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Come affrontare il divorzio dei figli?

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Bénédicte de Dinechin - pubblicato il 08/05/17

Senso di impotenza, sogni svaniti...

I vostri figli sono sposati, nel bene e nel male, ed è arrivato il peggio. Le statistiche sulle separazioni danno loro una possibilità su tre, ma l’annuncio del loro divorzio vi colpisce come un autentico maremoto. La loro nascita è stata emozionante, il loro matrimonio un cambiamento nel vostro rapporto come genitori. Come affrontare la notizia della separazione dei vostri figli? Il fatto di avere fede cambia qualcosa? Sacerdoti e psicologi condividono i loro consigli per far fronte al divorzio di un figlio.

Accettare l’impatto e cercare aiuto

Prevedibile o meno, l’annuncio di una rottura produce un impatto, una sorta di insensibilità che protegge dall’ondata delle emozioni, seguita da una fase di negazione che impedisce di credere a quanto è accaduto: “Non è possibile, non a loro, sicuramente cambieranno opinione”.

Le frasi che vengono pronunciate sono quelle tipiche di un lutto, per via della perdita del partner dei sogni del figlio o della figlia, e per superare la situazione serve forse aiuto, visto che veder soffrire i figli può essere insopportabile e frustrante.




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Distinguere la colpa positiva da quella negativa

“Dove abbiamo sbagliato nell’educazione?” Può succedere che oggettivamente abbiate permesso a vostro figlio o vostra figlia troppi capricci, e per questo non tolleri la frustrazione, o che al contrario abbia talmente paura dei vostri gesti di affetto da essersi sposato/a non appena ne aveva l’opportunità. Sarebbe meglio che spiegaste la cosa a una persona di fiducia piuttosto che tenervela dentro, con il pericolo di somatizzarla.

Un matrimonio duraturo, ad ogni modo, non è conseguenza diretta dell’educazione ricevuta, e non lo è nemmeno un matrimonio fallito. Padre Denis Sonet dice che “il falso senso di colpa si prova in situazioni in cui non potremmo aver evitato un dramma”.

Non siete responsabili del divorzio dei vostri figli, almeno non più di quanto lo siate dei loro successi accademici. In entrambi i casi avete svolto una funzione, ma è il figlio, e nel contesto del divorzio entrambi i partner, ad avere la corresponsabilità della situazione. Colpevolizzarvi troppo vi fa rischiare di ripiegarvi su voi stessi e di amareggiarvi, mentre la vostra famiglia ha bisogno di voi.

Parlare insieme del tema

Anne e Claude non vivono allo stesso modo la separazione del figlio, ed è un vero supplizio. Lui è “pronto a tutto per conservare il rapporto con il figlio”, lei “non sopporta di vedere come egli rinunci completamente a sua nipote come se fosse normale che se ne occupino altri al suo posto”. Sono andati da un consulente matrimoniale per superare insieme il conflitto, per voler imparare ad accettare le differenze nelle loro reazioni. Il tema non è più un tabù tra i due, e possono parlarne senza ferirsi.




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Porre fine alle accuse

Bisogna smettere di cercare un colpevole. Luc ha stabilito questa regola d’oro dopo il divorzio del figlio, perché è una cosa che “non fa che aggiungere sofferenza”. Un divorzio è un fallimento, il fallimento di un progetto, di una relazione. Esiste la tentazione di cadere nella trappola di attribuire la responsabilità a un coniuge o all’altro. Nessuno, però, sa davvero quello che accade nel segreto del loro cuore, e allora a cosa servirebbe la “caccia al colpevole”?

È ad ogni modo una tentazione trasformare il figlio o la figlia in una vittima, ma questo non gli/le fa certo un favore, oltre a rappresentare un’intromissione. “Non sopporto più le telefonate di mia madre per compatirmi”, ha confessato Patrice. “Mia moglie se n’è andata, ma la nostra storia è una cosa che riguarda noi, e sentire mia madre che attribuisce a lei tutte le colpe mi dà l’impressione che mi prenda per un bambino piccolo”.

Come aiutare davvero un figlio?

Non è facile trovare le parole giuste né l’atteggiamento adeguato. Spesso vi sentirete a disagio, temendo di fare troppo o troppo poco, ma “è vostro figlio che sa meglio di tutti di cosa ha bisogno da voi in questo momento”, ha spiegato uno psichiatra. “Chiedetegli direttamente cosa si aspetta da voi. Non come coppia di genitori, ma a livello individuale, perché ha senz’altro aspettative diverse nei confronti del padre e della madre, in funzione del rapporto unico che ha con ciascuno di voi”.

Ristabilire i legami

Come comportarsi con l’ex genero o l’ex nuora? Qual è il posto appropriato di ciascuno? È importante non entrare nella contesa quando il divorzio è turbolento, sapendo tenere le distanze. La situazione è più delicata nel caso in cui si provi un grande affetto nei confronti dell’ex coniuge o quando ci sono di mezzo dei figli.

Per Elisa, “Julie sarà sempre la madre dei miei nipoti, anche se non è più la moglie di mio figlio”. Il divorzio è stato comunque vissuto come un incubo nella cerchia familiare estesa, e le ferite hanno riguardato tre generazioni. Elisa salute ad ogni modo Julie ogni volta che si vedono e si assicura di dire ogni volta ai nipoti di “dare molti baci alla mamma”.

Sostegno sì, tornare a casa no

Può essere confortante proporre a un figlio o a una figlia di tornare a casa dopo una rottura, ma c’è il grande pericolo di creare una dipendenza e di favorire la depressione che può seguire la separazione. Può poi diventare difficile per il figlio staccarsi nuovamente. È più prudente aiutarlo a trovare un alloggio indipendente, anche se vicino per favorire il sostegno morale e materiale.




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La preghiera delle madri, zona di conforto

Isabelle, 73 anni, ha due nipoti per i quali prega tutti i giovedì nella preghiera delle madri della sua piccola chiesa nella Bretagna francese. I loro genitori hanno divorziato qualche anno fa, e lei e il marito li invitano ogni volta che possono per far mantenere loro i rapporti con i cugini. Giorni fa ha confessato alla nipote Bérénice: “Prego per voi e per i vostri genitori tutti i giovedì”, una confidenza che ha commosso entrambe, un legame spirituale più forte delle rotture umane.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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