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Vescovo attaccato dalla lobby gay: “Non smetterò di insegnare la dottrina cattolica”

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Dom Xavier Novell -Captura de vídeo

ACI Digital - pubblicato il 09/06/17

Tolleranza? Il vescovo è stato costretto a uscire dalla chiesa scortato dalla polizia a causa dell'aggressività dei manifestanti

Il vescovo di Solsona (Spagna), monsignor Xavier Novell, vittima di insulti e proteste da parte della lobby gay, ha assicurato che continuerà “a presentare senza paura la visione cristiana della persona”.

“Non vedo nulla da correggere, né le minacce politiche mi hanno spaventato”, ha affermato monsignor Novell in una nota pubblicata sul sito della diocesi di Solsona.

Il presule spagnolo è stato il bersaglio di una protesta violenta del gruppo LGTBI (lesbiche, gay, transessuali, bisessuali e intersessuali) uscendo dalla parrocchia di Santa Maria del Alba il 28 maggio. Il vescovo ha dovuto uscire dal tempio scortato dalla polizia per via dell’aggressività dei manifestanti.

La lobby gay ha risposto così a un estratto del messaggio del 21 maggio di monsignor Novell, nel quale il vescovo si chiedeva “se il fenomeno crescente della confusione nell’orientamento sessuale di molti adolescenti non si debba al fatto che nella cultura occidentale la figura del padre è simbolicamente assente, deviata, evanescente, e anche la mascolinità sarebbe messa in discussione”.

Monsignor Novell ha ricevuto anche le critiche di attivisti e politici che sostengono l’ideologia di genere.

La prefettura di Solsona ha pubblicato su Twitter un messaggio esprimendo il suo “rifiuto nei confronti delle infelici esternazioni del vescovo Xavier Novell”, ha ribadito il suo “totale sostegno alle famiglie monogenitoriali e al gruppo LGTBI” e ha lamentato che “Solsona venga associata a una tale opinione retrograda”.

Nel suo comunicato recente, monsignor Novell ha espresso il suo dispiacere “se qualcuno si è sentito ferito o incolpato dalle mie parole e dall’insistenza di alcuni a considerare il mio silenzio pregiudizievole per la convivenza sociale e per la Chiesa”.

“Non volevo offendere nessuno”, ha assicurato, ma ha chiesto “perdono ai padri e alle madri che sono rimasti feriti. Ho ricevuto telefonate e lettere di alcuni di loro, e lamento il fatto che si siano sentiti giudicati dalla mia domanda”.

“Allo stesso modo, ho ringraziato le persone che hanno capito in modo corretto che non collegavo esclusivamente o direttamente l’omosessualità all’assenza della figura paterna”, ha aggiunto.

Il presule ha sottolineato di non aver “discriminato nessuno né ferito alcun diritto personale”, e ha segnalato che le accuse di omofobia rivolte contro di lui “sono false”.

“Sono convinto, come dice la Chiesa, che ogni persona sia degna di rispetto, indipendentemente da razza, nazionalità, religione e orientamento sessuale”.

“La mia intenzione non era quella di provocare un conflitto aperto con i difensori dell’ideologia di genere, ma non smetterò di difendere il diritto dei pastori della Chiesa di insegnare la dottrina cattolica, protetti dalla libertà d’espressione e dalla libertà religiosa”.

“Per questo, senza alcun dubbio, continuerò a presenziare senza paura la visione cristiana della persona e le sue conseguenze morali”, ha concluso.

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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