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Il consiglio di un gesuita per riconciliare una coppia alla vigilia del matrimonio

6 phrases pour arrêter une dispute dans un couple

© Shutterstock

Katarzyna Wyszyńska - pubblicato il 23/06/17

Dovevano sposarsi il giorno dopo e sono stati messi a dura prova dallo stress degli ultimi preparativi. Fortunatamente, un colpo di telefono fatto alla persona giusta ha potuto evitare che si consumasse il dramma…

Alla veglia del matrimonio, gli sposi non hanno un minuto di respiro, a forza di gestire gli ultimi preparativi delle nozze, come pure per gli imprevisti. Testimonianza di una promessa sposa coi nervi a fior di pelle…

Venerdì, 21:30

Domani sarà una giornata eccezionale, eccitante e terrificante al contempo. Questo giorno lo sogniamo da sempre e sarà unico: è il giorno del nostro matrimonio! Stiamo usufruendo a dovere di questo particolarissimo ultimo momento? Stiamo raccogliendo le forze prima di lanciarci in questa maratona di promesse e di danze che indubbiamente ci attende? O forse non riusciamo a prendere sonno e ci mandiamo sms sdolcinati che ci rassicurano, considerando che non ci vediamo da due ore?

Niente di tutto questo! Non abbiamo un minuto da perdere, siamo seduti nella taverna di casa dei miei, scriviamo lettere di ringraziamento e incolliamo foto della nostra infanzia nell’album che offriremo alle nostre madri. Potremmo approfittarne per raccontarci i nostri ricordi d’infanzia, i nostri anni spensierati e dolci… e invece l’atmosfera è pesante e tra noi c’è aria di tempesta.

Affaticati e tesi, discutiamo e ci rimproveriamo questo mondo e quell’altro. È tardissimo e niente è pronto, per la festa di domani! Tutti i rancori, le rabbie e il risentimento provati in questi ultimi dieci anni sono perfettamente catalogati negli archivi della mia memoria. Eppure, sono assolutamente incapace di ricordarmi perché, quella sera, stavamo discutendo. E ciò dimostra una volta di più la vacuità di tutta questa storia…

Ma la temperatura è dovuta salire parecchio, perché il mio fidanzato (che normalmente è di una pazienza a prova di bomba) si è trasformato in un mostro di collera. Anche se ha comunque dovuto controllare il suo gesto per non spaventare i futuri suoceri, è uscito sbattendo la porta e ha lasciato la promessa sposa dispetta e scura, a proseguire da sola il lavoro di collage con la testa e il cuore in fuoco. Cioè, ma veramente? E come ci andiamo, domani, all’altare? Col passo marziale?

Venerdì, 21:45

Sul breve percorso che separa la porta di casa dal cancello che dà sulla strada, interviene un momento di dubbio. Colui che ancora era il mio promesso sposo ha preso il telefonino e ha chiamato un gesuita, il suo padre spirituale, peraltro quello che il giorno dopo avrebbe dovuto accompagnarci con la benedizione.

– Non so più dove sono, non so neanche se questa storia ha ancora un senso. Abbiamo appena litigato, è un vero disastro!

– Tipico… [ha detto il gesuita con un tono divertito, per poi aggiungere, calmo e stoico:] Torna dentro, inginocchiati davanti a lei e dille che la ami.

– Ma non esiste, ci mancherebbe solo questo! Non se ne parla!

– Te lo ripeto: torna da lei, inginocchiati e dille che la ami. A domani.

Venerdì, 22:00

Fortunatamente, la porta era ancora aperta e così non è stato costretto a suonare in piena notte. Così il mio fidanzato è avanzato verso di me, si è inginocchiato e mi ha dichiarato il suo amore. Penso che si sia scusato senza neanche sapere fino in fondo perché. Come per il tocco di una bacchetta magica, la bolla che racchiudeva tutte le nostre tensioni è scoppiata in mille goccioline per lasciare spazio a un torrente di lacrime e a un grande sollievo. E poi, alla fine, il tutto è finito in un grande scoppio di risa. La nostra vita di coppia ripartiva alla grande! Abbiamo passato ancora un’ora e mezza a incollare le foto e a discutere con calma.

Quando abbiamo raccontato ai nostri amici di questa veglia pre-nuziale, la maggior parte di loro ha confessato sorridendo che anche per loro la situazione era stata esplosiva. Anche nei loro casi, le litigate non avevano alcun senso in sé, e non riuscivano a ricordarsene i motivi.

Alla fin fine, siamo tutti degli esseri umani: la tensione, lo stress da preparativi di matrimonio, la paura che il giorno X non sia tutto perfetto, possono far vacillare e crollare la pazienza del più calmo dei Giobbe. Quando chiediamo alle coppie che si preparano al sacramento del matrimonio che cosa resta loro da approntare, raramente le risposte differiscono: lo sposo risponde che non c’è più niente da fare e la sposa che c’è ancora un sacco e una sporta di cose da sistemare.

Più ci si avvicina al giorno del matrimonio più la tensione sale, perché c’è sempre meno tempo davanti a noi. Del resto, probabilmente in fondo al nostro cuore non c’è solo la paura che l’abito nuziale non sia all’altezza delle nostre speranze, ma pensiamo pure con febbrile inquietudine alla nostra futura vita comune…

E mettiamoci sopra pure l’impegno spirituale che ci apprestiamo a prendere – un sacramento che ci unisce per tutta la vita nell’amore. Non sorprendiamoci troppo, quindi, di essere assaliti da uno stress atroce, quando ci si mette il carico della fatica. Se consideriamo tutto quello che ho ricordato, non dobbiamo aspettarci una notte pre-nuziale magica. Se posso dare ai fidanzati un consiglio per la notte che precede il grande giorno del loro matrimonio: rilassatevi! Fate una bella doccia e andate a dormire. E poi, se proprio non siete riusciti a scappare ai tuoni di quella famosa notte, posso rassicurarvi: siete come tutti.




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[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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