La sospensione del direttore di Radio Maria dall'Ordine dei Giornalisti, i casi Facci e Adinolfi. Le Iene e Charlie Hebdo. Qualcosa non quadra..
Per sei mesi, fino a maggio scorso, Radio Maria non ha potuto avere come direttore padre Livio Fanzaga. Il religioso, giornalista iscritto all’Albo dei pubblicisti, è stato infatti sospeso dall’Ordine dei Giornalisti per aver espresso alcune opinioni sulla senatrice Monica Cirinnà, relatrice della legge, contestatissima dal mondo cattolico, sulle unioni civili.
LA DONNA DELL’APOCALISSE
Secondo l’Ordine, padre Livio avrebbe offeso la senatrice del Pd Monica Cirinnà dai microfoni di Radio Maria durante la rassegna stampa del 3 febbraio 2016 con queste parole: «Questa qui mi sembra un po’ la donna del capitolo diciassettesimo dell’Apocalisse, la Babilonia insomma… Adesso brinda a prosecco, alla vittoria. Signora, arriveranno anche i funerali, stia tranquilla. Glielo auguro il più lontano possibile, ma arriverà anche quello» (Famiglia Cristiana, 22 giugno).
IL GIUDIZIO FINALE
Ora Padre Livio aveva chiarito questa espressione in un’intervista a L’Huffington Post (4 febbraio 2016): «La senatrice Monica Cirinnà è cattolica e sa che cosa le volevo dire. Le ho ricordato il Giudizio ultimo che riguarderà ogni uomo e donna».
Al giornalista che chiede: “Cosa intende per ‘Giudizio ultimo’? Vuol dire che la senatrice Cirinnà sarà punita?“, il direttore di Radio Maria, risponde: «Vuol dire che quando lasceremo questo mondo dovremo rendere conto della nostra vita al Creatore, il quale ci giudicherà con giustizia ma anche con misericordia. Specialmente di quest’ultima ne abbiamo bisogno tutti».
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PRESUNTA VIOLAZIONE DEL CODICE
Per l’Ordine dei Giornalisti, sollecitato dalla Cirinnà, c’è stata una violazione del Codice Deontologico. In particolare, si fa riferimento all’articolo 2 della legge professionale, comma l, “per aver tenuto un comportamento lesivo della professione nell’inosservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui e dell’articolo 9 del Codice Deontologico”.
L’ESEGESI BIBLICA
In un’intervista a La Verità (21 giugno), Padre Liviorilancia l’esegesi del passo biblico: «Avevo citato quel capitolo dove si condanna l’idolatria, non la prostituzione. A quell’aspetto non avevo neppure pensato. La Babilonia grande idolatra, non grande meretrice come nella vulgata generale, ma tutto questo l’ordine dei giornalisti non l’ha capito».