I luoghi in cui gli uomini sono uomini e forgiano amicizie stanno scomparendo, e questo danneggia i rapportiAvete mai pensato alla serata di poker di vostro marito come parte integrante della salute del vostro matrimonio? No? Neanch’io fino a un paio di mesi fa, quando mi sono ritrovato in un incontro di un gruppo maschile a Boca Raton, in Florida, per una conferenza sulla mascolinità. L’oratore ha menzionato una cosa che mi ha molto colpito: la mancanza di vera amicizia tra gli uomini. È una cosa che non viene presa sul serio come si dovrebbe. È dannosa per la nostra società e per i matrimoni, e spesso non la consideriamo un problema fondamentale per la salute mentale degli uomini o una delle cause di rottura familiare.
È interessante che la società civilizzata in passato considerasse l’amicizia la più alta forma d’amore a cui si possa aspirare, anche oltre l’amore romantico. Sembra però che ora abbiamo rovesciato la cosa, anteponendo i rapporti romantici alle amicizie, e perfino eliminandole del tutto a favore delle nostre relazioni matrimoniali. È abbastanza strano che anche se sembriamo dare (giustamente) priorità al nostro matrimonio, il fatto che al contempo stiamo eliminando le nostre amicizie potrebbe essere una delle cose che provocano frizione nel matrimonio stesso.
E allora ho iniziato a fare un po’ di ricerche.
Il declino delle organizzazioni
Un articolo in cui mi sono imbattuto sottolineava che l’amicizia maschile è fondamentale per la salute mentale degli uomini, e che influisce non solo sull’uomo in questione, ma anche sulla sua famiglia e sul suo matrimonio. Lo stesso studio ha verificato che gli uomini vedono regolarmente i loro buoni amici solo ogni tre-cinque anni, per cui si tratta di amicizie senza consistenza.
In un articolo di Atlantic, lo psichiatra John Jacobs afferma che “molti uomini che non hanno amici maschi spesso fanno troppo affidamento sulle loro donne e si aspettano troppo da loro… Non è un bene per il matrimonio, e a un certo punto può provocare un profondo vuoto”.
C’è anche sempre meno spazio perché gli uomini crescano insieme a livello comunitario. “Quasi un terzo degli uomini americani alla fine del XIX secolo era membro di qualche organizzazione”, ha ricordato Brett McCay, ideatore del sito Art of Manliness.
“Gli uomini legavano e si aiutavano a diventare uomini migliori”. Oggi, invece, le organizzazioni sono in rapido declino.
Basta termini sciocchi
Se lo spazio in cui gli uomini possono stringere amicizie si sta restringendo, aumentano quelli che offrono una pseudo-soluzione al problema. Certe chiese e il mercato dell’auto-aiuto offrono luoghi in cui gli uomini possono (a disagio) esprimersi a livello emotivo, forzando una conversazione sui sentimenti piuttosto che far “fiorire” attraverso un legame di amicizia.
Come guida di molti gruppi di studi biblici, posso attestare quanto questo metta a disagio. Non è che gli uomini non amino condividere i propri sentimenti e le proprie emozioni, ma ci devono essere un po’ di fiducia e di legame perché avvenga. Oltre a questo c’è la paura culturale che stringere un rapporto stretto con altri uomini sia troppo femminile (e definizioni come “serata da maschietti” di certo non aiutano).
Al di sopra di tutto, sembra esserci una separazione non intenzionale della mascolinità dagli uomini. Come ha scritto John Eldredge nel suo famoso libro sulla mascolinità Wild at Heart, “la demascolinizzazione avviene anche nel matrimonio. Le donne sono spesso attirate dal lato più selvaggio di un uomo, ma una volta che l’hanno catturato si impegnano ad addomesticarlo. Ironicamente, se lui cede incolperà lei di questo, e lei a sua volta si chiederà dove sia finita la passione”. Questa affermazione può essere un po’ melodrammatica, ma contiene un nocciolo di verità.
Le serate tra uomini sono più che un semplice parlare di lavoro
In questo contesto, che ruolo ha l’idea di una serata di poker, di una lega sportiva, di una colazione o un pranzo di gruppo ecc.?
