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I 5 libri più belli della settimana scelti per le donne

WEB PERSON NAP SLEEPING FIELD BOOK Crazystocker:Shutterstock

©Crazystocker/Shutterstock

Paola Belletti - pubblicato il 06/05/17

La domenica si avvicina e sarà preceduta, manco a dirlo, da un intero sabato. Lo so che abbiamo lavatrici da fare, workout che ci eravamo ripromesse di eseguire che ci aspettano, qualche minuto in più da dedicare ai nostri figli,  ai mariti o ai fidanzati, agli amici, alla preghiera! No, non saremo un altro punto nella check list del fine settimana. Saremo l’angolo morbido dove lasciarci cadere all’improvviso, come quello che si trova  nella aule delle scuole materne: pieno di pupazzi e libri da sfogliare. Non tutte le proposte di questa settimana sono però leggere e soffici; perché spesso, ciò che ci fa davvero riposare, sono la verità e l’amore. E l’amore, diceva uno dei  frati che accolgono il Don Giovanni de Il Miguel Manara di Milosz, comincia a volte come mordere un sasso.

 1) Cinquanta sfumature di mamma in 20 test molto poco scientifici, Anna Bardazzi , Roberta Sandri , Chiara Spairani (Giunti, 2017)

Il punto 2 della lista “Fare i genitori: 10 cose sopravvalutate” potrebbe essere  una delle 12 tesi che appenderei ad una qualche metaforica cattedrale per protestare con decisione. Sì. Cos’è successo alla nostra generazione di mamme e papà? Perché ci infliggiamo l’una con l’altra giochi creativi tutti da costruire comodamente a casa propria, col proprio bimbo che basterà tenere concentrato per non meno di 4 ore a ritagliare-incollare-infilare perline esercitando la grande virtù del figlio perfetto, ovvero la “manualità fine”? (Anche perché il figlio che si appassiona ai lavoretti, ahimè, ci può sempre capitare! A tal proposito vorrei prenotare l’uso magazzino di uno dei  7 nuovi pianeti appena scoperti dalla Nasa per stoccare quelli della terzogenita).  Il libro, nato dal blog omonimo – ormai gli esempi di questo tipo si moltiplicano!- è scritto da tre mamme normali e spiritose, a tratti decisamente pungenti. Leggendolo vi imbatterete in una continua caricatura di noi mamme post-moderne e delle nostre piccole e grandi stravaganze! La cosa “seria” da salvare è non siamo in un “mammodromo” e non dobbiamo vincere nessuna competizione. Sediamoci, ogni tanto, e sfogliamo un bel libro!

2) Le mamme ribelli non hanno paura, Giada Sundas (Garzanti, 2017)

Anche questo libro nasce, è proprio il caso di dirlo, con una mamma. È un romanzo ed è la storia di una piccola vita e di quelle dalle quali è sbocciata. Dell’amore e delle fatiche. Di quanto conti l’essere madre più di quanto si riesca a “fare la mamma”. Forse è proprio a questo che anche Giada si ribella. Alle richieste tacite o urlate che si affollano attorno a quello che erroneamente ci viene proposto quasi come l’esercizio di una professione:

«Appena ha sentito un piccolo cuore battere dentro il suo, Giada ha cominciato a essere madre. Ma solo quando l’ha stretta tra le braccia quella vita è esistita davvero. Un attimo prima Giada era una persona, un attimo dopo un’altra e per sempre. Perché quando nasce un figlio si rinasce di nuovo. Si rinasce madri. Da quel giorno ha studiato tutti i manuali esistenti in commercio e ha ascoltato ogni consiglio. Affinché Mya, il suo dono più prezioso, fosse al sicuro, protetta, amata. Eppure non sempre tutto le veniva come era scritto in quei libri o come le avevano detto di fare. Ed è stato allora che ha capito una grande verità: che non esistono regole, leggi, dogmi imprescindibili».

Quello che dice di lei e della sua scrittura un suo quasi omologo ma al maschile, è il papà decisamente presente di tre bambine, a sua volta scrittore per Einaudi con Notti in bianco, baci a colazione, è davvero invitante: «Giada Sundas è una narratrice naturale, ha la rara capacità di farti passare dal riso al pianto in poche righe. Un libro che parla di quanto diventare responsabili per un’altra vita significhi diventare responsabili anche della nostra». (Matteo Bussola)

3) Sono stata all’inferno. In fuga da Boko Haram assieme a mia figlia, Andrea C. Hoffman, Patience I. (Centauria, 2017)

Incontrare storie come queste ci tuffa dentro ad un dolore, ad una ferocia che vorremmo non conoscere. Patience trova il marito ucciso dai miliziani senza traccia di umanità di Boko Haram per il solo fatto di essere cristiano. E lo è anche lei. Viene fatta schiava, torturata, costretta a marce forzate e a fatiche immani. A subire violenze inaudite, come tante altre donne e ragazze cadute insieme a lei nelle mani di questi fondamentalisti che devastano villaggi e famiglie della sua Nigeria. È cristiana anche lei, come il marito. Ed è anche incinta. Sa che questo significherà ulteriore violenza e morte certa per lei e la figlia.Decide di fuggire, esponendosi ad altri pericoli, ma lottando come una nera lupa piena di forza per sé e per la bambina che dovrà far nascere da sola, tra gli alberi.

La chiamerà Cift. Il Dono.

4) Il dono dell’imperfezione. Esplorare i limiti per trovare i talenti. Alessandro Chelo (Feltrinelli, 2016)

È del 2016 è vero, ma, carissime lettrici, crediamo che sia appena iniziato il “corso di recupero” per la nostra e altrui autostima. Non vale solo per le mamme. O per i figli piccoli. Siamo tutti sottoposti al peso ingiusto delle richieste di efficienza e perfezione che il mondo ci ripete, come un’ossessione. Basta. Siamo realisti e partiamo dal consolante dato che siamo tutti imperfetti. Che possiamo migliorare e provare a diventare il meglio di noi, ma che l’essenziale è dato a tutti. (Da chi? Ognuno risponderà come crede!)

In fondo quello che la società ci fa è una domanda alla quale possiamo, eccome, rispondere anche di no! No!

Non vogliamo torturarci per ottenere da noi stessi indici di produttività e di riuscita da vetta della classifica. Anzi, non ci interessano proprio le classifiche. Le vette sì. Per la bellezza, per la visuale che aprono, per il fatto che andare in alto ci allontana da tante meschinità. E forse capiremo, come suggerisce coraggiosamente l’autore, che è proprio nei nostri limiti che sta la chiave del miglioramento e della vera felicità.

5)Il caso Malaussène. Mi hanno mentito, Daniel Pennac (Feltrinelli, 2017)

Pennac non ha bisogno delle mie righe, ma io delle sue sì! Che scrittura meravigliosa e folle! Che personaggi escono dalle sue pagine! Finalmente la saga dei Malaussène ha un seguito ; forse un epilogo?

I romanzi usciti negli anni ’90 hanno raccontato le vicende del Capro Espiatorio e della sua stravagante tribù. Figli strani di madri sconosciute tutti sopra le righe. Inchieste improbabili e misteri che si infittiscono attorno ad ignoti bombaroli. Ora i figli di Benjamin sono cresciuti e hanno anche loro matasse arruffate di storie nelle quali costringere i lettori ad impigliarsi. E comunque Julius c’è ancora. Emana il suo solito persistente odore canino (è un cane, in effetti) e non ha perso la sua particolare camminata.

Scusate, vado a rileggerlo.

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