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Perché anche gli adulti devono giocare, ogni giorno

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Calah Alexander - pubblicato il 12/06/17

Il gioco non riguarda solo i bambini e può assumere molte forme diverse

Dopo la nascita del mio quarto figlio sono caduta in una grave forma di depressione post-partum. La vita ha perso tutto il suo colore, e perfino le cose che avevo sempre amato, come leggere, sembravano inutili. Quando non piangevo ero seduta sul letto e guardavo fuori dalla finestra per ore senza vedere niente.

Un giorno mio marito ha provato una tattica nuova. Mi ha fatta vestire e andare al parco con lui e i bambini, e poi ha annunciato ai nostri figli che volevo giocare con loro a lava tag [un gioco in cui bisogna superare vari ostacoli, saltare e altro per evitare di toccare terra].

Non volevo farlo. Non sapevo come funzionasse il gioco, e non mi interessava. I volti dei bambini, però, si sono illuminati, e hanno gridato di gioia perché era da molto tempo che non giocavo a niente con loro. Sapevo di non doverli deludere, e allora ho scoccato uno sguardo velenoso a mio marito prima di rassegnarmi ad ascoltare le regole del gioco.

Era complicato, come ogni gioco che inventano, e implicava parecchi salti. Ero così sudata e fuori forma che non ho retto a lungo, ma quando sono riuscita a fare una buona mossa ho sentito una scossa di entusiasmo e ho sorriso – un sorriso vero, autentico. Sorridere sembrava strano e insolito.

Quel giorno ho imparato una lezione che i ricercatori conoscono da anni: il gioco è essenziale per gli adulti quanto per i bambini. In California c’è perfino un Istituto Nazionale per il Gioco, fondato dallo psichiatra Stuart Brown, che ha spiegato di recente al Washington Post quanto sia importante giocare per gli adulti:

“Giocare è una necessità umana di base essenziale per il nostro benessere quanto il sonno, e allora quando non giochiamo abbastanza la nostra mente o il nostro corpo lo nota”, ha affermato Brown. Nel corso del tempo, sostiene, l’assenza di gioco può rivelarsi in alcuni modelli di comportamento: possiamo diventare rigidi, irritati, sentirci intrappolati dalla routine o vittime della vita.

Non bisogna comunque giocare necessariamente a lava tag. Per gli adulti, come per i bambini, il gioco può assumere qualsiasi forma. Il dottor Brown suggerisce di ripensare all’infanzia e di ricordare che tipo di giochi si amavano, trovando una soluzione simile.

Non tutti i giochi sono uguali – mio marito da bambino amava i Lego e ancora ama spargerli a terra e trascorrere un pomeriggio a fare le costruzioni con i bambini. Io non amavo il Lego o qualsiasi tipo di gioco di costruzione, e mi viene l’orticaria quando i bambini vogliono che li aiuti a giocare con il Lego. Hanno imparato a non chiedermelo, perché in genere finisco per piangere e devo uscire a calmarmi.

Da bambina amavo stare all’aria aperta e trascorrevo ore sul nostro trampolino. Oggi so che il mio livello di stress si abbassa immediatamente quando esco per stare sotto al sole. Stare più di un giorno senza sole ed esercizio fisico mi fa sentire debole e triste. Dopo una settimana sono capace di cadere in una grave depressione.

Secondo il dottor Brown, quello che tutti i giochi hanno in comune è il fatto di “offrire un senso di impegno e piacere” e di far sì che “l’esperienza di giocare sia più importante del risultato”.

Che si tratti di dipingere, correre o fare un gioco da tavola, bisogna avere il tempo. Non è un’attività di piacere, ma una parte essenziale per la propria salute e il proprio benessere. Tutto il resto, dal lavoro al sonno, migliorerà se aggiungerete un po’ di tempo per il gioco alla vostra giornata.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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