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4 lezioni spirituali dal monachesimo orientale per la vita di tutti i giorni

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Meister der Sophien-Kathedrale | PD

Philip Kosloski - pubblicato il 14/06/17

La saggezza dei Padri del Deserto ha il potere di trasformare la nostra vita quotidiana

Nella Chiesa cattolica, la pratica di dedicarsi a Dio in una comunità – nota come vita consacrata – si è sviluppata lungo due binari diversi.

C’è il monachesimo orientale, con la sua serie di regole e il suo stile di vita, e lo stile occidentale. Il monachesimo orientale ha influenzato San Benedetto nella fondazione del “monachesimo occidentale”.

Le radici spirituali del monachesimo orientale possono essere fatte risalire a San Paolo Eremita, del III secolo, e a Sant’Antonio Abate, di poco successivo. È stato solo con San Basilio di Cesarea (e San Pacomio), tuttavia, che il monachesimo orientale si è formalizzato maggiormente. Verso il 357, San Basilio viaggiò in Palestina, in Egitto, in Siria e in Mesopotamia per studiare la vita di queste comunità monastiche per scoprire il loro segreto per la santità.

Se ammirava il rigido ascetismo e la devota vita di preghiera incarnati dai monaci eremiti, Basilio pensava che i monasteri avessero bisogno di equilibrio. Alla fine scrisse una sorta di “regola” che governava la vita quotidiana dei monaci e moderava il loro stile di vita estremo. Questa regola riscosse grande successo, e per questo Basilio sarebbe diventato in seguito noto come il “Padre del Monachesimo Orientale”.

Una vita completamente dedicata a Dio ha molto da insegnarci nel XXI secolo. La saggezza di San Basilio e dei Padri del Deserto ha influenzato innumerevoli santi nel corso dei secoli, ed è rilevante ancora oggi.




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Ecco quattro lezioni spirituali che possiamo trarre dal monachesimo orientale e applicare alla nostra vita quotidiana:

1. Pregare incessantemente

Scrive San Basilio: “Dovremmo pregare incessantemente? Si può obbedire a un tale comando?… La forza della preghiera risiede piuttosto nell’obiettivo della nostra anima e nelle azioni virtuose che informano ogni parte e ogni momento della nostra vita”. ‘Che tu mangi’, si dice, ‘o beva, o qualsiasi cosa tu faccia, fai tutto per la gloria di Dio’. Quando ti siedi a tavola, prega. Quando elevi il pane, esprimi riconoscenza a Colui che te lo ha dato… Quando indossi la tunica, ringrazia Colui che te l’ha data. Mentre ti stringi addosso il mantello, prova un amore più grande per Dio, che in estate come in inverno ci ha donato abiti adatti a noi, per preservare la nostra vita e coprire ciò che è sconveniente. Il giorno è tramontato? Rendi grazie a Colui che ci ha dato il sole per il nostro lavoro quotidiano e ci ha dato un fuoco per illuminare la notte”.

Essenzialmente, bisogna vivere in spirito di ringraziamento, ricordando Dio in ogni attività. Facendo questo possiamo mettere in pratica l’esortazione di San Paolo a “pregare incessantemente”.

2. “Rinfrescate” la vostra anima con un “deserto” settimanale

In una lettera a San Gregorio Nazianzeno, Basilio scrisse: “Il silenzio è il primo passo per la pulizia dell’anima. La solitudine è estremamente utile, nella misura in cui mette a tacere le nostre passioni e fa spazio alla loro eliminazione dall’anima”.

C’è un motivo per cui Dio ci ha dato un giorno di riposo settimanale. Dobbiamo riposare, “rinfrescare” la nostra anima e praticare il silenzio. Non siamo fatti per lavorare sette giorni su sette. Quando arriva la domenica, cercate di renderla una giornata di riposo e solitudine (in base al vostro stato di vita).

3. Servite i poveri in ogni momento

I monaci del deserto egiziano in genere non vedevano molti visitatori, ma San Basilio diceva ai suoi monaci di servire i poveri per quanto possibile. Lo facevano in primo luogo e al di sopra di tutto donando tutti i loro possedimenti ai poveri, ma poi continuavano a sostenerli attraverso il loro lavoro in solitudine.

San Basilio ricordava ai monaci che il loro ritiro dal mondo non li esentava dal servire gli altri, e che la loro fede cristiana doveva essere mostrata attraverso la preoccupazione per i poveri.




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4. Digiunate quando cercate di sradicare un peccato particolare

Astenersi dal cibo può essere difficile, ma i Padri del Deserto lo consideravano un elemento fondamentale per sradicare il peccato dalla vita di una persona. Ciò deriva dall’idea che visto che il peccato deriva dalle nostre passioni corporee, se ci tratteniamo nella nostra passione corporea per il cibo saremo più forti contro le altre passioni.

Nel digiuno, San Basilio esortava alla moderazione e a considerare lo stato di salute e i doveri prima di impegnarsi in qualsiasi soluzione estrema. Digiunare è una pratica spirituale degna, ma non dovrebbe essere svolta in spirito di competizione, cercando di vedere quanto a lungo una persona riesce ad astenersi dal cibo (come nel caso di molti dei monasteri dell’antichità).

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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