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Gli adolescenti: “suonati” o rianimati dalla musica?

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Pixabay

Silvia Lucchetti - Aleteia - pubblicato il 02/06/17

L’originale riflessione di un musicista-psicologo sul significato della musica per lo sviluppo dell’identità dei giovani

Perché gli adolescenti sono così affamati di musica? Che rapporto si crea tra i ragazzi e le canzoni che ascoltano? Il libro di Andrea Montesano, psicologo e chitarrista, “La psicologia del rock. Crescere con la musica in adolescenza” (Edizioni Alpes) prova a dare una risposta a queste domande e offre uno strumento utile per genitori, educatori, professori, psicologi, insegnanti che vivono e lavorano a stretto contatto con i più giovani.

L’adolescenza è una fase particolare del percorso di crescita, non ci si sente né carne né pesce, si è alla ricerca della propria identità, autonomia, del proprio stile, ma questo rende al contempo fragili e confusi, bisognosi dell’amore e dell’appoggio dei genitori e degli adulti di riferimento, che però contemporaneamente “pesano” con le loro indicazioni, le loro regole, perché l’adolescente desidera affermare fortemente ciò che prova e che crede assoluto.
La poesia, la musica, l’arte… riescono a parlare al cuore degli adolescenti meglio di quanto spesso possa fare un professore, un genitore, che con tutte le migliori intenzioni tenta di avvicinare e indirizzare i ragazzi che lo respingono, ma che comunque lo desiderano presente e vigile.




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I ragazzi attraverso la musica che ascoltano e producono (non dimentichiamo che molti suonano in gruppi, compongono basi attraverso le moderne tecniche digitali, scrivono canzoni) esprimono emozioni e stati d’animo profondi che vanno valorizzati. La musica è il codice che spesso prediligono per raccontarsi e comunicare con gli altri.

Quante volte, per i giovani ma anche per gli adulti, ascoltare musica diventa un modo per estraniarsi dal mondo?
Chiudere gli altri fuori dalla porta attraverso la barriera invisibile che il brano crea tra noi e il mondo può rappresentare uno strumento per pensare, conoscersi e crogiolarsi nei sentimenti di malinconia, tristezza, felicità o rabbia che la musica accentua esponenzialmente.

LA MUSICA: LINGUAGGIO UNIVERSALE DEI GIOVANI

I ragazzi ripongono nella musica speranze, sogni, paure, desideri… proviamo a capire cosa rappresenta nella loro quotidianità, per cercare di comprenderli, per coglierne il linguaggio e metterci in comunicazione con loro, invece di criticarli soltanto per scelte musicali a nostro parere incomprensibili, inappropriate e per il volume sempre troppo alto.
Anche i nostri genitori muovevano a noi le stesse considerazioni, ricordate?

«Il linguaggio universale che attraversa il pubblico giovanile in ogni parte del mondo è la musica: l’espressione di libertà e immaginazione che racchiude in se stessa desideri, ideali e fantasia di ogni adolescente. Per la sua matrice fortemente culturale la musica fa da sfondo, di generazione in generazione, alla quotidianità di ragazzi che sentono forte il bisogno di appartenere ad uno stile musicale identificativo per dire ciò che pensano e racchiudere in esso sogni e sentimenti. La musica, per gli adolescenti di oggi, è una dimensione quotidiana, con la quale convivere e nella quale raccontarsi. Essi infatti ogni giorno ascoltano musica da soli, in compagnia, in stanza, con l’iPod o lo smartphone, poi ancora in macchina, a scuola, nei locali».



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GLI ADOLESCENTI CHE STUDIANO CON LA MUSICA? UN BENE!

Forse per molti sarà una sorpresa mentre per altri solo una conferma, ma studiare con la musica accesa, afferma l’autore, motiva e stimola i ragazzi. Cari genitori che vi lamentate e che non credete possibile che vostro figlio studi ascoltando le canzoni, sappiate che non è così. Poi dipende da ragazzo a ragazzo, ognuno con il tempo troverà il proprio equilibrio. Ma in generale pare che la musica permetta agli studenti di vivere con meno stress i compiti da svolgere e che sia un valido aiuto per la concentrazione. Allora niente più silenzio assoluto, vai con la prossima traccia!

«La musica ha conseguenze positive anche nel rimotivare gli adolescenti nel lavoro scolastico e nello stress che da esso ne deriva. Infatti, permette loro sia di distaccarsi da preoccupazioni emotive e da ansie, sia di affrontare le difficoltà o i compiti assegnati loro con maggiore attenzione e concentrazione».

