Perché io SONO quell’uomoIn passato la mia paura più grande era diventare un uomo ordinario con un lavoro altrettanto ordinario e il mutuo da pagare.
Quando pensavo al futuro lo facevo sempre in uno stile degno di un documentario, immaginandolo pieno d’azione. Di recente, però, ho realizzato quale sia la verità: ogni anno che passa divento sempre più ordinario. E, soprendentemente, mi va bene. Ho anche conquistato un orgoglio inaspettato per la mia vita tranquilla e la sua raggiante normalità.
Ma come sono diventato così normale? È iniziato tutto con una ragazza di nome Meghan e con i voti nuziali. Dopo tutto, è stata una progressione lenta, continua e felice verso lo stile di vita a cui ora ci siamo entrambi abituati. E non abbiamo avuto neanche una luna di miele turbolenta.
Quando racconto alla gente questo dettaglio – che Meghan ed io siamo rimasti in un casinò dell’Iowa solo per qualche notte – rimane esterrefatta (e oserei dire un po’ offesa). Ma era quello che si adattava a noi. Abbiamo trascorso il tempo contemplando quello che ci era appena accaduto e permettendo che l’immensità del nostro matrimonio affondasse in qualche drink al limoncello locale. Poi abbiamo fatto le valigie, siamo andati a casa e abbiamo lavorato per mettere in pratica quei voti, preparandoci allo stesso tempo a iniziare la nostra nuova vita come missionari.
Era piuttosto ufficiale: eravamo noiosi.
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E sì, siamo rimasti tali. La maggior parte dei fine settimana conduciamo felicemente quella che la maggior parte delle persone riterrebbe una vita senza niente di eccezionale (non mi credete? Abbiamo vissuto a Orlando per due anni e ancora non siamo andati a Disneyworld!). E – non fraintendetemi – amo la vita che abbiamo costruito. Davvero. Ma mentirei se non ammettessi un sottile e persistente senso di colpa per il fatto che le mie giornate ordinarie non coincidano con quelle piene di avventura che sognavo una volta. Perché la nostra vita non è più avventurosa? Non si adatta sicuramente a quello che fanno tanti miei amici di Facebook. Sono strano? In cosa sbaglio? Sono queste le domande che mi frullano in testa di tanto in tanto, e immagino che ci siano molti uomini moderni che provano le stesse cose.
Di recente mi sono trovato davanti a queste stesse domande dopo aver letto un incredibile articolo (che in realtà è più una chiamata all’azione) di Ann Voskamp, che nel testo ha chiesto ai ragazzi di aspirare a un tratto della personalità sorprendente: essere noiosi.
So a cosa state pensando: noiosi? Perché?
La Voskamp intende “noioso” nel senso più noioso del termine: normale, ordinario, perfino monotono. E crede davvero che sia una qualità che attira. A me sembra che stia alludendo a un tipo di noia che rimanda ai tempi dei pionieri. Forse perché Meghan è una grande fan di Laura Ingalls Wilder e ha letto la serie La casa nella prateria alle nostre figlie. Ma il concetto sembra adattarsi bene.
Mia moglie si meraviglia sempre per il personaggio di Pa’, che si alza ogni giorno e senza alcuna istruzione accademica formale educa la propria famiglia nella pratica dell’amore autentico e ordinario. Nel suo articolo la Voskamp parla di questo tipo di servizio semplice, e la traduzione moderna di questo amore è monotona e per niente affascinante: ci prendiamo cura l’uno dell’altra pulendo i bagni e svolgendo una serie infinita di compiti domestici. Questo tipo di esistenza è quello che Ann definisce “la vita fluida”, a mio avviso una descrizione vivida e reale della mia vita personale.
Ci diamo da fare più che possiamo. E ci amiamo. Ma è vero che il nostro “essere pionieri” non è romantico come lo descrive Laura Ingalls Wilder (sturalavandini e piatti sporchi non sono così sexy…) Se fosse un po’ più spumeggiante, questo stile di vita avrebbe probabilmente qualche seguace in più. Le nostre vite non sono decisamente virali. Nessuno sarebbe particolarmente interessato ad aderirvi.
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Per citare ancora la Voskamp, “il virale è strettamente collegato alla malattia – e quindi non rendete il virale il vostro obiettivo. Il vostro obiettivo è rendere contagioso il vostro essere concentrati su Cristo, anche nei confronti di una persona sola”.
Non ritengo queste parole un invito ad essere una coppia chiusa, anzi. Non voglio tagliare i ponti con gli amici e nascondermi dal mondo. Considero la sua dichiarazione una chiarificazione: un concentrarsi sulla mia missione principale in questo mondo: la mia famiglia, il mio amore, il mio Dio.
Culmina in questo passo dell’articolo che ritengo degno di essere citato testualmente come una sorta di mandato per tutti noi uomini timidi, che cerchiamo l’emozione, benintenzionati ma spesso in errore:
Vi prego, ragazzi – siate Uomini. Siate di quegli uomini “noiosi”, e lasciate che il vostro cuore si annoi. E sappiate che ci sono donne che amano questo tipo di uomini.
Il tipo di uomini il cui romanticismo non è vistoso – perché l’amore è concreto.
Il tipo di uomini il cui romanticismo non riguarda le macchine fotografiche – perché riguarda Cristo.
Il tipo di uomini il cui romanticismo non deve diventare virale – perché è eterno.
A un certo punto, nel corso dei decenni, penso che la nostra cultura abbia iniziato a svalutare i colletti blu a favore dei colletti bianchi. Abbiamo scambiato i calli per i bei vestiti. Penso che un mio mentore abbia riassunto bene questa mentalità: “Se vuoi demascolinizzare un uomo, dagli un lavoro da scrivania”.
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Io ho un lavoro da scrivania come molti di voi, ma ho capito che non deve privarci della nostra forza o promuovere la necessità di una fuga dalla realtà. Non dobbiamo costuirci un’apparenza esteriore di salute e perfezione della nostra famiglia per gli altri, perché penso che sia così che le famiglie si indeboliscono.
E allora ecco il mio consiglio: non fuggite. Non siamo incatenati alle nostre scrivanie solo perché lavoriamo ad una di queste. I veri campi di battaglia, i luoghi a cui dobbiamo dedicare la maggior parte delle nostre energie, sono le nostre case. Ho semi da colletto blu da gettare, che siano le mie preghiere quotidiane o spalare il vialetto, fare una commissione urgente o qualsiasi altra voce nell’infinita lista di compiti domestici. Perché sono tutte preparazioni per la grandezza, e raccoglierò i frutti del mio lavoro vedendo rafforzarsi lo stato delle mie relazioni e lo sviluppo del carattere dei nostri figli.
[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]