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Vorresti non aver detto o fatto una cosa? Questo santo ti può aiutare!

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Alex Proimos CC

Kathleen Hattrup - pubblicato il 05/05/17

Come dev'essere stato sentirsi messi alla prova o rimproverati da Gesù?

Il 3 maggio si celebra la festa di San Giacomo e San Filippo. Quest’ultimo è il mio apostolo preferito.

Mi piace molto perché – anche se non viene menzionato spesso nei Vangeli – figura due volte in alcuni scambi con Cristo che immagino siano state di quelle conversazioni che ti restano in testa per giorni o settimane dopo che hanno avuto luogo.

Entrambi gli episodi vengono raccontati nel Vangelo di Giovanni.

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Nostro Signore dice a Filippo: “Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?”

Se fossi stata Filippo, non so che risposta avrei dato. Mi chiedo se mi sarei sentita come mi sento quando un capo mi dà qualche compito complicato davanti a tutti e io so di non poterlo svolgere. Gesù ha chiesto a Filippo una soluzione a una situazione umanamente impossibile.

Nel versetto successivo, il Vangelo dice: “Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare”.

Mi piace pensare a che tipo di carattere dovesse avere Filippo in base alla sua risposta, che sembra rivelare un tipo pratico e matematico. Fa un calcolo mentale del numero delle persone presenti, di quanto cibo servirebbe per sfamarle e del costo del pane, e poi risponde: “Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo”.




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Interviene poi Andrea – forse decisamente meno pratico di Filippo? -, dicendo che un ragazzo lì presente aveva cinque pani d’orzo e due pesci. Chissà se sarà stato uno sguardo esasperato da parte di Filippo a portare Andrea ad aggiungere: “ma che cos’è questo per tanta gente?”

A questo punto Gesù prende in mano la situazione, e il resto della storia lo conosciamo bene.

Ora spostiamoci all’Ultima Cena. Gesù sta dando agli apostoli la buona notizia di come preparerà un posto per loro nella Casa di Suo Padre. Gli apostoli non riescono a capire bene quello che sta dicendo, e Tommaso dà voce alla loro confusione dicendo: “Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?”

Questa frase porta alla spiegazione per cui Gesù stesso è la via, la verità e la vita, e che nessuno va al Padre se non attraverso di Lui.

Un po’ più avanti, Filippo dice: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”.

Gesù risponde con un rimprovero: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo?”

Filippo sarà stato colto sul vivo dal rimprovero di Gesù?

Nostro Signore usa la domanda di Filippo per offrire quella che è forse la più chiara rivelazione della Trinità che si trova nei Vangeli, dicendo due volte che Egli è nel Padre e il Padre è in Lui.

Forse avendo seguito Gesù fino a quel punto Filippo sarà stato abbastanza umile da non soffermarsi troppo su quel rimprovero, ma se fossi stata nei suoi panni sono piuttosto sicura che mi sarei arrabbiata con me stessa per aver posto quella che apparentemente era una domanda sciocca, o quantomeno una domanda che sembra abbia infastidito il Maestro.




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In quel momento, Filippo non deve aver capito, almeno non pienamente, come la sua domanda – anche se aveva portato a un rimprovero da parte di Gesù – fosse in realtà un dono che aveva fatto a tutta la Chiesa per i millenni a venire.

Ed è per questo che è il mio apostolo preferito.

Perché spesso mi sembra di fare o dire cose che non escono fuori come vorrei. Tante volte vorrei che nella mia vita ci fosse un’opzione Ctrl+Z. Almeno sul lavoro mi piacerebbe proprio che ci fosse.

Quando si verificano, però, quei momenti in cui faccio qualcosa che non mi fa fare una bella figura, mi aiuta ricordare che Dio ama queste situazioni perché possono portare a un bene maggiore, nella mia vita e forse anche in quella degli altri.

E allora, San Filippo, prega per me.

Prega per me quando la mia vanità viene ferita per via di qualcosa che ho fatto o che non ho fatto, quando ho detto qualcosa che non avrei dovuto dire o l’ho detto nel modo sbagliato, o sono stata fraintesa.

Con la tua intercessione, aiutami a offrire a Nostro Signore la mia reputazione e il mio onore, perché tutto possa essere al servizio del Suo progetto ed Egli possa mostrarsi attraverso di me.

Amen.




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[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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