1) Parlare, parlare, parlare
Sviscerare lungamente un fatto, un episodio, una telefonata ricevuta analizzando sensazioni e vissuti connessi con una precisione nanochirurgica non è quasi mai vissuto come gradevole passatempo da nostro marito. Potrebbe rientrare nel catalogo delle sofferenze accettate con spirito di sacrificio, ecco, questo sì. Pare addirittura che esista una gamma di suoni che il marito, qualsiasi marito, non percepisca.
Adesso vi cerco lo studio e, dati alla mano, vi convincerò che è proprio così. Ah, non serve, dite? Ne siete già persuase?
Bene allora possiamo passare al punto due.
2) Lo shopping
È vero, facciamo di tutti i mariti un fascio. Però una certa base statistica, un dato empirico di un qualche rilievo ci sarà alla base di questo trito stereotipo. Altrimenti non potrebbero spiegarsi i divani, le poltrone relax, i punti ristoro improvvisati o addirittura inseriti strategicamente da lungimiranti e realisti strateghi della customer experience! Il marito deportato è ormai un target ben individuato. O per lo meno lo stanno studiando.
ECCO LE PROVE: (GRAZIE ALLA PAGINA MISERABLE MEN)
Se non vogliamo vedere scemare dai suoi occhi la scintilla vitale che lo animava prima dell’inizio degli acquisti, lasciamogli la libertà di farsi un giro. Di bersi un caffè. Di scambiare due chiacchiere con un suo omologo che lo vedrà a sua volta come ancora di salvezza.
Lasciatelo andare, ve ne sarà riconoscente.
Un ultimo nota bene: esiste una particolare categoria merceologica che, se per noi è fonte di continuo fascino e ispirazione, per loro rimane un enigma, anzi un”intreccio inestricabile”…
3) I lavoretti per la festa di Natale (di Pasqua, di fine anno, di inizio anno,…)
Il tentativo di coinvolgere anche i papà, quindi i nostri mariti, nella vita scolastica dei figli fin dall’asilo-nido, a volte- forse ci ha un po’ preso la mano. Non credo che sia una minaccia alla loro virilità portare i figli a scuola né cambiare loro il pannolino, per esempio, anzi! Occorre che ci aiutiamo, ragazzi, non scherziamo! Altrimenti qui qualcuno potrebbe avere dei crolli verticali!
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(lasceremo opportuni spazi per i tag personalizzati). Ma volerci rendere del tutto interscambiabili e addirittura agire sempre in tandem non ci farà tanto bene.
Possiamo ancora dire senza tema di smentita che gli uomini hanno maggiore forza fisica e possono per esempio spostare i tavoli o le panche per lo spettacolo dei diplomi (della scuola dell’infanzia, sic!) ma che non amano moltissimo realizzare pupazzetti di lana cotta con occhi dondolanti da fissare con la colla a caldo e relativa ustione ai polpastrelli.
4) Lavorare nello stesso posto
Dai lavoretti al lavoro vero e proprio. Questa opzione è decisamente più pericolosa della terza, ed è quasi un luogo comune. Un motivo ci sarà!
Sempre in forza di quella tensione tra i due poli opposti, l’intimità e l’individuazione, lavorare col proprio marito diventa senza dubbio un fattore di rischio. Riduce sensibilmente lo spazio di manovra perché entrambi possano avere la propria autonomia, il proprio modo di entrare nel mondo e di incidere con i proprio talenti e responsabilità. Ci saranno moltissime ed illustri eccezioni, ma sono appunto casi che si allontanano dalla media.
5) Forzarlo a seguirci in un nostro hobby
E magari impedirgli di coltivarsene uno tutto suo. Avete letto che il tango argentino favorisce l’affiatamento e riaccende la passione? Avete già comprato le scarpe e l’abito per voi e per lui? Siete già in auto con vostro marito che, con una rosa in bocca e niente da aggiungere vi sta portando alla palestra “Dance dance dance, and Dance!”?
Allora forse è un po’ tardi. Lo avete convinto o solo vinto. E ora salterà l’anticipo di campionato per portarvi a quel corso per principianti che promette meraviglie. Lungo il tragitto ascoltate insieme Astor Piazzolla. O forse no. Vedo un auricolare penzolare dal suo orecchio sinistro…
Abbiamo pochissimo tempo non precettato da doveri primari legati al lavoro e dai bisogni fondamentali della famiglia. Una fettina, anche piccola, lasciamocela spendere o anche sperperare come meglio crediamo. Ognuno come crede! Non vale che lui faccia quello che noi siamo convinte che debba preferire.
6) Rifargli le sopracciglia
Se vostro marito è sopravvissuto finora senza chiedersi se la linea delle sue sopracciglia fosse a coda di rondine o ad ala di gabbiano, rimettete subito quelle pinzette nella fondina! Sono un’arma impropria ed un altro colpo d’ariete inferto al bastione della virilità. Noi lo diciamo un po’ così, ma c’è chi ci ha scritto dei saggi di tutto rispetto: vogliamo il maschio selvatico! Non un barbaro senza peli, che non sono per nulla superflui!