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La preghiera ebraica che Zuckerberg recita ogni sera a sua figlia

MARK ZUCKERBERG

Catwalker/SHUTTERSTOCK

Valerio Evangelista - Aleteia - pubblicato il 06/06/17

Mark Zuckerberg non è nuovo a dichiarazioni sulla propria spiritualità. Pochi mesi fa aveva dichiarato il proprio punto di vista sulla religione, dicendo di reputarla “molto importante”. E già lo scorso agosto aveva incontrato papa Francesco – insieme a sua moglie Priscilla Chan – per discutere di come la tecnologia possa aiutare i poveri. Dopo l’incontro Zuckerberg aveva parlato apertamente della sua ammirazione per la capacità del pontefice di “collegare persone di credo diversi rimanendo fedele al proprio” e per “il suo messaggio di misericordia e tenerezza”.

Cresciuto nell’ebraismo, il fondatore di Facebook aveva fatto sapere di aver “trascorso un periodo” in cui si era “posto molte domande”, avvicinandosi anche al buddismo. Dopo anni di ricerca personale, Mark ha quindi abbandonato l’ateismo in cui prima si identificava.

E pochi giorni fa Mark ha fatto nuovamente riferimento alla propria religiosità, in un discorso all’Università di Harvard. In particolare, al termine dei suoi 20 minuti di intervento, il fondatore di Facebook ha citato la preghiera ebraica “Mi Shebeirach”, che lui recita ogni volta che ha di fronte a sé una grande sfida e che ogni sera canta a sua figlia.

Riportiamo la traduzione ufficiale in italiano del testo della preghiera “Mi Shebeirach“:

Che la fonte di forza che ha benedetto quelli prima di noi ci aiuti a trovare il coraggio di rendere la nostra vita una benedizione, e diciamo Amen.Benedici coloro che hanno bisogno di guarigione con r’fu-a sh’lei-ma, il rinnovamento del corpo, il rinnovamento dello spirito, e diciamo Amen.

Nata dall’estro del compositore Debbie Friedman, questa preghiera è stata adottata da molte sinagoghe per la recitazione di fine liturgia in cui vengono nominati i malati che hanno bisogno di una guarigione divina.

Una spiritualità in cui però molti notano delle incongruenze, soprattutto sulla questione omosessuale. A giugno dello scorso anno Mark scriveva, sul suo profilo Facebook, il seguente post:

“Sto celebrando il Mese dell’Orgoglio LGBT per onorare coloro che hanno difeso il diritto alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità senza differenze fra chi siamo o chi amiamo. Perché per quanto lontani siamo arrivati nella lotta per l’uguaglianza, abbiamo ancora molto lavoro da fare. Oggi milioni di persone marceranno nei Pride di tutto il mondo. Io sono con loro, impegnato a rendere Facebook un luogo sicuro per i membri delle comunità LGBT ovunque nel mondo”.

Una presa di posizione che ha lasciato perplessi molti utenti. Su Tempi.it Leone Grotti ha scritto un lungo articolo di denuncia contro la sua apertura gay-friendly, che reputa essere “non solo una campagna a favore di diritti civili, ma ‘di marketing e business’ “, aggiungendo che “anche le assurde accuse di omofobia e discriminazione fanno parte del gioco”.




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Si legge nell’articolo di Grotti:

Zuckerberg ha sostenuto il matrimonio gay, ha fatto pressione sui giudici della Corte suprema americana perché si dichiarassero a favore delle nozze “same-sex”, ha versato decine di migliaia di dollari per le campagne elettorali di giudici e avvocati generali pro-Lgbt, ha modificato e continua a modificare Facebook per rendere la piattaforma virtuale sempre più simile a quel mondo per cui si battono i promotori dell’ideologia gender. Eppure c’è ancora chi lo accusa di discriminare i gay, in un paradossale vortice di diritti negati che sembra non avere fine e nel quale Zuckerberg ha dimostrato di sapersi districare alla perfezione.

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