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Cosa ha convinto una blogger atea a convertirsi al cattolicesimo?

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ACI Digital - pubblicato il 08/05/17
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La storia della vita di Sant’Agostino è stata una delle sue fonti di ispirazioneLeah Libresco Sargeant, nota blogger atea, nel 2012 si è convertita al cattolicesimo dopo aver sfidato i suoi lettori a presentare una risposta intellettualmente rigorosa e spiritualmente gratificante alle sue domande sulla vita.

In un’intervista recente rilasciata al National Catholic Register, la Sargeant ha spiegato cosa l’ha portata a convertirsi al cattolicesimo e i cambiamenti che ha sperimentato in seguito.

“Quello che mi ha persuasa è stata la forza che ha iniziato ad avere la domanda: ‘Come arriviamo a conoscere la verità?’”, ha detto la Sargeant, che continua a scrivere sul suo blog ma partendo da una prospettiva cattolica e collabora anche alla rivista cattolica America.



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La blogger sapeva che la matematica funzionava in modo del tutto diverso dalla morale, “perché ci sono cose nel mondo fisico che sono così evidenti per noi che ovviamente non richiedono alcun intervento soprannaturale”, ma vengono comprese per analogie fisiche.

“La moralità non funziona in questo modo”, ha affermato, rendendosi conto che la base della sua argomentazione sull’esistenza dell’etica “era ancora più fragile di quella dell’esistenza o meno della matematica”.

“La domanda, allora, dev’essere questa: ‘Da dove viene questo tipo di conoscenza, che non è una cosa che si possa elaborare partendo da blocchi di costruzione che trovo intorno a me?’”

Nei momenti di dubbio, la Sargeant ha detto che c’erano tre proposizioni che non si conciliavano bene: “(1) Dio non esisteva. (2) La moralità non dipendeva dagli esseri umani, non era una cosa fatta, ma qualcosa di trascendente, esterno a noi. (3) Non sembrava esserci un modo per raggiungere qualcosa di trascendente per conto proprio”.

“Non si può credere alle tre cose allo stesso tempo, e allora a quale rinunciare? La proposizione sulla quale avevo più certezze era quella per cui la moralità era trascendente. Ero insicura della terza, e cercavo di trovare un modo per metterla in pratica ma continuavo a trovare problemi. Ad ogni modo, ho deciso di rinunciare alla prima proposizione, che non esista un Dio”, ha confessato l’ex atea.

La Sargeant ha rivelato che è stato attraverso conversazioni con cattolici e amici ortodossi che ha identificato “il Dio di cui stavamo parlando con quello che eludevo senza capire”.

Prima della sua conversione la Sargeant, che è anche autrice del libro Arriving at Amen: Seven Catholic Prayers That Even I Can Offer (Arrivando all’Amen: sette preghiere cattoliche che perfino io posso offrire), era cresciuta in una famiglia non religiosa, venendo educata nell’idea che la religione era falsa.

“Molti esempi di religione che ho trovato non erano convincenti”, ha dichiarato.

Durante il suo processo di conversione, la blogger ha segnalato che una delle cose che hanno fatto sì che il cristianesimo “sembrasse ragionevole” è stata la lettura del libro Mero Cristianesimo di C.S. Lewis. Ha iniziato anche a leggere Ortodossia di G. K. Chesterton e le Confessioni di Sant’Agostino.


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Quest’ultimo è stato il santo che ha scelto per la Confermazione: “L’ho scelto come santo della Cresima perché in qualche modo il suo percorso è stato simile al mio. Siamo simili, perché anche lui stava cercando la verità e l’ha cercata in modo estremo”.

“E anch’io nutrivo un certo interesse nei confronti del manicheismo, nel senso di pensare che il mondo fisico fosse fondamentalmente immorale e solo l’intelletto e lo spirito fossero interessanti. Ho pensato che un patrono che condividesse le mie debolezze sarebbe stato utile”.

La Sargeant ha infine affermato che uno dei cambiamenti importanti nella sua vita dopo la conversione è stata la preghiera, e soprattutto il Santo Rosario, perché lo poteva recitare in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo, il che l’aiutava a concentrarsi.

“La stessa Vergine Maria mi ha offerto un modo di pregare che risulta gradito a Dio, ed è bene disporre di qualcosa che si possa fare sempre per e con Dio, senza chiedersi interiormente se si sta agendo bene”.

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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