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Papa Francesco: l’evangelizzazione sia gioiosa, non presuntuosa

Pope Francis celebrates the Chrism Mass for Holy Thursday on Mar

© Antoine Mekary / ALETEIA

Radio Vaticana - pubblicato il 13/04/17

Così il pontefice durante al Messa Crismale che precede i riti del Triduo Pasquale

di Sergio Centofanti

I sacerdoti portino al mondo la gioia del Vangelo, nella consapevolezza che l’evangelizzazione non può essere presuntuosa né rigida, perché la verità si è fatta carne, si è fatta tenerezza: è quanto ha detto Papa Francesco nella Basilica Vaticana dove ha presieduto la Messa Crismale, che precede i riti del Triduo Pasquale.

I sacerdoti della Diocesi di Roma si stringono attorno al Papa per la Messa Crismale e rinnovano le loro promesse. Papa Francesco li invita a portare la gioia del Vangelo in tutto il mondo. Quindi, dà ad ogni sacerdote dei suggerimenti, a partire dall’omelia:

“Quando predica l’omelia – breve, se possibile – lo fa con la gioia che tocca il cuore della sua gente mediante la Parola con cui il Signore ha toccato lui nella sua preghiera. Come ogni discepolo missionario, il sacerdote rende gioioso l’annuncio con tutto il suo essere”.

Comunicare la gioia – afferma il Papa – è fare in modo che “la misericordia trabocchi nelle terre di nessuno”, è un sacerdote che si fa trovare disponibile così che gli altri “usino il suo tempo”. Il Vangelo – osserva – “nell’atto di essere annunciato diventa gioiosa e misericordiosa verità. Che nessuno – è il suo monito – cerchi di separare queste tre grazie del Vangelo: la sua Verità – non negoziabile –, la sua Misericordia – incondizionata con tutti i peccatori – e la sua Gioia – intima e inclusiva”:

“Mai la verità del lieto Annuncio potrà essere solo una verità astratta, di quelle che non si incarnano pienamente nella vita delle persone perché si sentono più comode nella lettera stampata dei libri. Mai la misericordia del lieto Annuncio potrà essere una falsa commiserazione, che lascia il peccatore nella sua miseria perché non gli dà la mano per alzarsi in piedi e non lo accompagna a fare un passo avanti nel suo impegno. Mai potrà essere triste o neutro l’Annuncio, perché è espressione di una gioia interamente personale: «la gioia di un Padre che non vuole che si perda nessuno dei suoi piccoli» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 237)”.

Quindi, Francesco presenta tre icone, tre otri nuovi, per spiegare dove conservare bene il lieto Annuncio, perché non diventi aceto. La prima icona è quella delle anfore di pietra delle nozze di Cana, che rispecchiano bene quell’Otre perfetto che è la Madonna:

“Ma cari, senza la Madonna non possiamo andare avanti nel nostro sacerdozio! Lei è «la piccola serva del Padre che trasalisce di gioia nella lode» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 286), la Madonna della prontezza, colei che appena ha concepito nel suo seno immacolato il Verbo della vita, va a visitare e servire la cugina Elisabetta. La sua pienezza contagiosa ci permette di superare la tentazione della paura: quel non avere il coraggio di farsi riempire fino all’orlo, anche di più, eh?, quella pusillanimità di non andare a contagiare di gioia gli altri”.

La seconda icona è la brocca con cui la Samaritana ha dissetato Gesù. E’ la “concretezza inclusiva” dell’amore, ben rappresentata da Madre Teresa di Calcutta:

“E lei, cominciando da uno concreto, con il suo sorriso e il suo modo di toccare con le mani le ferite, ha portato il lieto Annuncio a tutti. Il modo di toccare con le mani le ferite: le carezze sacerdotali ai malati, ai disperati. Sacerdote, uomo della tenerezza, concretezza, tenerezza”.

La terza icona del lieto Annuncio è l’Otre immenso del Cuore trafitto del Signore. “Da Lui – afferma il Papa – dobbiamo imparare che annunciare una grande gioia a coloro che sono molto poveri non si può fare se non in modo rispettoso e umile fino all’umiliazione”:

“Non può essere presuntuosa l’evangelizzazione. Concreta, tenera e umile: così l’evangelizzazione sarà gioiosa. Non può essere presuntuosa l’evangelizzazione,  non può essere rigida l’integrità della verità, perché la verità si è fatta carne, si è fatta tenerezza, si è fatta bambino, si è fatta uomo, si è fatta peccato in croce”.

Durante la celebrazione sono stati benedetti gli Oli dei Catecumeni e degli Infermi e il Crisma che serviranno per l’amministrazione dei Sacramenti nel corso dell’anno.

QUI L’ARTICOLO ORIGINALE

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