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Non c’è più traccia del tumore diagnosticato, ma il miracolo più grande non è questo

UOMO OCCHIALI SOLE

pexel

Luz Ivonne Ream - pubblicato il 14/06/17

Se parliamo a Dio con insistenza, arriveremo a conoscerlo di più…

Non siamo mai totalmente preparati a ricevere una notizia di questa portata. E inoltre pensiamo che possa capitare a tutti, tranne che a noi. Ciò che è vero – e ne sono convinta – è che a seconda di quanto sia forte la propria vita spirituale (e mi riferisco specificatamente alla fede), il colpo emotivo di una notizia del genere sarà più o meno sopportabile. A far male, farà male. Non c’è dubbio. Ma che la fede sia un meraviglioso “ammortizzatore”, è anche questo decisamente vero.

“Hai il cancro!” Chi ha sentito questa frase in prima persona, mi potrà capire. Nel momento in cui si sente la diagnosi e come se si iniziasse a camminare in un’altra dimensione. Letteralmente, sembra che tutto il proprio “io” sia anestetizzato. Gli psicologi lo chiamano “shock”. Io la chiamo pace spirituale, perché sentiamo che Dio ci porta tra le Sue braccia. Sono parole profondissime, ricche di lezioni ed opportunità, se le sappiamo accettare in modo positivo e con l’atteggiamento migliore.

Facile? No! Non è per niente semplice. Tuttavia sarà la presenza di Dio nella tua vita e durante il processo della malattia a fare la differenza.

Per molte persone il cancro è stata una grande lezione di vita. Ci sono state grandi conversioni dovute al vivere questa malattia vicini a Dio; sia nelle persone che l’hanno subita, che in chi è stato loro vicino.

Il perché lo leggiamo chiaramente in questo passo della Scrittura: “Passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio» “ (Giovanni 9:1-3)

Questa è la risposta del perché ci sia così tanta sofferenza. È per aiutarci ad essere noi stessi più vicini a Dio ed avvicinare a Lui sempre più anime. Affinché attraverso il nostro dolore, Lui operi meraviglie e la Sua Gloria si manifesti in ciascuno dei cuori afflitti. Ecco perché abbiamo bisogno di arrenderci a Dio ed affidare a Lui la nostra malattia, per essere un veicolo di conversione e di santificazione, non solo personale, ma per tutti.

Proprio questo è stato ciò che ha fatto una persona che ho l’onore di conoscere, di chiamare amico e assieme alla quale lavoro per aiutare i matrimoni in crisi: Ángel Estrada. Un padre di famiglia, felicemente sposato con 3 figlie, pieno di salute e di vita. Ma soprattutto, etico, retto, coerente e pieno di fede e di amore, per Dio e per le anime.




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Senza entrare nei dettagli della storia, da un giorno all’altro gli fu diagnosticato un cancro che si era esteso fino al cervello. Tutti coloro che gli volevano bene sono entrati in “shock”.

Non riuscivamo proprio a crederci. Personalmente, quando ho ricevuto la notizia ho rivolto gli occhi al cielo e con le lacrime, impotente e incredula, ho chiesto a Dio:

“Perché, mio Signore? Tu che sei Amore, che sei la Giustizia e la Saggezza infinita, stai permettendo che un uomo così buono, e che sta facendo così tanto del bene ai matrimoni, attraversi tutto ciò. Forse non ti rendi conto che ci sono molti che hanno bisogno di lui, che gli vogliono bene? Ci sono pochissime persone come lui e Tu vuoi portarlo via”.

Dopo essermi concessa di provare ciò che ho provato, dopo aver fatto vincere per un istante la mia umanità piena di paura, sono corsa verso il Tabernacolo e mi sono inginocchiata davanti a Gesù Sacramentato. Gli ho chiesto perdono, perché non sono degna di mettere in dubbio alcunché.

Ho pregato affinché il mio amico ricevesse un miracolo. Un miracolo ben preciso: che quando si fosse sottoposto all’intervento chirurgico, e i medici avrebbero provato a rimuovere il cancro dal suo corpo, non avrebbero trovato nulla. Ho sentito chiaramente la voce di Dio nel mio cuore che mi diceva di non preoccuparmi, perché Lui era all’opera.

Ricordo che un giorno mio marito ed io gli abbiamo mandato un messaggio per fargli sapere del nostro affetto e sostegno. Gli abbiamo chiesto di dirci cosa altro avremmo potuto fare, oltre a pregare per lui. La sua risposta ha confermato che Ángel fosse davvero un uomo di Dio e che il nostro buon Gesù lo aveva preso tra le Sue braccia.

“Se volete fare di più per me, nelle vostre preghiere chiedete al Signore come possiate migliorare la vostra relazione con Lui, e fatelo possibilmente in coppia. Un forte abbraccio, con affetto”, ha scritto. Che cosa? Pur essendo lui ad attraversare un momento difficile, si preoccupava che noi potessimo crescere nell’amore.

