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Ho dato uno schiaffo a mio figlio, adesso che faccio?

SCHIAFFO;MADRE;FIGLIA

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El cerebro del niño - pubblicato il 10/05/17

Come comportarsi se un papà o una mamma fa ciò che nessun genitore dovrebbe fare

Per molti genitori questa scena è impensabile. Per fortuna, la legge vieta qualsiasi forma di punizione fisica e sempre più famiglie evitano totalmente di ricorrervi. Ma ricevo decine di email da madri e padri che mi dicono qualcosa come: “Qualche giorno fa non sono riuscito/a a fermarmi ed ho dato uno schiaffo al mio bambino. Sono il/la peggior padre/madre del mondo?”. Credo proprio di no. Non scrivo questo post per giustificare qualcuno, ma per aiutare i genitori che si trovano in questa situazione, e soprattutto per i loro figli.

Forse molti di voi resteranno a bocca aperta nel leggere questo articolo, ma intervengo in molte conferenze e spesso le mamme e i papà mi chiedono cosa succede se, di tanto in tanto, dovessero dare uno schiaffo al bambino. Lo fanno sempre privatamente, al termine della conferenza. Ed è comprensibile, perché la maggior parte dei genitori che qualche volta danno un ceffone ai propri figli lo fa in segreto.

In un certo senso si tratta di un argomento tabù e, di fatto, la maggior parte dei blog o dei libri educativi non affronta questo problema. Quasi tutti si limitano a dire che “non bisogna picchiare i bambini” e offrono delle alternative alle urla, ma non indicano strategie per quei genitori che occasionalmente danno ai figli uno scappellotto.

Ho deciso di scrivere questo post perché il fatto che molti genitori vogliano farlo in segreto non è un motivo per cui i professionisti debbano far finta che non accada. La realtà è che queste cose accadono. Non quando il bambino è piccolo, ma quando è un po’ più grande. Siatene certi, accade a qualche compagno di classe dei vostri figli, a qualche bambino del vostro quartiere, a qualcuno dei vostri nipoti e, in molti casi, a qualcuno dei genitori che leggono questo sito.

Le botte occasionali non appartengono solo a determinati contesti sociali, ma si verificano in tutti i tipi di famiglie. Nelle scuole, sia pubbliche che private, vengo assalito da domande di questo tipo. A porle sono sia genitori colti che poco istruiti, provenienti da ogni tipo di contesto socio-economico. In questo post segnalo alcune indicazioni di base su come agire se, in qualunque momento, un papà o una mamma fa ciò che nessun genitore dovrebbe fare.




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1. Siate consapevoli di ciò che avete appena fatto. Un bambino non è un oggetto contro il quale poter scaricare la propria rabbia e impotenza. Un bambino è un essere umano con pieni diritti, e come tale non deve essere aggredito. IN NESSUN CASO.

2. Pensate a cosa vi ha fatto perdere i nervi. Il comportamento del bambino non è la risposta. I bambini fanno quello che fanno i bambini, e sono tanti (ci auguriamo che siano la maggior parte) coloro che sono in grado di gestire queste situazioni senza aggredire. La vera ragione per cui voi non ci riuscite ed altri sì, siete voi. Risiede nella consapevolezza che avete dello sviluppo del bambino, nelle competenze che avete. Pensate che un bambino, per il fatto di essere più debole di voi, possa venire colpito affinché possa imparare? Avete delle aspettative non realistiche sul comportamento dei bambini? Siete troppo stanchi alla fine della giornata per far fronte alla frustrazione? Sapete quale dovrebbe essere la condotta dei vostri figli, ma non avete le competenze e gli strumenti necessari per poterli aiutare a comportarsi in un certo modo?

3. Per nessun motivo dovete spiegare al bambino perché lo avete picchiato. Per i genitori è relativamente comune dire qualcosa come “Mi dispiace. Ti ho dato una sberla perché ti ho ripetuto un concetto 3 volte e tu non hai prestato attenzione”. È una trappola molto pericolosa, perché in qualche modo stiamo giustificando le nostre azioni. Non c’è mai un fine che possa giustificare l’aggressione. Qualsiasi spiegazione servirà solo a far pensare al vostro bambino – e a voi stessi – che, in qualche modo, lo schiaffo e la sculacciata fossero giustificati. Molti aggressori usano il meccanismo delle scuse per giustificare le proprie azioni, finendo col far credere alla vittima di essersi meritata l’aggressione. Non lasciate che i vostri figli pensino di aver meritato di essere picchiati.

4. Chiedete perdono con sincerità e pentimento. Come abbiamo visto nel paragrafo precedente, non ci sono giustificazioni. Quindi, se avete picchiato vostro figlio, ditegli che vi dispiace, riconoscete di aver sbagliato, ma non aggiungete alcuna ragione. Ammettete di aver sbagliato, chiedete perdono sinceramente e spiegate a vostro figlio che non accadrà di nuovo. Così, almeno, il bambino saprà di non dover sentirsi in colpa per aver riceveto lo schiaffo.

5. Siate consapevoli del fatto che gli schiaffi restano nella memoria. Non si può “ritirare” un ceffone dato, né fare in modo che il dolore vada via. I miei genitori sono stati bravi genitori. Non ho alcun dubbio su questo. Ma in tre occasioni hanno calcato la mano. Una volta mio padre mi ha dato uno schiaffo quando – senza accorgermene e senza volerlo – gli ho calpestato gli occhiali, che si sono rotti. Un’altra volta mia madre mi ha dato uno schiaffo di fronte a un piatto di spinaci e un altro ancora quando, un giorno, ho lanciato delle polpette  perché non volevo mangiarle (andarono a colpire la finestra della vicina). Oggi, a più di 30 anni di distanza, ricordo perfettamente queste tre botte. Proprio come quelle che date ai vostri figli, non si possono annullare. Rimangono impresse nella nostra memoria e nei nostri cuori.




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6. Imparate dal vostro errore e prendete l’impegno di non commetterlo più. È relativamente facile chiedere perdono, ma serve a poco sentirsi in colpa se non vengono prese misure per impedire che queste cose accadano di nuovo. Il cervello è in grado di imparare dagli errori, ma per fare questo dobbiamo imparare ad agire in modo diverso rispetto a quanto abbiamo fatto finora. La cosa più efficace è imparare strategie educative che si rivelino efficaci, senza però perdere le staffe.

7. Se tutto questo non fosse abbastanza… chiedete aiuto. Ci sono molti professionisti che possono aiutarvi a gestire, con calma e autocontrollo, le situazioni frustranti. Spesso i genitori chiedono consiglio agli psicologi infantili in merito al comportamento dei loro figli. E questi professionisti possono insegnare ai genitori numerose strategie efficaci per poter gestire meglio le situazioni difficili della vita quotidiana.

di Álvaro Bilbao

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Valerio Evangelista]

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