Gli Inklings, un gruppo di autori inglesi degli inizi del XX secolo, si riunivano ogni settimana per bere, fumare, leggere, criticare ciascuno il lavoro dell’altro e parlare della vita. Ecco come descriveva il gruppo C.S. Lewis, uno dei membri più famosi insieme a J.R.R. Tolkien:
“…quando tutto il gruppo è riunito, ciascuno tira fuori ciò che c’è di migliore, di più saggio o più divertente in tutti gli altri. Sono le sessioni più belle; quando quattro o cinque di noi, dopo una dura giornata, arrivano alla nostra sede; quando ci mettiamo le pantofole, i nostri piedi si stendono verso il fuoco e abbiamo accanto i nostri drink; quando tutto il mondo, e qualcosa oltre il mondo, si apre alla nostra mente mentre parliamo, e nessuno ha alcuna rivendicazione o responsabilità nei confronti dell’altro, ma siamo tutti uomini liberi e uguali come se ci fossimo incontrati per la prima volta un’ora fa, mentre allo stesso tempo ci lega un affetto maturato nel corso degli anni. La vita – la vita naturale – non ha niente di meglio da donare”.
Dovremmo ricordare che questi uomini hanno iniziato a incontrarsi per parlare di lavoro. Competevano un po’ tra loro, discutevano sui loro scritti e sulle loro idee, e la serata in genere sfociava in un dibattito politico. Ma avevano la libertà di litigare, di insultarsi, a volte di dimenticare le buone maniere, e alla fin fine di imparare a prendersi cura l’uno degli altri attraverso il compito comune di migliorare il proprio modo di scrivere.
Un luogo in cui gli uomini vengono guariti e formati
Bill McMorris, che scrive per il The Federalist, potrebbe aver colpito nel segno quando ha scritto: “Temiamo il giudizio delle donne più di quello del Signore, il che potrebbe essere il motivo per il quale gli uomini hanno il 25% di possibilità in più di censurare i propri post su Facebook rispetto alle donne”.
McMorris sostiene che non è che gli uomini non sappiano stringere amicizie, ma non hanno lo spazio e la sicurezza per farlo. Racconta poi che una collega ha annunciato che si sarebbe intrufolata in un gruppo maschile che si riuniva ogni settimana nella tradizione degli Inklings solo per stare a guardare, visibilmente a disagio per qualche ora, prima di andare via con udibili “segni di sollievo da parte di tutti” per il fatto che la serata fosse terminata.
Immagino che ci sarebbe un disagio simile se cercassi di andare a uno degli incontri delle Mamme di Bambini in Età Prescolare di mia moglie, anche se mi sono divertito agli eventi per le famiglie, in cui ho conosciuto le sue amiche e i loro mariti. Ancor di più, mi sono divertito ad andare con alcuni di questi uomini ogni lunedì mattina da Dunkin’ Donuts per parlare di libri (e di fantacalcio, lavoro, vita familiare, ecc.).
Non penso che ciò significhi che le nostre amicizie devono essere basate sul genere, tutt’altro. In uno studio su un gruppo maschile di amici, The Fathers Group, Willens ha notato che “un risultato positivo di quel gruppo – a differenza della norma – è che grazie agli uomini le famiglie diventavano più unite. Cosa forse più importante, si gettavano le basi per la prossima generazione”.
Gli uomini hanno bisogno di spazio e di un motivo per incontrarsi non necessariamente centrato sulla condivisione dei sentimenti, almeno all’inizio. È per questo che la maggior parte degli uomini non entrerà mai nei gruppi maschili della propria parrocchia o nei gruppi di studi biblici. Di fronte al condizionamento emotivo della nostra società, un interesse comune o qualcosa da fare insieme – che sia un club del libro, un gruppo di scrittori o solo un gruppo di uomini che guardano insieme una partita di calcio – è un ottimo modo per gettare le basi di questo tipo di legame.
Un gruppo di questo tipo non è una scusa per rivivere i vecchi tempi, ma potrebbe essere un luogo in cui si formano dei legami e gli uomini possono diventare mariti e padri migliori. Non è solo un gruppo di tizi che giocano a carte. Se fatto bene, e se gli uomini hanno lo spazio per farlo, può essere un luogo in cui guariscono e vengono formati – e come risultato il matrimonio può diventare più forte.
[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]