Le catene di preghiera non si sono fatte attendere. Ángel ha quindi aperto il suo cuore, attraverso la seguente meravigliosa lettera (condivisa sul suo profilo Facebook). È un testo peraltro pieno di fede, di amore, di certezza e di speranza. Si intitola “Parlare con Dio”.

“Ti scrivo queste parole perché voglio chiedere il tuo aiuto. Ho il cancro alla testa, una parte è nel cervello, e non so cosa accadrà dopo l’intervento chirurgico perché i rischi sono molti. È per questo che ti chiedo di parlare con Dio e di pregare per me. Lo so, non è facile credere che Dio risponda, che Dio sia attento a ciò che facciamo, alle nostre parole, e che sia disposto a parlare con noi. Per esperienza ti dico che Dio vuole parlare con noi, che vuole essere nostro amico… Il nostro migliore amico, per aiutarci in ogni momento della nostra vita.

Se inviti qualcun altro a pregare insieme a te è ancora meglio.

Come parlare con Dio?

Dio è presente in ogni momento, in ogni luogo. Bisogna solo iniziare a rivolgere qualche parola a Lui. Anche se fossero queste: “Io non so parlare con Te”. A quel punto starai già parlando con Dio. E in quel momento puoi parlare di me a Dio, di chi sono e del perché sarebbe opportuno che io continui a vivere e ad avere le mie facoltà mentali e sensoriali. Se vuoi puoi anche chiedere a Dio: “Che cosa vuoi che io faccia per Ángel?” E aspetta la Sua risposta come aspetteresti quella di una persona a cui hai posto una domanda; aspetta pazientemente.




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Come ascoltare le risposte di Dio?

È molto probabile che Dio non ti apparirà fisicamente, né sentirai una voce risponderti; ma Lui ha i suoi propri mezzi con cui comunica con te. Riuscirai a comprendere quello che Lui vuole dirti. Dio comunica con noi attraverso la nostra intelligenza e volontà. Possiamo comprendere qualcosa che Lui vuole che noi facciamo senza la necessità di un processo logico che ci porti a capire cosa Lui ci abbia detto, e senza dubitarne.

Il secondo modo è attraverso la volontà, come quando hai voglia di fare qualcosa che di solito non ti piace e non sai perché o da dove venga quel desiderio.

Una volta che hai ascoltato ciò che Dio vuole tu faccia, mettilo in pratica e poi torna a parlare con Lui della tua esperienza. Forse ti piacerebbe fargli più domande, come chiedergli di dirti cosa fare in merito a qualcosa che stai vivendo. Ricordati che per Dio è difficile rispondere alle domande che iniziano con “perché”, dato che spesso non siamo pronti a capire o accettare le ragioni di Dio. È meglio porre domande che ti portino ad ascoltare la guida di Dio nella tua vita.

Spero che tu possa aiutarmi facendo la volontà di Dio e pregando per me. Spero anche che tu – facendo questi esercizi – riconosca Dio un po’ più come tuo amico, e che continui a fare questi esercizi autonomamente. Ricorda che Dio è Amore e che Lui vuole essere il tuo migliore Amico”

Serve aggiungere qualcosa? Le mie parole sono inutili davanti a tale manifestazione di fede. In poco tempo le nostre preghiere sono state esaudite e Dio ci ha risposto proprio con il miracolo che gli abbiamo chiesto. Il giorno dell’intervento, non c’era nulla da rimuovere perché i medici scoprirono che il tumore era scomparso. Così opera Dio!

Da uomo di fede che è Ángel, pieno di gratitudine ha condiviso nuovamente qualcosa di molto carino.

“Ringrazio Dio per aver risposto alle tue preghiere, e a te per aver parlato con Lui di me. Voglio condividere con te la gioia per il fatto che i medici non hanno trovato alcun tumore nella mia testa, durante l’intervento chirurgico; i risultati dei campioni prelevati nel punto in cui si trovava il tumore, hanno confermato che non v’è più alcun cancro. La cosa più importante di tutto questo processo è la tua amicizia con Dio. Spero che tu possa farla crescere e che permetta a Dio di essere il tuo migliore amico, dedicando pochi minuti al giorno per parlare con Lui, per chiedergli di guidare la tua vita. Se parli a Dio con insistenza, lo conoscerai di più. Ti renderai conto che Lui ci ama e che ci guida verso la felicità”.

Grazie a questo evento e al “Fiat” di Ángel, tutti coloro che erano vicino a lui sono cresciuti nella propria fede. Diciamolo ancora, Dio è un Dio dei viventi! È un Padre amorevole che ci ascolta sempre e che aspetta soltanto che noi chiediamo con fede.




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Grazie, caro amico, perché testimoni i miracoli di Dio nella tua persona. Grazie di essere il veicolo affinché noi possiamo avvicinarci di più alla fonte inesauribile di amore. Grazie di permettere che le opere di Dio si manifestino in te. “Gratias Tibi Deus. Gratias Tibi”.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Valerio Evangelista]

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