Aleteia logoAleteia logoAleteia
venerdì 29 Marzo |
Aleteia logo
Stile di vita
separateurCreated with Sketch.

Un matrimonio tra cattolici e atei può funzionare?

matrimonio-rezando

Shutterstock

Beata Pawłowicz - Aleteia Polonia - pubblicato il 12/06/17

Il rispetto reciproco è la base non negoziabile di questo genere di matrimoni

In un estratto di un’intervista pubblicata originariamente in polacco, Padre Zbigniew Kaplanski, direttore del Centro Pastorale Familiare di Varsavia, ha parlato della questione se possa funzionare un matrimonio tra un cattolico e una persona senza fede o di un’altra fede. La sua risposta è che si tratta di una strada difficile, ma non impossibile. Il rispetto reciproco e una autentica testimonianza di vita sono le chiavi affinché un matrimonio del genere abbia successo.

Rispetto e autenticità

Dice Padre Kaplanski: A mio parere, il punto è la persona specifica. Se Giovanni, un ateo con dubbi e alla ricerca, ama Rachele, cattolica, allora tutto ciò che è importante per lei è importante anche per lui. Quindi il matrimonio in chiesa e il voto fatto davanti all’altare avranno significato anche per lui.

In Chiesa, cerchiamo di essere sicuri che un ateo non faccia finta di essere un credente, che sia onesto. E che prometta di stare con lei “finché morte non li separi”. Tutto dipende da quanto Giovanni rispetta se stesso e le sue parole. Se così dovesse essere, l’espressione esteriore di impegno – cioè il patto – sarà vincolante.

Ma se questo uomo non rispetta la sua parola, il che significa che non rispetta se stesso, allora non rispetterà il solenne giuramento che ha fatto, e non manterrà fede all’impegno preso in un luogo così speciale. Per lui, né questa né qualsiasi altra promessa, sarà vincolante.




Leggi anche:
I due requisiti perché un matrimonio diventi sacramento

Se Giovanni rispetta Rachele, allora rispetta ciò in cui crede e il significato della sua esperienza spirituale. La prima regola (assolutamente non religiosa) sostiene che se si vuole vivere in armonia, bisogna rispettare i principi della persona seguendone le regole più difficili. Ho letto questa saggezza una trentina di anni fa, forse in un testo buddista, durante gli studi sulla famiglia. Nel corso degli anni di pastorale, mi sono reso conto che se entrambi i coniugi lavorano in questo modo, in genere le cose vanno bene.

Se ami qualcuno, allora ne rispetterai i valori e le regole, e l’aiuterai a seguirle. Quindi, se il tuo ragazzo è vegetariano, non cucinare l’arrosto ogni domenica, e non rimanere impassibile quando arriva con insalata e uova. E lui non farà smorfie quando gli dirai: “Oggi è domenica, vado in chiesa”.

Conosco famiglie in cui, quando la madre (cattolica) sta male, il papà (ateo) prende i figli e li porta in chiesa, aspetta fino alla fine della Messa e poi li riporta a casa. Se ami qualcuno, lo aiuterai a seguire i propri principi.

Se quando siete da amici il tuo ragazzo ti dice: “Tesoro, hai messa alle 18, dobbiamo andare”, e tu sai che lui vorrebbe rimanere e chiacchierare con loro, allora questo è un uomo che ti rispetta, e che presta attenzione a ciò che è importante per te.

La fede si trasmette attraverso la testimonianza di vita, non attraverso le parole

Conosco persone che hanno un sogno nascosto: che il proprio fidanzato/a si converta. Può succedere, ma devo ammettere che non ho mai visto nessuno convertirsi grazie alla teologia. È sempre grazie a una persona che, con la sua vita, mostra cos’è la fede.

Chi crede in Dio, si sentirà dire un giorno: “La tua vita è così meravigliosa… mi piacerebbe avere ciò che hai tu”. Un ateo potrebbe quindi voler conoscere la fede grazie alla persona che ama, per la quale la fede è un grande valore.

A volte vedo anche un non credente che si avvicina alla fede senza essersi convertito, e comincia a capire di più. Vivendo con un credente impara che, ad esempio, quei principi morali hanno un significato più profondo e una ragione d’essere razionale.




Leggi anche:
Esci con una persona non cristiana? Ecco 15 consigli utili

La trascendenza è in ciascuno di noi, soprattutto quando abbiamo vissuto molti anni e siamo inclini alla riflessione. C’è un desiderio di trascendenza qualche parte nel profondo di ognuno. Per dirla con le parole di S. Agostino, “il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Te”.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Valerio Evangelista]

Tags:
ateismocoppiadialogomatrimonio
Top 10
See More