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9 modi per (non) partecipare al peccato altrui

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© Shutterstock/Nicoleta Ionescu

Catholic Link - pubblicato il 13/06/17

Come disse Dietrich Bonhoeffer, "il silenzio di fronte al male è esso stesso un male. Non agire è agire"

di Winifred Corrigan

Parlare del peccato non è esattamente il modo più sicuro per vincere un concorso di popolarità. La cosa buona è che la strada per la santità non è un concorso di popolarità! Infatti Lui ha promesso che non lo sarebbe stato, sia a parole (specialmente nelle Beatitudini) che nei fatti (alla Sua Crocifissione).

Ma rifiutarsi di parlare del peccato non è una sorta di dissonanza cognitiva? Voglio dire, basta guardarsi intorno per vedere che nel mondo non tutto va nel verso giusto… e, a livello personale, sappiamo quando abbiamo fatto qualcosa di male. La nostra coscienza ci pungola. La Chiesa cattolica non è ossessionata dal peccato, né lo sono io, ma a volte è utile esaminare l’argomento un po’ più attentamente, soprattutto laddove ci sono sfumature e in aree a cui non avevamo pensato.

Oggi mi piacerebbe discutere il concetto di “partecipare al peccato altrui”. Un’idea vecchio stile, forse, ma degna della nostra considerazione se vogliamo essere sulla via della santità e se vogliamo avvicinare a Dio anche chi abbiamo intorno.

Ovviamente non sono immune da ciò che è intorno a me. E viceversa. Anzi, viviamo necessariamente in un contesto in cui noi – in misura maggiore o minore – influiamo le persone intorno a noi e ne siamo influenzati. Semplificando un po’ la cosa, possiamo dire che o aiutiamo il prossimo, o lo danneggiamo. Vivere con una dose minima di virtù non ci porterà in Paradiso, e certamente non è di ispirazione. È anzi un atteggiamento che non ha alcun senso per i cattolici. Non basta farci i fatti nostri e darci una pacca sulla spalla, perché in fondo “siamo delle brave persone”, se vogliamo veramente diffondere il Vangelo nei cuori dei nostri amici e nel mondo attorno a noi.




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Quindi, senza ulteriori indugi, ecco la seguente lista: è stata presa dal Nuovo Messale Romano di Padre Lasance, con imprimatur del 1937 e del 1945. Dove necessario, abbiamo aggiunto alcuni versetti della Scrittura e altre fonti per aiutarti a meditare più profondamente su questi punti.

9 modi per partecipare al peccato altrui

1. Con il consiglio

In altre parole, non dovremmo mai spingere qualcuno a fare qualcosa di sbagliato o di peccaminoso.

I pensieri dei giusti sono equità, i propositi degli empi sono frode (Proverbi 12:5)
L’uomo violento seduce il prossimo e lo spinge per una via non buona (Proverbi 16:29)


Proprio loro, per suggerimento di Balaam, hanno insegnato agli Israeliti l’infedeltà verso il Signore, nella faccenda di Peor, per cui venne il flagello nella comunità del Signore (Numeri 31:16).

2. Con l’imposizione

O, in altre parole, non obbligare nessuno a commettere nulla di peccaminoso.

Voi invece vi siete allontanati dalla retta via e siete stati d’inciampo a molti con il vostro insegnamento; avete rotto l’alleanza di Levi, dice il Signore degli eserciti (Malachia 2:8).
Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare. Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che avvengano scandali, ma guai all’uomo per colpa del quale avviene lo scandalo! (Matteo 18:6-7).


3. Con il proprio consenso

Dare a qualcuno il permesso di fare qualcosa di peccaminoso – o dire loro che è cosa opportuna – è, da parte nostra, un peccato a tutti gli effetti.

All’uomo disse: “Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell’albero, di cui ti avevo comandato: Non ne devi mangiare, maledetto sia il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita”. (Genesi 3:17).

4. Provocando

Dobbiamo stare attenti a non provocare mai nessuno a peccare, ad esempio prendendo in giro quella persona perché non ci segue nel nostro comportamento sbagliato, o irritandola al punto da farti prendere a pugni, o iniziando a conversare su argomenti che la trascinano nella maldicenza.

Cessiamo dunque di giudicarci gli uni gli altri; pensate invece a non esser causa di inciampo o di scandalo al fratello (Romani 14:13).

5. Attraverso le lusinghe

Lusingare l’orgoglio di una persona, o qualsiasi altro genere di encomio per un’altrui azione peccaminosa, è peccato, perché si innalza l’ego di qualcuno che noi sappiamo sta sbagliando.




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Come chi invita gli amici a parte del suo pranzo, mentre gli occhi dei suoi figli languiscono (Giobbe 17:5)
Eccomi contro i profeti di sogni menzogneri – dice il Signore – che li raccontano e traviano il mio popolo con menzogne e millanterie. Io non li ho inviati né ho dato alcun ordine; essi non gioveranno affatto a questo popolo». Parola del Signore (Geremia 23:32).
Con lusinghe egli sedurrà coloro che avranno apostatato dall’alleanza, ma quanti riconoscono il proprio Dio si fortificheranno e agiranno (Daniele 11:32)
Costoro, infatti, non servono Cristo nostro Signore, ma il proprio ventre e con un parlare solenne e lusinghiero ingannano il cuore dei semplici (Romani 16:18)

6. Nascondendo il peccato altrui

Coprire il peccato di un amico è sbagliato. Questo non vuol dire, ovviamente, che si debba andare in giro a urlarlo ai quattro venti, ma tentare deliberatamente di nasconderlo ti porta a peccare.

Anche noi dunque, circondati da un così gran nugolo di testimoni, deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede. Egli in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce, disprezzando l’ignominia, e si è assiso alla destra del trono di Dio. Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d’animo (Ebrei 12:1-3)

7. Prendendone parte attiva

Questo si spiega da sé, giusto?

Per il resto, attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. Rivestitevi dell’armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. Prendete perciò l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove (Efesini 6:10-13).

8. Col silenzio

In altre parole, non ammonendo, avvertendo, correggendo, istruendo o rimproverando. È una cosa molto dura, lo so. In un’epoca in cui è difficile mettere il naso fuori casa senza essere travolti dal peccato – istituzionale e individuale – da scandali e cattive influenze. Quando si dice la verità, si rischia di allontanare le persone, se non addirittura qualcosa di peggio. Ma quando non si parla contro il peccato, ad essere messo a rischio è il proprio benessere spirituale.




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È una falsa amicizia quella che pensa che sia opportuno non richiamare un amico che si sta facendo del male con il peccato. Come disse Dietrich Bonhoeffer, “il silenzio di fronte al male è esso stesso un male: Dio non ci riterrà senza colpa. Non parlare è parlare. Non agire è agire“.
Un amico vuol bene sempre, è nato per essere un fratello nella sventura (Proverbi 17:17).

9. Difendendo il male commesso

Manàsse versò anche sangue innocente in grande quantità fino a riempirne Gerusalemme da un’estremità all’altra, oltre i peccati che aveva fatto commettere a Giuda, facendo ciò che è male agli occhi del Signore (2 Re 21:16).
Se vedi un ladro, corri con lui; e degli adùlteri ti fai compagno (Salmi 49:18).
Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo morirono tutti, molto di più la grazia di Dio e il dono concesso in grazia di un solo uomo, Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti gli uomini. E non è accaduto per il dono di grazia come per il peccato di uno solo: il giudizio partì da un solo atto per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute per la giustificazione. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo (Romani 5:15-17).
[Traduzione dall’inglese a cura di Valerio Evangelista]
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