Il mese di maggio è tradizionalmente dedicato alla Madonna. Inizia oggi un viaggio quotidiano (fino al 31 maggio) attraverso una particolare espressione artistica della fede mariana, quella delle “Madonnelle” di Roma. Si tratta di immagini della Madonna sparse per le vie e i vicoli della città, in alcuni casi miracolose, e oggetto di devozione popolare.
Già nella Roma antica, piccoli tempietti (aediculae) venivano eretti agli incroci delle vie di campagna in onore delle divinità che proteggevano i viandanti. A partire dal Medioevo, sorsero simili edicole dedicate alla Madonna che ben presto si sono diffuse in tutti gli angoli della città (a metà ’800 se ne contavano 1.421, oggi sarebbero circa la metà quelle sopravvissute).
A dispetto del tempo e dell’incuria, testimoniano una devozione ancora viva, espressa con un fiore o un lumino, ma anche con ex voto per le grazie ricevute. Fino a inizio ‘900 gli abitanti provvedevano a loro spese a mantenere accese le luci davanti alle edicole: espressione di devozione, ma anche unica possibilità di illuminazione notturna in città.
Camminando tra i vicoli di Roma, non è difficile imbattersi nelle “Madonnelle” incastonate sui muri delle case, agli angoli delle vie, sui muri di cinta. Osservano da tempi antichi il via vai indaffarato di commercianti, passanti, poveri e ricchi, la grandezza e la miseria degli uomini.
È accertato (con tanto di processo canonico) che diverse “Madonnelle” mossero gli occhi e piansero tra luglio e agosto 1796. Una premonizione di quanto sarebbe successo poco dopo, con l’occupazione napoleonica. Da allora il culto delle “Madonnelle” è divenuto l’emblema della resistenza dei romani contro l’invasione francese.
Altro periodo significativo è quello alla fine della II Guerra Mondiale. Nel ’44, Pio XII aveva consacrato la città alla Madonna del Divino Amore perché la salvasse dai bombardamenti e a ringraziamento per lo scampato pericolo, in città sono sorte edicole dedicate alla Madonna del Divino Amore, ancora oggi oggetto di devozione.
(si ringrazia per il contributo Sergio Gittarelli, autore del volume Le edicole sacre di Roma. A passeggio per le vie di Roma alla scoperta delle “madonnelle”)