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Le favole più note potrebbero avere 6.000 anni

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Zoe Romanowsky - Aleteia - pubblicato il 09/04/17
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Gli antropologi fanno risalire alcuni racconti classici al NeoliticoUno studio recente pubblicato sulla rivista Royal Society Open Science rivela che i racconti folcloristici occidentali, spesso attribuiti ai fratelli Grimm, potrebbero avere in realtà anche 6.000 anni.

Utilizzando un sistema di classificazione con oltre 2.000 racconti di diverse culture indoeuropee – l’Indice Aarne-Thompson-Uther, compilato nel 2004 –, i ricercatori concordano sul fatto che le culture moderne indoeuropee (che includono tutta l’Europa e gran parte dell’Asia) sono derivate dal popolo protoindoeuropeo, vissuto in Europa Orientale nel periodo Neolitico (10.200 a.C. – 2.000 a.C.).

Gli antropologi che conducono lo studio hanno incluso solo i racconti che contenevano elementi magici e soprannaturali, visto che tra questi sarebbero compresi tutti i racconti famosi che si conoscono al giorno d’oggi, con un campione di 275 storie da studiare.

Un articolo di David Shultz su Science Magazine spiega che seguire la pista di questi racconti attraverso la storia è una sfida estremamente difficile. Ci sono pochi registri, e molti dei nostri racconti popolari più noti sono iniziati come storie orali che non sono state messe per iscritto per moltissimo tempo. Ecco un estratto dell’articolo:

I ricercatori hanno usato metodi statistici simili a quelli impiegati dai biologi per rintracciare l’ascendenza delle specie attraverso le ramificazioni dell’evoluzione, basandosi solo su sequenze attuali di DNA.

Funziona così: le favole si trasmettono attraverso il linguaggio, e visto che le origini e le ramificazioni dell’albero del linguaggio indoeuropeo sono ben definite, gli scienziati potrebbero risalire alla storia di una favola sull’albero, e quindi indietro nel tempo. Se, ad esempio, sia le lingue slave che quelle celtiche hanno avuto una versione di Jack e i fagioli magici (come in effetti rivelano le analisi), allora la cosa più probabile è che il racconto possa risalire a un “primo antenato comune”. Lì troveremmo i protoindoeuropei occidentali, da dove i due lignaggi si sono scissi almeno 6.800 anni fa.

La strategia di indagine riproduce il metodo con il quale un biologo evolutivo potrebbe concludere che due specie sono nate da un antenato comune se i geni di entrambe contengono una stessa mutazione che non si riscontra in altri antenati moderni.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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