LA MUSICA E LA DOPAMINA

Ascoltare musica genera dei grandi benefici sul cervello in quanto comporta il rilascio della dopamina, un neuromediatore che suscita il piacere, come dimostrano recenti ricerche sulla prestigiosa rivista scientifica Nature:

«Gli adolescenti, a questo proposito, a volte studiano ascoltando la musica ad alto volume: il suono anziché distoglierli crea una barriera isolante utile alla protezione da intrusioni esterne, che a quel punto rappresenterebbero davvero una “minaccia”. Nel 2011 è stato condotto uno studio su Nature riguardo l’effetto che la musica produce sul cervello umano intitolato Anatomically distinct dopamine release during anticipation and experience of peak emotion to music. Secondo V.N. Salimpoor (dottoranda alla Rotman Research Institute of Toronto) e il suo team di ricercatori, grazie all’utilizzo della PET e altre misure fisiologiche si è scoperto che durante l’ascolto di musica il sistema limbico rilascia un neurotrasmettitore, la dopamina, responsabile delle sensazioni di piacere. Il rilascio addirittura, avverrebbe anche prima dell’ascolto della musica, esattamente proprio come una pregustazione di un piatto saporito (Salimpoor et al., 2011, 257)».



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LA MUSICA CHE PIACE AGLI ADOLESCENTI E NON “SUONA” PER GLI ADULTI

Quante volte i genitori, pur sforzandosi non riescono a comprendere ed accettare le preferenze musicali dei loro figli! Perché?

«La musica agli occhi dei ragazzi, acquista diversi significati profondi, che spesso sfuggono alla comprensione degli adulti. Questo perché essa si presenta sotto forma di linguaggio sempre più manifesto di un gruppo circoscritto, all’interno del quale gli adulti “non possono entrare”. Per questo motivo, la musica che essi ascoltano non la si comprende: vestono in modo strano o folle, reagiscono con logiche non codificabili e desiderano più che mai proprio quel genere musicale che un adulto non sopporta, quasi come se a volte fosse un comportamento studiato appositamente. A questo proposito i pensieri di un adulto di solito potrebbero essere “cosa passa loro per la mente?”, “è colpa della musica che ascoltano?”, “speriamo che cambino testa perché si troveranno male”, “ah, se fosse mio figlio!” e intanto fra l’adulto e l’adolescente cominciano ad alzarsi sempre più barriere a “suon” di preconcetti e giudizi».

GLI ADOLESCENTI ASCOLTANO LA MUSICA O LA “SENTONO”?

«La musica che gli adolescenti amano, invece, è proprio una musica che parla di loro, esprimendo tutto ciò che non riescono a dire e a volte anche a pensare, presi dallo sforzo di distribuire la propria attenzione sui diversi compiti evolutivi da assolvere in questa fase di crescita. Perché gli adolescenti si sentono così toccati dalla musica? Il potere della musica è distinto e variegato: tocca fisicamente stabilendo con il corpo un contatto immediato e reattivo. Ad esempio il suono può avere un potere altamente calmante, dando un significato simbolico ai sentimenti più nascosti, emozioni e paure: ascoltare musica in solitudine per questo motivo, spesso crea il clima giusto per favorire la concentrazione».

SHOEK; RAPPER; GOSPEL; CRISTIANO

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In questa epoca di sfrenata accelerazione di ogni aspetto della vita umana, è forte il rischio che anche la musica si presti a rappresentare un bene effimero, “usa e getta”, da parte di adolescenti scarsamente consapevoli di far parte dello stesso copione che rifiutano, ritenendo ingenuamente di essersene affrancati. Di fronte a questo rischio molto concreto l’autore oppone la sua proposta opportunamente evidenziata da Zbigniew Formella, professore ordinario di Psicologia dell’Educazione Università Pontificia Salesiana, nella presentazione.

«L’autore non ha paura di coinvolgere un ragazzo a impegnarsi totalmente, invitandolo ad attivare la sua dimensione cognitiva, fisica ed emozionale, per diventare “creatore” del proprio sé. L’adolescente così è condotto a scoprire i suoi talenti e, tramite l’impegno personale, diventare artigiano della propria vita e non solo semplice consumatore dei “prodotti precotti” offerti dall’adulto. La musica in questo caso diventa uno strumento che facilita questo processo, con l’obiettivo di essere qualcosa di stimolante, impegnativo e coinvolgente».

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