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“Ti vogliamo bene!”. L’abbraccio dei piccoli del “Bambin Gesù” a Papa Francesco

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 11/04/17

Sono i protagonisti del documentario in onda su Rai3

«Caro Francesco, grazie di averci incontrato, siamo contenti di essere qui, perché ci dai speranza e coraggio per il domani. Ti vogliamo bene, grazie!». Firmato: «I ragazzi del Bambin Gesù».

Su un piccolo biglietto i pazienti del nosocomio vaticano hanno voluto mettere nero su bianco la gratitudine al Pontefice che li ha incontrati nel pomeriggio del 10 aprile in una saletta dell’Aula Paolo VI, insieme ai genitori, ai medici che li seguono e alla presidente dell’Ospedale Mariella Enoc, affiancata dal direttore generale della Rai, Antonio Campo Dall’Orto. (La Stampa, 11 aprile)

I DONI A FRANCESCO

I ragazzi – dai 5 ai 18 anni – sono infatti protagonisti della serie televisiva della Rai “I Ragazzi del Bambino Gesù” . Ognuno di loro ha portato al Papa delle fotografie, dei libri, dei doni o le loro storie di malattia e sofferenza. «Tante storie. Ognuno di voi è una storia», ha detto Bergoglio, «non solo i bambini ammalati, ma anche i medici, gli infermieri, quelli che visitano, le famiglie…».

C’erano Roberto, Klizia, Letizia, Ginevra, Flavio, Giulia, Caterina, Sabrina, Alessia e il piccolo Simone (mancava solo Annachiara).

LA LOTTA PER LA VITA DI 12 BAMBINI

Il documentario racconta per la prima volta sotto forma di serie televisiva la storia di 12 bambini e ragazzi, dai 5 ai 18 anni, alle prese con gravi malattie. Un intero anno di riprese per raccontare con verità e delicatezza la coraggiosa lotta per la vita intrapresa dai giovani protagonisti con l’aiuto delle loro famiglie, del personale sanitario, degli operatori delle case di accoglienza.

Il progetto è patrocinato dal Ministero della Salute e dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza. Presentando l’iniziativa Santo Padre, la presidente Enoc ha riferito del sostegno ricevuto da monsignor Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, che ha definito la serie «un coraggioso racconto di soglia, che contagia di passione per l’umano e apre alla possibilità del Vangelo».

IL MEDICO “VESTITO” DI BIANCO

Durante l’udienza Francesco ha scherzato: «Entrare in un ospedale fa sempre paura. Io – ha confidato il Pontefice – lo vedo quando mi avvicino ad alcuni bambini, non tutti ma alcuni, piccolini, che mi vedono in bianco, incominciano a piangere, pensano che sia il medico per fare il vaccino, e piangono e hanno paura, poi faccio loro due carezze e si tranquillizzano».

LE CAREZZE

In un ospedale, infatti, «c’è sempre la funzione… si deve fare questo… e c’è il pericolo, il rischio di dimenticare la medicina più importante che soltanto una famiglia può dare: le carezze! È una medicina troppo costosa, perché per averla, per poterla fare tu devi mettercela tutta, metterci tutto il cuore, tutto l’amore. E da voi ci sono le carezze! Le carezze dei medici, degli infermieri, della direttrice, di tutti».  

“PRIMA DI TUTTO DEVI ESSERE UMANO”

In tal senso, il Bambin Gesù «in questo ultimo periodo, è cresciuto tanto»: «Il bambino, il malato lì trova una famiglia», ha affermato il Papa; esso è diventato «una testimonianza, una testimonianza umana… Umana. È un ospedale cattolico, e per essere cattolico prima tu devi essere umano, e voi date una testimonianza umana, oggi». Di qui l’incoraggiamento ad «andare avanti» e «crescere» su questa via «sempre».  

Prima di congedarsi dai piccoli malati e salutarli uno ad uno – «perché in una famiglia tutti dobbiamo essere educati e salutarci»

L’INCONTRO CON PAROLIN

Al termine dell’udienza con il Santo Padre, i ragazzi con le famiglie hanno incontrato il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, ringraziandolo per quanto l’Ospedale Pediatrico della Santa Sede ha fatto per loro e fa ogni giorno per tanti bambini non solo italiani, ma provenienti da tutto il mondo.

“PADRE” FRANCESCO

«E’ stata un’udienza imprevista e imprevedibile», ha dichiarato la presidente del “Bambino Gesù” Enoc. «I ragazzi hanno comunicato al Papa il significato del loro racconto, del loro mettersi in gioco e il Papa ha raccolto con grande paternità le loro parole, sottolineando l’importanza di essere accolti anche in Ospedale come in una famiglia, curati non solo dalle medicine ma anche dalle carezze di chi ci vuole bene».

SPERANZA E GIOIA

«Raccontare le realtà più difficili e drammatiche è parte della nostra missione» ha detto il direttore generale Rai Dall’Orto. «La vita ci mette alla prova continuamente, a volte in maniera durissima e inaspettata come capita ai bambini e ai ragazzi del Bambino Gesù. La speranza e la gioia, che accomunano queste storie, sono sentimenti universali per i quali dobbiamo lottare». 

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