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Non voglio essere come mia madre!

MADRE FIGLI EDUCAZIONE

Antonio Furno | CC

ZYTA RUDZKA - pubblicato il 22/05/17

Per crescere i nostri figli dobbiamo fare pace con il passato

Guardando indietro, sembra che l’erba del vicino sia sempre più verde. Pensi che da adulta avresti avuto più fiducia in te stessa, se tua madre non ti avesse criticato per tutto il tempo. Forse lavoreresti meglio se da bambina tu non fossi stata iper-protetta e continuamente giustificata. Ecco perché elogi i tuoi figli (fin troppo). Li iscrivi a corsi di nuoto ed equitazione. Li incoraggi a cantare durante le celebrazioni di famiglia, anche se lo fanno sempre col mal di pancia. Pensi che possa infastidirli un po’, ma che quando saranno cresciuti lo apprezzeranno. In futuro, pensi, saranno liberi da insicurezze e paure.

Ma questa prospettiva è un po’ limitante, costruita intorno ad un punto di partenza errato: non voglio essere come mia madre. Focalizzarti sugli sbagli di tua madre non ti impedirà di fare errori genitoriali, né darà necessariamente ai tuoi figli un’età adulta migliore e più semplice.


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Non aspettarti che, ribellandoti, eviterai tutti i suoi errori. Giurare di non percorrere i suoi stessi passi non ha senso. Abbiamo molti atteggiamenti, modi di pensare o modelli di comportamento che sono così radicati in noi che spesso ripetiamo gli errori delle generazioni precedenti inconsapevolmente.

Sentiti libera di fare ricorso alle esperienze vissute da bambina; sono una buona linea guida. Il punto non è essere diversi. Forzare le differenze non è garanzia di risultati migliori. È però importante restare in contatto con il passato. Non fare ciò che per te non è andato bene, ma evita l’impetuosità.

A volte ciò che durante l’infanzia ci ha limitate, nel tempo ci dà più forza. Se mia madre fosse stata un genitore perfetto, potrei avere più difficoltà a comunicare con persone “difficili”. Forse la mia infanzia sarebbe stata più brillante (o meglio, più facile), ma sono state le difficoltà a formarmi, rendendomi chi sono oggi.

Io sono me stessa. Proprio come mia madre è se stessa e i miei figli sono loro stessi. Questo atteggiamento ci rilassa, e offre alla maternità gioia e serenità. È una risposta tenera a ciò che i bambini sperimentano, un’alternativa al dispensare idee confezionate.


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I tuoi figli avranno anche di che lamentarsi, a prescindere da quanto diverse saremo state rispetto alle nostre madri e da quanto vogliamo dare loro quello che noi non abbiamo avuto.

Ci proveremo, ma non saremo mai delle madri perfette. Non esiste una madre perfetta. E grazie al cielo, perché i bambini non hanno bisogno di un modello impeccabilmente virtuoso, ma di una presenza saggia, empatica e incoraggiante.

È importante che tu mantenga un legame stretto con tua madre, senza permettere a tale legame di ostacolare il modo in cui vedi il tipo di madre che desideri essere.

È utile nelle situazioni quotidiane, quando tu imponi dei limiti e poi la nonna li cambia. Forse lei permette ai tuoi figli di mangiare sul divano mentre guardano la TV, o di lanciare pietre agli uccelli del parco, che sono contro le tue regole.

Può capitare che un bambino diventi aggressivo e che la madre voglia calmarlo: qui entra in gioco la nonna, pronta a consolare e distrarre il nipotino. Ma quando la madre del bambino si oppone, lei inizia a dire a sua figlia cosa dovrebbe fare. Il conflitto va avanti, e la nonna mette fine alla discussione con un’argomentazione a cui è difficile replicare: “Immagino che non ti abbia cresciuta così male, se adesso sei così intelligente!”

Devi avere il coraggio di opporti con saggezza. Opporsi in modo saggio significa non urlare, non rinfacciare un passato doloroso e, soprattutto, non umiliarla dicendo che non sa nulla.


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È importante non litigare sulle cose di tutti i giorni. Ci saranno sempre dei disaccordi. Puoi sempre citare degli episodi della tua infanzia e dire come ti fanno sentire. Ma è difficile parlare di segreti che fanno male; è più facile lamentarsi del fatto che la nonna abbia dato al bambino un pezzo di maiale molto grasso, mentre tu gli avevi preparato del prosciutto bio e un’insalata. Le vecchie ferite si manifestano nella rabbia quotidiana.

Raramente ci apriamo con le nostre madri riguardo alle sofferenze della nostra infanzia. È molto importante, perché spesso tendiamo a criticare le nostre madri senza però rivelare le sofferenze che portiamo dall’infanzia.

È cosa buona parlare dopo essersi calmate, e non davanti ai bambini. Innanzitutto ringrazia tua madre per averti aiutata con i bambini. Ma poi è necessario stabilire delle regole fondamentali, in modo da fare una distinzione tra il ruolo della madre e quello della nonna. Riconosci gli spazi in cui entrambe esercitate il vostro ruolo, ma non sovrapponetevi. Ascoltatevi a vicenda. Non come madre e figlia, ma come due donne che non rifiutano automaticamente tutto ciò che propone l’altra e che non reagiscono in modo prioristico, alzando la voce o rifugiandosi nel silenzio.

Anche le nonne hanno avuto una madre. Hanno i propri limiti e non devono accompagnare le figlie adulte nelle battaglie quotidiane che vivono come madri. Perché è loro compito affrontare ai propri sentimenti, e in tale compito non spetta alle loro madri aiutarle.

Forse, come madri, sarebbe buono non guardare indietro alla nostra infanzia, ma guardare avanti ai nostri figli. Guarda loro con attenzione e tenerezza. Mostra loro che le esperienze dei primi anni di vita sono importanti, che ci formano, ma che non determinano chi siamo. Se nella nostra infanzia mancasse qualcosa, quell’ingiustizia non è necessariamente un errore che dobbiamo portare con noi per tutta la vita.

Cerca di essere una brava madre, che che non distrugge e limita i propri figli, ma che li sostiene e li incoraggia. Che promuove l’indipendenza e insegna l’autoconsapevolezza, facendo capire come non ferire gli altri. Ma ricordati che le madri non sono le uniche persone della vita dei nostri figli. Conosceranno il mondo ed altre persone, e dovranno affrontare da soli le proprie situazioni difficili.

La cosa più importante è essere una madre cosciente. Intendo, sei tu la madre. Hai il diritto e il dovere di prendere delle decisioni per i tuoi figli. Abbi coraggio!

[Traduzione dall’inglese a cura di Valerio Evangelista]

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