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Quando fare a meno del biberon?

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Ospedale Bambino Gesù - pubblicato il 22/06/17

Non è facile indicare un’età precisa, ma è bene che il passaggio avvenga gradualmente: ecco i consigli utili

Il passaggio dal biberon all’utilizzo della tazza è una tappa importante dello sviluppo nei primi anni di vita. Non è sempre facile indicare un’età precisa in cui abbandonare il biberon, avendo ogni bambino un percorso di sviluppo delle autonomie personali proprio e unico. È bene che questo passaggio avvenga gradualmente e i genitori siano pronti sostenere l’importante cambio di abitudine. Si può cominciare limitandone l’uso nel corso della giornata, lasciandolo esclusivamente per il latte al mattino ed eventualmente alla sera. Il passaggio dal succhiare al bere può essere facilitato attraverso l’uso di una tazza con beccuccio morbido, già a partire dai 6 mesi di vita, sfruttando le nuove competenze motorie acquisite dal bambino e il suo interesse per esplorare l’ambiente che lo circonda. Una volta che il beccuccio sarà diventato per lui familiare, si potrà provare a toglierlo, bevendo direttamente dalla tazza. Dopo i 12 mesi di vita, il bambino è in grado di assumere il cibo attraverso altre modalità e può utilizzare una tazza per bere. Attraverso il gioco, il bambino può esplorare la tazza, imparare a conoscerla e può apprendere come tenerla in mano da solo. In tal senso, può essere utile incoraggiarlo a bere un sorso dal bicchiere dell’adulto quando beve: anche in questo caso l’imitazione è una importante forma di apprendimento, con il sostegno da parte dei genitori.




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Ospedale Bambino Gesù

Attorno ai 24 mesi è auspicabile che il bambino abbia abbandonato l’uso del biberon che troppo spesso viene utilizzato per bere succhi di frutta, bevande dolci e altri liquidi ipercalorici a base di zuccheri semplici. Proprio le bevande che dobbiamo evitare se vogliamo che i nostri bambini crescano sani e imparino a seguire fin da piccoli uno stile di vita corretto. Sono tanti i bambini che ancora a 5-6 anni non riescono a separarsi dal biberon e questa condotta è talvolta assecondata dalle madri, timorose del fatto che, tolto il biberon, il latte possa venire rifiutato. In Italia sono circa un milione i bambini in sovrappeso, uno su tre fra i 6 e gli 11 anni di età. Chi è obeso da piccolo, inoltre, ha circa il 75% di probabilità di esserlo anche da grande. Ai genitori va il compito di ridurre questi numeri, attraverso la promozione di una corretta educazione alimentare fin dai primi anni di vita per i propri figli. L’uso prolungato del biberon può minacciare la salute dentaria dei piccolini esponendoli al pericolo di carie precoci.




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Esiste una vera e propria patologia che colpisce la dentatura decidua, ovvero quella da latte, chiamata “Baby Bottle Tooth Decay” (BBTD). Bevande zuccherate, succhi e latte contengono sostanze capaci di determinare una proliferazione del deposito batterico sui denti. La possibilità di un tale attacco aumenta se
l’alimentazione è particolarmente ricca di zuccheri, infatti proprio gli zuccheri producono acidi organici capaci di indebolire il dente decalcificandolo e la decalcificazione predispone il dente allo sviluppo di carie. La suzione frequente, inoltre, amplifica il processo appena descritto: aiuta la produzione di acidi organici e la proliferazione dei batteri a scapito della salute dei dentini. Gli agenti cariogeni sono inoltre più aggressivi durante la notte perché nel corso del riposo notturno la salivazione si riduce. I biberon serali e notturni sono quindi i più pericolosi: non li si può utilizzare per far addormentare il bambino! Inoltre, la posizione sdraiata del sonno aumenta il ristagno di liquidi zuccherini. I primi denti interessati sono gli incisivi superiori. Le carie dei dentini decidui non vanno sottovalutate. I denti da latte, per quanto siano destinati a cadere, non vanno maltrattati: dalla loro salute dipende anche quella dei denti definitivi.

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