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Confidare nella sorte? Meglio prendere in mano le redini della propria vita

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Shutterstock / maridav

padre Carlos Padilla - pubblicato il 01/06/17

Tutto il male che mi accade può essere un'opportunità o un contrattempo, dipende da come lo guardo

Ho ben chiaro che non voglio conoscere il futuro che mi aspetta. Non tocca a me sapere cosa accadrà. Tante persone vogliono conoscere il loro futuro. Chiedono, indagano, cercano. L’uomo non sopporta l’incertezza della vita.

Anche a me piace sapere cosa verrà, cosa succederà. È una curiosità sana, pura. C’è una certa oscurità quando mi apro al domani che non controllo. Mi angoscia ciò che può accadere.

Anche se ho ben chiaro che devo impegnarmi nel presente. Vivere oggi, qui e ora. In un film, La suerte está echada, uno dei personaggi commentava: “La domenica registro le partite per vederle poi in differita. Non conosco il risultato, ed è come se si stessero giocando in quel momento. Vivo ogni azione come se stesse accadendo in quell’istante. La palla è in aria e non so se entrerà o meno in rete, anche se in realtà è già accaduto”.

Voglio vivere così il presente. Senza pensare a quello che verrà. Senza sapere cosa succederà. Senza paura che le cose non vadano come voglio io. La palla in aria. Non so se entrerà in porta. La mia vita è così. È così l’incertezza del presente. Vivo ancorato al momento. Lo vivo con passione. Nella vita ci sono persone che si lasciano trasportare dalla corrente. Finiscono per reagire in base a quello che pensano e fanno gli altri. Non prendono decisioni, sono altri a decidere per loro. Ma ci sono anche altre persone che spingono, agiscono, decidono.

Mi fa paura l’idea di trasformarmi in qualcuno che fluttua. La corrente è forte, e il pericolo di lasciarmi trasportare è grande. Preferisco essere io a muovere le pedine. Agire, decidere, spingere, dire, fare. Non voglio che la sorte condizioni la mia vita. Non voglio essere fatto, voglio fare.

So bene che la sorte va cercata. Ma poi le cose non sono sempre quello che sembrano. Una cosa sembra positiva e non sempre lo è, o il contrario. Avviene qualcosa di apparentemente negativo, ma poi possono derivarne cose buone. O posso ottenere una cosa che desidero perché mi è successo qualcosa che mi fa male.

Per questo dico sempre: “Buona sorte, cattiva sorte, chi lo sa?” Devo cercare la sorte. Non sono condannato a che vada tutto male, né a che tutto vada sempre bene per quanto possa sforzarmi.

Non mi soffermo sulle idee campate in aria. Non mi fermo a guardare il cielo, senza far niente. Non mi lascio trasportare. Non fluttuo. Agisco. Vivo nel presente e decido. Non mi rifugio nel fatto che un giorno è stato meglio, né sogno un futuro che deve ancora arrivare.

Voglio concretizzare, agire, mettermi in cammino. Fare le cose che decido e non solo pensare a ciò che sarebbe meglio. Scelgo e metto da parte le cose buone. Rinuncio ad alcune cose preziose.

Prendo decisioni a volte corrette, a volte sbagliate. Cattiva sorte? Non lo so. Tutte le cose negative che mi possono accadere possono essere un’opportunità o un contrattempo, dipende da come le guardo. Buona sorte? Non lo so. Tutte le cose buone che mi succedono non sempre mi aprono le porte a una vita piena. Dipende da me.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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