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Si è risolta una vecchia storia di terre tra i Sioux e i gesuiti in South Dakota…

The Cowboy And Indian Alliance Kicks Off Week Of Protests Against The Keystone XL Pipeline

CHIP SOMODEVILLA / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / AFP

WASHINGTON, DC - APRIL 22: (L-R) Samantha Jones (L) of the Sicangu Lakota Band of the Rosebud Sioux Tribe from Rosebud, South Dakota and Brandie Molina help raise a large tepee as part of a demonstration against the proposed Keystone XL pipeline on the National Mall April 22, 2014 in Washington, DC. As part of its "Reject and Protect" protest, the Cowboy and Indian Alliance is organizing a weeklong series of actions by farmers, ranchers and tribes to show their opposition to the pipeline. Chip Somodevilla/Getty Images/AFP

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 12/05/17

Assegnate ai missionari quando giunsero negli Stati Uniti con il Trattato di Fort Larami

I Gesuiti stanno completando le ultime procedure burocratiche per restituire più di 500 mila acri di terreni alla comunità dei Rosebud Sioux, nel Sud Dakota.

Le terre verranno annesse alla riserva indiana nella quale i Rosebud Sioux vivono dal 1868, a seguito del Trattato di Fort Larami, nella parte ovest del Missouri (Il Messaggero, 12 maggio)

23 COMUNITA’

I terreni che i gesuiti restituiranno, fanno parte di un vecchio lascito che il governo americano affidò alla Compagnia di Gesù nel 1880, per costruirvi sopra chiese, scuole, cimiteri. Padre John Hatcher, presidente della Missione San Francesco, ha spiegato che all’inizio la missione era composta da 23 piccole comunità.

«All’inizio della missione avevamo 23 stazioni missionarie – ricorda padre Hatcher -. Ma nel corso degli anni, mentre la gente si allontanava dalla prateria e dalla campagna, quelle chiese sono state chiuse perché non più utilizzate».

UNA “GIUSTA” RICONSEGNA

«È giunto il momento di restituire alla tribù tutti quegli appezzamenti di terra che sono stati consegnati alla Chiesa per scopi religiosi», ha aggiunto padre Hatcher, che sottolinea l’opportunità di restituire la terra che appartiene giustamente al popolo Lakota, di cui fanno parte i Rosebud Sioux (Fides.org, 12 maggio).

PASCOLO O SCOPI RELIGIOSI?

La terra riconsegnata «potrebbe essere utilizzata per scopi agricoli, per il pascolo. Potrebbe essere utilizzata per lo sviluppo della comunità. Potrebbe continuare ad essere utilizzata per scopi religiosi», ha affermato Harold Compton, Vice direttore esecutivo della Tribal Land Enterprises, la società di gestione del terreno di Rosebud Sioux.

Ci sono circa 25.000 persone registrate come Rosebud Sioux, di cui 15.000 vivono nella riserva (Avvenire, 12 maggio).

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