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Come le sètte stanno captando adepti attraverso il cellulare

WEB3-CELL PHONE-ABSORBED-BED-CONCENTRATED-WOMAN-INTERNET-shutterstock_434264962-By Marcos Mesa Sam Wordley-AI

Shutterstock/Marcos Mesa Sam Wordley

Luis Santamaría del Río - pubblicato il 31/05/17

Internet: una vetrina e un mezzo di captazione a costo zero

Dal 25 al 27 maggio, la città di Siviglia (Spagna) ha accolto il X Congresso (Inter) Nazionale di Psicologia Giuridica e Forense, al quale ha partecipato la giovane spagnola Alejandra Sánchez Acosta, laureata in Psicologia e che attualmente svolge la tesi di dottorato sull’azione delle sette nel cyberspazio. Il suo intervento al congresso era intitolato “Captazione nel mezzo digitale. L’uso di tecniche di persuasione nelle sette”. Abbiamo voluto sapere a quali conclusioni sta arrivando nella sua indagine con questa intervista.

In che modo usano Internet le sette? Si tratta di una semplice vetrina pubblicitaria o di qualcosa di più?

Internet ha cambiato senz’altro il nostro modo di intendere la società, le relazioni, le comunicazioni… Questi gruppi sono esperti nell’adattarsi ai cambiamenti sociali. È il loro modo di sopravvivere, e lo fanno in modo molto efficace.

Per questo, hanno trovato in Internet non solo una vetrina pubblicitaria in cui mostrare un volto amabile e assai elaborato della loro organizzazione, dottrina e leader, ma anche un modo di captazione a costo zero e con cui entrare in contatto con un numero infinito di possibili nuovi adepti.

Pagine web, reti sociali, forum, canali di video… possiamo trovare la presenza di questi gruppi in tutti i formati possibili. Con più o meno sofisticazione, è vero, ma non possiamo sicuramente ridurre la loro presenza in Internet a un semplice “opuscolo informativo digitale”, visto che non solo veicolano informazioni filtrate in base ai loro propositi, ma usano tecniche proprie di persuasione che avevamo visto nell’“a tu per tu”.

Una persona può essere captata da una setta attraverso il computer o il telefono cellulare?

Sicuramente. La nostra è una società digitale, interagiamo quasi più nel mondo digitale che in quello fisico, comunichiamo in modo istantaneo, cerchiamo informazioni sui motori di ricerca… Sarebbe impensabile credere che questi gruppi non conoscano questi nuovi modi di interazione e non vi si siano adattati.

Come dicevo, possiamo trovare questi gruppi in qualsiasi formato digitale, e in molte occasioni non servirà nemmeno andare a cercarli. Attraverso l’accettazione dei cookies e le nostre ricerche, Internet si incaricherà di mostrarci i gruppi che possono dare una risposta alle nostre inquietudini.

Per via della mia ricerca e delle analisi che svolgo, ricevo inviti quotidiani a unirmi a vari gruppi in base alla mia zona geografica, potendo entrare in contatto con loro attraverso Facebook, conoscerli di più attraverso la loro pagina web…

In Spagna si è verificato purtroppo un caso recente di captazione attraverso le reti sociali, quello di Patricia, una ragazza di Elche che minorenne ha iniziato ad avere contatti con una setta gnostica peruviana e a 18 anni è scappata di casa per unirsi a questa.

Nel lavoro che ha presentato al congresso parla di varie tecniche di controllo dell’ambiente quotidiano, di manipolazione emotiva, di controllo della percezione e della cognizione, dell’alterazione degli stati di coscienza… Ha constatato l’uso di tutti questi meccanismi nelle pagine Internet delle sette?

Sì. In genere tutti questi gruppi usano le tecniche che ha menzionato nel loro processo di captazione e indottrinamento “a tu per tu”, ma ho verificato che, come nei contatti reali, sulle loro pagine web si possono trovare indizi dell’utilizzo di queste tecniche.

Possiamo vedere come queste pagine siano piene di termini comprensibili solo dal gruppo e che aumentano l’identificazione con esso; c’è sempre uno spazio per esaltare la figura del fondatore, creando così nuovi referenti di autorità; ci sono vari inviti a svolgere seminari, corsi ecc. in contesti isolati, o anche a vivere in comuni. Si possono anche trovare video che iniziano all’uso di tecniche meditative o al canto di mantra mentre si vede la televisione, tecniche usate da queste sette come metodi per fermare il pensiero, tra gli altri propositi.

Facendo un altro passo, è possibile l’indottrinamento attraverso le nuove tecnologie della persona che è stata captata? Non è necessario che si appartenga realmente a un gruppo o si partecipi a un luogo fisico concreto?

Si tratta di un tema piuttosto controverso e assai sconosciuto. Come sappiamo, non c’è un unico tipo di gruppo settario. Troviamo gruppi di carattere religioso, psicoterapeutico…, e credo che la risposta a questa domanda dipenda dal gruppo a cui ci stiamo riferendo.

Penso che in generale Internet sia un metodo molto efficace per il processo di captazione, mentre il processo di indottrinamento in alcuni gruppi si potrà effettuare attraverso Internet, reti sociali, ecc. in cui condividere esperienze con altri membri, inquietudini…, mentre è probabile che altri gruppi, per le loro dottrine o caratteristiche, richiedano un contatto più personale o la partecipazione a un luogo concreto.

Credo comunque che sia un tema su cui si deve indagare ancora molto e che sarebbe assai interessante approfondire.

In base a quello che constata, le sette sono più vicine al loro pubblico potenziale grazie a Internet?

Ovviamente. Internet mette a portata di mano qualsiasi prodotto vogliamo consumare, e i gruppi settari non fanno eccezione.

Chiunque abbia certe inquietudini e un computer potrà cercare risposte, e purtroppo a volte bisogna trovarle in questo tipo di gruppi di manipolazione. Viceversa, i gruppi sanno come maneggiare le reti sociali, come posizionarsi in Internet e che immagine vogliono dare di se stessi.

In questo panorama, cosa possiamo fare? Quali strumenti di prevenzione e individuazione si possono attivare?

In primo luogo, credo che si debba aumentare la consapevolezza sulla questione, in modo specializzato e non solo mimetizzato. Le informazioni che la società in generale riceve su questi temi sono piuttosto parziali per via del filtro dei mass media.

È certo che permette di rendere visibile un fenomeno sconosciuto, ma l’immagine mostrata fa pensare che sia una cosa che succede a pochi, mentre chiunque può cadere nelle reti di questi gruppi se non ha gli strumenti per identificarli.

Quanto all’individuazione, questa conoscenza è fondamentale, sia da parte della società in generale che da parte dei professionisti coinvolti nella lotta contro questo fenomeno, dalle forze di sicurezza dello Stato ai professionisti della psicologia.

Senza una conoscenza reale di come funzionano, qual è il processo per cui passano vittime e familiari, ecc., lottare contro questo fenomeno sarà impossibile. Il primo passo è l’intenzione delle istituzioni di mettere in campo risorse che permettano una specializzazione e l’aumento delle conoscenze.

Quanto alla prevenzione, come dicevo prima, bisogna diffondere informazioni non parziali, per far capire il processo di captazione in atto e poter stare in guardia.

Credo che sia fondamentale iniziare a educare i giovani facendo conoscere loro l’esistenza di questi gruppi e facendo capire che sono più vicini di quanto si creda e si interessano di loro.

Come identificarli, nel mondo digitale e in quello fisico, è fondamentale per non cadervi in un momento in cui qualsiasi risposta che plachi il dubbio costante di dover trovare il proprio posto sarà la benvenuta.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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