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Quando Chris Cornell parlava dell’Eucaristia nelle sue canzoni

Aleteia - pubblicato il 18/05/17

Si è spento il famoso cantante dei Soundgarden e degli Audioslave

È morto* a 52 anni Chris Cornell, cantante delle celebri band Soundgarden e Audioslave. Il cantante si definiva un agnostico, ma la sua vita e la sua storia religiosa furono segnate dalla sua giovinezza.

Un articolo pubblicato da Catholic Link spiega che, pur essendo ateo, pregava, ha interpretato l’Ave Maria e ha anche scritto canzoni sull’Eucaristia.

Pensiamo al testo di Like a Stone. Come spiega l’articolo (che riportiamo parzialmente in fondo), questa canzone racconta la storia di un uomo alla fine della sua vita, mentre legge “un libro” che è sospettosamente simile alle Scritture.

Nella sua gioventù Chris Cornell ha frequentato la scuola cattolica, ma dopo quell’esperienza non si è mai avvicinato realmente ad alcuna religione. Eppure, facendo attenzioni ai suoi testi, si nota il suo uso non proprio sporadico di elementi religiosi

Ad esempio nella canzone Black Hole Sun scrive: “…Nella mia gioventù ‘ho pregato’… per trattenere il cielo e mandare via l’inferno, nessuno canta più come te ora”.

Nella canzone Show Me How to Live, dichiara: “Qualcuno mi porti un sacerdote per mettere a letto la mia mente, questo suono costante nella mia testa! È questa la cura o la malattia?!”

Inoltre, in alcune occasioni, ha persino interpretato magistralmente l’Ave Maria.

Ma la cosa che fa riflettere di più è, nella sua canzone Like a Stone, il fatto che racconti la storia di un uomo alla fine della sua vita mentre legge “un libro” che è sospettosamente simile alle Scritture.

Mentre l’uomo lo legge prova un tremendo senso di rimorso – non solo per quello che lui ha commesso di sbagliato, ma anche per tutto ciò che ha “benedetto” e che non avrebbe dovuto (un’intuizione brillante).




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Sebbene il riferimento all’Eucaristia in questa canzone sia sottile, al tempo stesso è potente:

E sul mio letto di morte/ Pregherò gli dei e gli angeli/ Come un pagano/A chiunque mi porterà in cielo/In un posto che ricordo/Ci sono stato tanto tempo fa/Il cielo era ferito/ Il vino era sangue/ E mi ci hanno condotto… Nella tua casa, dove voglio stare…”

Verace nei confronti dei suoi dubbi ma anche deliziosamente aperto al Signore e alla sua venuta, descrive molto bene la brama che una persona potrebbe avere alla fine della sua vita. Come un pagano giusto, lui attende l’arrivo del suo Signore, qualcuno con cui “desidera” cenare.

Quindi, nonostante la sua dichiarata ambivalenza nei confronti della Chiesa, sceglie un’immagine che assomiglia molto a qualcosa del suo passato: un tenue, seppur vivido, ricordo d’infanzia sull’Eucaristia.


*Una delle ipotesi avanzate dalla polizia di Detroit, che si sta occupando della morte di Chris Cornell, è di possibile suicidio:

“Quando le forze dell’ordine sono arrivate in camera, hanno trovato Chris Cornell steso in bagno. Non rispondeva, era morto. Stiamo indagando su un possibile suicidio, ma siamo in attesa dell’esame del medico legale per determinare le cause e la modalità della morte”.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Valerio Evangelista]

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