L’8 marzo scorso le femministe argentine hanno ben pensato di festeggiare la donna vandalizzando le strade e i musei di Buenos Aires e cercando di incendiare la Cattedrale Metropolitana della città.
In un video (qui sotto), diventato virale, si osserva che a difendere la cattedrale c’è soltanto un giovane ragazzo cattolico con in mano la bandiera della Città del Vaticano. Ha incredibilmente resistito agli insulti, venendo aggredito, malmenato, ha mantenuto salda la bandiera nonostante i tentativi di strappargliela. Le femministe si sono accanite su di lui, sferrano calci, pugni e tirandolo per i capelli. Il ragazzo non reagisce, soltanto difende e mantiene la sua posizione.
Contro cosa protestavano femministe, gruppi Lgbt e militanti dell’estrema sinistra? Non si è capito, blateravano di soliti fanta-diritti negati, la polizia è poi intervenuta per disperdere i sedicenti illuminati esponenti del progresso. Venti le persone arrestate, i portavoce dei vandali hanno parlato di “caccia alle streghe”.
La coraggiosa, non violenta e solitaria difesa da parte del giovane simboleggia, nel suo piccolo, la resistenza civile, convinta e ragionata, che la Chiesa cattolica sta operando da anni rispetto all’imbarbarimento sociale a causa dei presunti diritti civili. Come scriveva Chesterton, «il compito della Chiesa è prendersi la responsabilità di mettere in guardia il suo popolo dalle mode, che altro non sono che vecchi errori, in cui è facile ricadere, ripetutamente, se le persone vengono abbandonate, sole, al proprio destino. Dogmaticamente essa difende l’umanità dai suoi peggiori nemici, quei mostri antichi, divoratori orribili che sono i vecchi errori presentati come nuove idee. La Chiesa Cattolica è la sola capace di salvare l’uomo dallo stato di schiavitù in cui si troverebbe se fosse soltanto il figlio del suo tempo» (G.K.Chesterton, Perché sono cattolico, Gribaudi, 1994, p.135).
Qui sotto il video del giovane che difende la cattedrale di Buenos Aires