Anche il Papa, a volte, si arrabbia. Su Agi (15 giugno), il vaticanista Salvatore Izzo ripercorre le sfuriate più celebri dei pontefici.
L’OROLOGIO DI PAOLO VI
Il Beato Paolo VI aveva deciso di convocare in gran segreto tutti i nunzi del mondo. E si ritrovò la notizia su un settimanale, firmata dall’attuale decano della Sala Stampa Giampaolo Iorio. Quella volta a far le spese dell’arrabbiatura papale fu il suo orologio da polso… Andato infranto mentre sbatteva il pugno sullo scrittoio.
Poi subì un furto nell’Appartamento e voleva che non si sapesse (anche per poter perdonare agevolmente i dipendenti infedeli) ma l’Agi lo scrisse e il vaticanista di allora, Nicolò Marinaro, si ritrovò pubblicamente rimproverato dall’Osservatore Romano, salvo poi prendersi la rivincita andando in incognito a seguire il processo penale per quel furto che «non c’era mai stato».
IL VATICANISTA E WOJTYLA
San Giovanni Paolo II si offese moltissimo quando il vaticanista di Repubblica pubblicò l’intervista a un teologo che criticava gli aspetti trionfalistici del pontificato wojtyliano, in particolare riguardo ai viaggi internazionali, che apparivano all’intervistato (invero assai miope) costosi e spiritualmente poco produttivi.
Quella volta finì che Del Rio fu escluso dal successivo volo papale e una cinquantina di colleghi scrissero all’allora segretario di Stato, il cardinale Agostino Casaroli, una lettera aperta di solidarietà. Il vaticanista successivamente divenne il più convinto sostenitore di Wojtyla che nel suo ultimo bellissimo libro paragonò a Mosé (e poi morì davvero come un santo anche lui).
FRANCESCO CONTRO I PRETI NIGERIANI
E come non pensare a Papa Francesco, che sembra in questi giorni un po’ arrabbiato, in particolare per una vicenda accaduta in Nigeria, tanto da aver deciso in un primo momento di «sopprimere la Diocesi», ma poi ha pensato che «la Chiesa è madre e non può lasciare tanti figli».
Il Papa si è arrabbiato perché i preti della diocesi di Ahiara, in Nigeria, non hanno consentito al vescovo nominato da Benedetto XVI nel 2012 di insediarsi. Così Francesco ha assunto un’iniziativa davvero senza precedenti in tempi moderni.
In una durissima lettera ha scritto che «ogni sacerdote o ecclesiastico incardinato nella Diocesi di Ahiara, sia residente, sia che lavori altrove, anche all’estero, scriva una lettera» indirizzata personalmente al Papa «in cui domanda perdono; tutti, devono scrivere singolarmente e personalmente; tutti dobbiamo avere questo comune dolore. Nella lettera si deve chiaramente manifestare totale obbedienza al Papa, e chi scrive deve essere disposto ad accettare il vescovo che il Papa invia e il vescovo nominato. La lettera deve essere spedita entro 30 giorni a partire da oggi fino al 9 luglio. Chi non lo farà ipso facto viene sospeso a divinis e decade dal suo ufficio».
«Questo – ha ammesso dialogando nei giorni scorsi con una delegazione giunta dalla Nigeria per affrontare con lui la situazione – sembra molto duro, ma perché il Papa fa questo? Perché il Popolo di Dio è scandalizzato. Gesù ricorda che chi scandalizza, deve portarne le conseguenze».
IL RICHIAMO AI CARDINALI
Papa Francesco è stato perentorio anche con i cardinali. Riprendendo una tradizione che mancava da trent’anni. Ovvero l’annotazione dei periodi d’assenza dei Cardinali residenti a Roma, specificando periodo d’assenza e luogo d’indirizzo del soggiorno.
«Semplicemente è stata ripresa una sana tradizione. Una bella tradizione che già esisteva», ha detto il portavoce della Santa Sede Greg Burke, commentando la lettera del Papa al decano del Collegio cardinalizio resa nota dal vaticanista americano Francis X. Rocca, corrispondente dal Vaticano del Wall Streeet Journal.
E’ chiaro, scrive ancora l’Agi, che qualche cardinale deve aver fatto infuriare Francesco, magari andandosene in giro a sparlare di lui, se all’improvviso il Papa si è ricordato di questa tradizione in disuso da una trentina d’anni.
“NON SIATE EGOISTI!”
E poi come non ricordare la più celebre delle “incavolature social” di Francesco. In un video che mostra i saluti a 40mila ragazzi di Città del Messico, il Pontefice si è ritrovato sopraffatto dall’affetto della folla che pur di riuscire a vederlo da vicino ha iniziato addirittura a strattonarlo facendolo quasi cadere sopra un giovane sulla sedia a rotelle.
Le guardie del corpo hanno provato a mantenere le distanze e calmare le acque, ma è lo stesso Bergoglio a farsi sentire a muso duro. «Non siate egoisti, il Papa è di tutti», ha detto ai fedeli che gli tiravano il braccio (Il Mattino, 17 febbraio 2016).