio scendere in dettagli privati, ma ne sono stato comunque toccato in diverse dimensioni e forme. Essere amati e restituire amore agli altri l’ho sempre considerato fondamentale per poter vivere, per poter accettare se stesso e gli altri».

“LA BUSSOLA DELLA MIA VITA”

Infine, conclude il Papa emerito, «sono diventato sempre più consapevole che Dio stesso non è soltanto un sovrano onnipotente, una potestà lontana, ma è amore e mi ama e di conseguenza dovrebbe essere la bussola della mia vita. E io devo lasciarmi guidare da Lui, da questa forza che si chiama amore».



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